LISA SCOTTOLINE PROCESSO ALLA DIFESA (Courting Trouble, 2002) Ai miei lettori, con i miei più sentiti ringraziamenti In cambio della vostra devozione, io vi offro la mia May you always be corageous. Che tu possa essere sempre coraggioso. BOB DYLAN, Forever Young Lucy Ricardo ed Ethel Mertz cantando Friendship di Cole Potter: «When other friendships have been forgot, ours will still be hot», quando ogni altra amicizia sarà dimenticata, la nostra esisterà ancora. Lucy ed io, episodio numero 69, 19 ottobre 1953 1 Con i lunghi capelli ramati al vento, Anne Murphy attraversò a passo di carica l'affollato atrio del Tribunale Federale William Green. Si preparava a fare una pazzia in aula e non vedeva l'ora di cominciare. Se avesse vinto, sarebbe diventata un'eroina; in caso contrario, sarebbe finita in carcere. Non volle neanche pensare a quella seconda eventualità. Era una rossa, in pratica una bionda terribilmente impulsiva. «Signorina Murphy, signorina Murphy, solo una domanda!» gridò un cronista rincorrendola, ma Anne accelerò il passo per seminarlo. Dipendenti del tribunale, avvocati e giurati si stavano affrettando verso le uscite, ansiosi di godersi quel fine settimana, ma parecchie teste si girarono al passaggio della splendida ragazza. Anne aveva gli occhi verdi, un nasino perfetto con una spruzzata di lentiggini e una bocca ben disegnata, che il rossetto color prugna rendeva irresistibile. Aveva una figura molto femminile e gambe lunghe e sottili. Indossava un tailleur di seta color crema e scarpe con il tacco alto. Sembrava una modella, ma lei non si reputava neppure carina. «Ecco che arrivano i guai!» esclamò uno degli addetti alla sicurezza del tribunale, mentre lei si avvicinava agli uomini in uniforme blu assiepati intorno ai metal detector. Erano in cinque, tutti agenti in pensione della polizia di Philadelphia. Adesso stavano osservando la nuova arrivata con sorrisi di ap- prezzamento. Quello che aveva parlato era il più loquace del gruppo, un uomo dal fisico asciutto, i capelli neri e una targhetta con sopra scritto il suo nome: SALVATORE BONANNO. «Fate largo, ragazzi! È la Rossa, ed è a caccia!» «Proprio così, Sal.» Anne gettò la ventiquattrore di pelle e la borsa sul nastro trasportatore. «Mi auguri buona fortuna.» «Che cosa bolle in pentola, bellezza?» «Il solito. Cerco di segnare un punto per la giustizia. Ho gusti troppo costosi.» Anne attraversò il metal detector. «E voi, signori, avete programmi per il fine settimana?» «La portiamo a ballare», si offrì l'agente Bonanno mostrando i denti finti. I colleghi esplosero in una risata roca per le troppe sigarette fumate durante le pause. «Le faccio vedere come ci si scatena, Testa Rossa. Che ne dice?» «Ah!» esclamò l'agente Sean Feeney, sogghignando. «Tu e la signorina Murphy? In un'altra vita, forse.» Sean aveva sessantacinque anni, il volto rubizzo e sopracciglia folte. «È un'irlandese e sta solo aspettando che io faccia la prima mossa.» Guardò Anne. «La sua famiglia viene dalla contea di Galway, vero, Annie? Lei ha una bella pelle, come tutte le ragazze di quella zona.» «Galway, quella vicina a Glendale?» rispose lei, facendoli ridere. Non sapeva mai cosa rispondere a chi faceva apprezzamenti sul suo aspetto. Stava recuperando le sue borse quando venne raggiunta da due cronisti che cominciarono a tempestarla di domande. «Avvocato Murphy, nessun commento sul processo che inizierà la prossima settimana?» «Perché non vuole che il suo assistito chieda il patteggiamento?» «Ma in questo modo la Chipster verrà lo stesso privatizzata?» Continuavano a interrompersi a vicenda. «Annie, che cosa può dirci dell'udienza di oggi?» «Perché non vuole che venga presentata quella prova alla giuria?» «No comment.» Anne afferrò le borse, decisa a sfuggire alla stampa, ma non ce ne fu bisogno perché l'agente Bonanno stava già guardando male i due giornalisti da dietro le lenti bifocali. «Ehi, voi!» esclamò. «Conoscete le regole! Niente interviste dentro il tribunale! Perché non la lasciate in pace?» L'agente Feeney fece cenno al primo dei cronisti di avvicinarsi. «Venga qui un secondo, signore. La devo perquisire.» Da sotto il banco prese un metal detector. «Anzi, direi che forse è il caso di farlo a tutti e due.» I colleghi si strinsero in- torno all'agente. «Sono un giornalista!» protestò l'uomo. «Sto solo facendo il mio lavoro. Mi chiamo Alien Collins. Ecco i miei documenti.» Dietro di lui, la ventiquattrore di tela sul nastro trasportatore si bloccò e la guardia che stava tenendo d'occhio il monitor la afferrò velocemente. Il giornalista si voltò, sorpreso. «Ehi, aspetti un momento!» In tono autorevole l'agente Bonanno indicò ad Anne gli ascensori. «Faccia presto, signorina.» «Grazie, agente.» Anne trattenne un sorriso mentre entrava nella cabina e premeva il pulsante del nono piano. Non aveva chiesto aiuto agli agenti e si sentiva un po' in colpa per averne approfittato. Ma solo un po'. L'aula in cui entrò pochi minuti dopo era gremita. Il caso Chipster, un'accusa per molestie sessuali a carico di Gil Martin, uno dei più celebri miliardari di Philadelphia, aveva attirato l'attenzione dei media sin dal primo giorno e i banchi di legno scuro traboccavano di giornalisti, disegnatori e semplici curiosi. Le teste dei presenti si girarono tutte insieme quando Anne fece il suo ingresso. I commessi vestiti di blu smisero di discutere del calendario delle cause, i cancellieri si raddrizzarono le cravatte nuove e la stenografa le rivolse un'occhiata incendiaria al di sopra della macchina azzurra, dalle esili gambe di metallo. Con il tempo Anne ci aveva fatto l'abitudine: gli uomini la adoravano, mentre le donne la detestavano. Nonostante tutto era entrata a far parte dello studio legale, composto di sole donne, Rosato & Associati, la mossa più azzeccata della sua carriera. Ma questa era un'altra storia. Raggiunse il tavolo della difesa e dopo avervi appoggiato borsa e ventiquattrore, si girò. Come previsto, nella prima fila dietro di lei sedeva un giovane che indossava un leggero impermeabile marrone. Anne gli rivolse un cenno impercettibile, aprì la ventiquattrore e prese una copia della sua istanza. Insieme al giovane seduto alle sue spalle, rappresentava la sua ultima possibilità. La Chipster.com era il suo primo cliente importante e Gil Martin l'aveva assunta perché si conoscevano dai tempi della facoltà di Giurisprudenza. Anne non si era mai occupata di un caso di quella portata e in un primo momento si era chiesta se, accettandolo, non avesse peccato di presunzione. Poi aveva concluso che lei era presuntuosa e aveva smesso di pensarci. «Buon 4 luglio», le sussurrò una voce all'orecchio. Capelli scuri ondulati, occhi azzurri e ciglia troppo lunghe per un uomo, Matt Booker le era arrivato silenziosamente alle spalle. Aveva ventinove anni, uno più di lei, e ad Anne sarebbe anche piaciuto se non fosse stato il legale della parte avversa. In quel caso, Matt rappresentava la querelante, una programmatrice informatica di nome Beth Dietz che, insieme a suo marito Bill, aveva presentato una denuncia derivativa contro la Chipster. Nell'anno trascorso a Philadelphia Anne non era mai uscita con nessuno, ma Matt Booker era una continua tentazione; gli avvocati della parte avversa, però, erano proibiti come il frutto dell'albero della conoscenza. «Vattene», disse, ma lui le si avvicinò di più. «Voglio solo che tu sappia che oggi non ti chiederò di uscire.» Aveva l'alito profumato. «Mi hai detto di no trecentoventinove volte e sto cominciando a pensare che tu abbia un piano. Fermami prima che te lo chieda di nuovo.» Anne arrossì. «Ti rendi conto che mi stai molestando sessualmente durante un processo per molestie sessuali, Matt?» «Oh, avanti, le mie avance ti piacciono, no? Almeno un po'!» Lei non rispose. Ci stava pensando. Era passato parecchio tempo dall'ultima volta che si era fidata di qualcuno. Ma conosceva Matt da quasi un anno ormai, cioè da quando era stata presentata la denuncia che li aveva portati in quel tribunale e lui sembrava molto sicuro di sé, cosa che non le dispiaceva affatto in un uomo. «Un po'? Quasi per niente?» stava dicendo Matt, una mano appoggiata sul tavolo. Anne decise di correre il rischio. «D'accordo. Quando il processo sarà finito, uscirò con te. Ma non prima.» «Sul serio?» Le piacque il modo in cui la voce di lui si incrinò. Era sempre così disinvolto. Possibile che si stesse aprendo una crepa anche nella sua armatura? «Hai preso qualcosa, Anne?» «No.» «Sei disposta a firmare una dichiarazione a questo proposito?» «Fila via.» Anne teneva gli occhi sull'incartamento. «Mi sto preparando a farti fuori.» «E se vincessi io?» «Impossibile. Stai dalla parte sbagliata, e per di più sei contro di me.» «Ho vinto l'ultima istanza probatoria, ricordi?» «Quella era solo una battaglia, non la guerra.» Anne lanciò un'occhiata ai commessi. «Lo sanno tutti che mi stai facendo il filo.» «E tu stai al gioco.» «Io non gioco con la parte avversa.» «Sei tu, non io, la parte avversa.» Matt indietreggiò per tornare al tavolo dell'accusa. Più in là c'era il banco dei giurati, un parapetto di mogano lucido che racchiudeva quattordici sedie girevoli. Uno sfondo molto interessante, e Anne si chiese se Matt avrebbe avuto ancora voglia di portarla fuori una volta pronunciato il verdetto. Pensò al giovane seduto dietro di lei e soffocò un improvviso senso di colpa. Il che faceva un totale di due sensi di colpa in tutta la sua vita, e lei poco avvezza com'era, non sapeva come reprimerli. «Tutti in piedi!» tuonò il commesso. Il sigillo dorato della corte degli Stati Uniti sorse come un sole sul muro a pannelli, dietro un'enorme pedana in stile moderno. Alle pareti erano appesi i ritratti di giudici del passato, e i colori a olio dei dipinti risplendevano cupi nella luce fioca. Il commesso stava in piedi accanto a uno di loro, il petto in fuori come per esibire delle medaglie. «Tutti in piedi! Entra la corte! Presiede il giudice Albert D. Hoffmeier.» «Buongiorno a tutti», disse Hoffmeier, uscendo dalla porta ugualmente rivestita di legno. Aveva con sé un raccoglitore a fisarmonica. Il pubblico rispose al saluto del magistrato. L'orlo della toga nera sfiorò il tappeto quando passò davanti alla bandiera americana. Appoggiato il raccoglitore sulla scrivania ingombra, il giudice sedette e si sistemò gli occhiali con la montatura di tartaruga. «Buongiorno, avvocato Murphy», disse Hoffmeier con un sorriso. Capelli brizzolati e in disordine, sfoggiava un cravattino a stelle e strisce che confermava, se ancora ce ne fosse bisogno, il suo leggendario senso dell'umorismo, ormai famoso in tutte le corti del distretto. «Con che cosa ci vuole tediare oggi, mia cara signorina? Tra poco è il 4 luglio, la mia festa preferita, e dovremmo essere tutti in giro a comperare hot dog e creme solari.» Il pubblico scoppiò in una sonora risata. «Sì, mi piace mangiare hot dog e crema solare.» Altro scoppio di risa, mentre Anne si alzava e appoggiava l'incartamento sul leggio. «Mi dispiace tediarla, Vostro Onore, ma ho qui una fastidiosa istanza probatoria. Come sa, rappresento la Chipster.com, la società accusata, e chiedo alla corte di escludere la testimonianza di Susan Feldman, che il querelante intende chiamare a deporre la prossima settimana.» «Non crede che sarebbe bene che la giuria ascoltasse la signorina Feldman, avvocato?» Se apprezzava la bellezza di Anne, il giudice Hoffmeier sapeva nasconderlo bene e lei non si faceva illusioni sulla propria capacità di influenzarlo. Ci voleva ben più di un visino grazioso per vincere in un'aula fe- derale. Di solito, almeno. «Assolutamente no, Vostro Onore. Sono del parere che la deposizione della signorina Feldman dovrebbe essere esclusa ai sensi della Regola 401 sull'ammissibilità delle prove davanti a un tribunale federale, perché irrilevante. La signorina Feldman sostiene che uno dei programmatori della Chipster.com, Phillip Leaver, l'ha molestata sessualmente nel corso di un incidente alquanto bizzarro.» Un barlume negli occhi del giudice le disse che lui conosceva i fatti. «Né la signorina Feldman né il signor Leaver hanno a che fare con questo caso o con le parti. L'incidente di cui parlo ha avuto luogo in un ufficio diverso, in un momento diverso e fra persone diverse.» «Ho letto la sua istanza», dichiarò il giudice Hoffmeier. «È corretto dire che la società imputata riconosce la veridicità dell'incidente che ha visto coinvolta la signorina Feldman?» «È corretto, Vostro Onore.» Anne fece un respiro profondo. «Riconosciamo che l'incidente ha avuto luogo, ma non riteniamo che si sia trattato di molestie sessuali. Si trattò più che altro di uno scherzo e anche se il signor Leaver non era perseguibile per legge, la Chipster l'ha licenziato in tronco.» «Uno scherzo? Davvero?» Il giudice sembrava divertito. «Raccontiamocela giusta, avvocato. Il signor Leaver è uscito dal suo ufficio... nudo come un verme!» «Verissimo.» Anne soffocò un sorriso e il pubblico fece lo stesso. «Ma era uno scherzo, Vostro Onore. E, per la cronaca, il signore portava delle cavigliere con due piccole ali. Fatte con la carta stagnola.» «Cavigliere con le ali, ma certo. Un ammiratore di Mercurio o di Pan, forse?» Hoffmeier ridacchiò e, sentendosi autorizzato a farlo, il pubblico lo imitò. «Perché le ali, avvocato?» «Perché no, Vostro Onore? Anche se dubito che il signor Leaver sia un appassionato di mitologia. Ha ventitré anni e guarda troppo Jackass.» «Jackass?» «Un programma su MTV. Ragazzi che fanno skateboard nudi o vestiti da gorilla.» Anche a lei piaceva, ma non era il caso di dirlo a un giudice di sessantatré anni con i poteri conferitigli dall'Articolo III. «In ogni caso, il signor Leaver uscì dal suo ufficio e si fermò un attimo davanti alla signorina Feldman, ma senza dire nulla di volgare e senza fare gesti lascivi. Si limitò ad agitare le braccia fingendo di volare, cosa, lo ammetto, piuttosto sciocca e non particolarmente divertente, ma che non viola nessuna legge federale.» Il giudice Hoffmeier scoppiò a ridere. «Ecco perché il NASDAQ va in malora! Ecco cos'è la rivoluzione di Internet di cui si parla tanto! L'economia del paese è in mano a bambocci che se vanno in giro vestiti di stagnola!» Anne attese che il pubblico smettesse di ridere. C'era già aria di festa e lei sperava che, di lì a cinque minuti, la cosa avrebbe giocato a suo favore. «Divertente, signor giudice. In effetti la signorina Feldman la prese chiaramente come uno scherzo. Quando il signor Leaver cominciò ad agitare le braccia, lei rise tanto che cadde dalla sedia. Il signor Leaver era così imbarazzato che si rifugiò nel bagno degli uomini e ci rimase fino all'ora di chiusura degli uffici.» Il pubblico rise di nuovo e il magistrato aspettò che ci fosse di nuovo silenzio prima di tornare serio. «Bene. Si tratta senz'altro di una circostanza unica. Il suo cliente, la Chipster.com, non vuole che la signorina Feldman racconti in aula la storia delle ali di stagnola?» «No. La sua storia, e il suo valore probatorio, sono irrilevanti. Quello che ci prepariamo a discutere, Dietz contro Chipster, è un caso di di molestie sessuali sul luogo di lavoro. L'accusa sostiene che Gil Martin, direttore generale della so- cietà, ha costretto Beth Dietz, una programmatrice, ad avere rapporti sessuali con lui nel suo ufficio in più di un'occasione, minacciando altrimenti di licenziarla. Sarà la giuria a decidere che cos'è effettivamente accaduto tra i due, e noi dimostreremo che le affermazioni della querelante sono false. Ma che il signor Leaver abbia agitato le braccia o si sia messo in posa davanti alla signorina Feldman non rende più o meno probabile il fatto che Gil Martin abbia molestato Beth Dietz.» «Analisi di pertinenza standard, eh, avvocato Murphy?» «Esattamente, con un'aggiunta.» Anne controllò brevemente i suoi appunti. «Mentre questa prova potrebbe essere ammissibile nell'ipotesi di 'ambiente ostile', dove diventano significativi il numero e la frequenza di presunti altri incidenti di natura sessuale, è chiaramente irrilevante in un caso come questo.» «Dunque, lei ritiene che ci sia una differenza tra un'ipotesi di ambiente ostile e una di molestie sessuali.» Il giudice Hoffmeier aveva aggrottato la fronte. «Una questione puramente tecnica.» «La consideri una precisazione, Vostro Onore.» Per Anne, la precisione era fondamentale quando si trattava di legge, di operazioni al cervello e di mettersi il rossetto. «La distinzione fa la differenza, dato l'impatto che la testimonianza avrebbe. Il legale della querelante si propone di usare l'incidente che vede protagonista il signor Leaver per corroborare le scarse prove a carico del signor Martin.» Il magistrato si stava accarezzando il mento, a quell'ora ancora perfettamente rasato. «Qualche aiuto dai piani alti, signorina Murphy? Non ho trovato casi di appello su questo punto.» «Francamente no, Vostro Onore. Ho trovato Becker contro ARCO, a sostegno della mia richiesta, ma non è preciso sul punto in esame. Sottolinea tuttavia il pericolo di ammettere prove di questo genere, perché consente al querelante di dimostrare la colpevolezza dell'imputato nel modo meno logico e più ampio, come nel caso della colpevolezza per associazione.» «Grazie, si è espressa molto chiaramente, signorina Murphy.» Hoffmeier si rivolse all'accusa. «Lei desidera che la testimonianza venga ammessa, signor Booker?» «Assolutamente sì, Vostro Onore.» Matt prese il posto di Anne davanti al leggio. «Anche a me piacciono gli scherzi, e devo ammettere che questo incidente è piuttosto divertente. Ma contrariamente a quanto afferma l'avvocato della difesa, la signorina Feldman trovò alquanto sgradevole il presunto scherzo. La condotta del signor Leaver rientra nel novero degli atti osceni per questa e per gran parte delle giurisdizioni.» Il giudice Hoffmeier serrò le labbra. Anne, intanto, si chiedeva se avrebbe potuto rimangiarsi la promessa fatta a Matt. «Vostro Onore, siamo dell'avviso che la testimonianza della signorina Feldman debba essere ammessa», stava dicendo lui. «Costituisce la prova del comportamento 'da spogliatoio' che viene incoraggiato alla Chipster.com, così come in gran parte delle società on line. In questi ambienti i casi di molestie sessuali sono in aumento perché il mondo dell'informatica è costituito prevalentemente da uomini. Ben il novantacinque per cento dei programmatori della Chipster è di sesso maschile e di età compresa tra i ventuno e i trentacinque anni, e tra i quindici supervisori della società non c'è neppure una donna. Questo contribuisce a creare quell'ambiente 'per soli uomini' che consente a comportamenti come quelli del signor Leaver e del signor Martin di proliferare.»