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Modelli teorici di comparazione linguistica nella ricerca contemporanea PDF

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“MODELLI TEORICI DI COMPARAZIONE LINGUISTICA NELLA RICERCA CONTEMPORANEA: UNA RASSEGNA CRITICA” Barbara Bendolini Indice Introduzione ................................................................................................................. i-v 1. La Linguistica storico-comparativa nel XXI secolo...........................................1 1.a. Metodi e obiettivi.................................................................................................1 1.b. Limiti del modello comparativo tradizionale .................................................3 2. Il modello della mass o multilateral comparison di Greenberg ....................8 2. a. Il dibattito critico tra mass o multilateral comparison e metodo comparativo tradizionale................................................................................... 8 2.a.1. Il metodo........................................................................................................8 2.a.2. Rilevazione dei prestiti (detection of borrowings)..........................................10 2.a.3. Il ruolo delle regolari corrispondenze di suono......................................11 2.a.4. Confronto del lessico e di elementi grammaticali.................................. 13 2.a.5. L’eredità del metodo comparativo classico.. ..........................................17 2.a.6. Critiche all’approccio matematico della mass comparison........................ 22 2.a.7. Stato della questione ..................................................................................23 2. b. Ulteriori sviluppi degli studi di tipologia linguistica..........................26 2.b.1. Obiettivi, metodi e strumenti del modello tipologico..........................26 2.b.2. La Tipologia e il mutamento linguistico: punti di contatto con la linguistica storico-comparativa .....................................................................34 2.b.3. Tipologia e universali linguistici in Greenberg......................................36 2.b.4. Tipologia e Indoeuropeo: la teoria del doppio strato.............................. 38 2.c. Un esempio di multilateral comparison: “Global etymologies” (Bengston-Ruhlen) ............................................................................................40 2.c.1. La base della tassonomia linguistica........................................................ 40 2.c.2. Il problema dei prestiti ............................................................................. 42 2.c.3. La convergenza .............................................................................................. 43 2.c.4. Compatibilità tra multilateral comparison e traditional method ....................49 3. Recenti studi di Linguistica computazionale: approcci combinati...........58 3. a. Il recupero di Swadesh (Lexicostatistics e Glottochronology) .......58 3.a.1. Dal “vocabolario basico” delle word-lists di Swadesh....................... 58 3.a.2. …alla Lexicostatistics e Glottochronology .......................................................67 3.a.3. Il dibattito sull’eredità di Swadesh.......................................................... 69 3.a.4. Sviluppi successivi della Lexicostatistics: metodi, strumenti, limiti...... 72 3.a.5. Sviluppi successivi della Glottochronology: metodi, strumenti, limiti.....74 3. b. Approccio quantitativo e probabilistico nella Linguistica storica 3.b.1. Un metodo probabilistico per individuare relazioni di parentela tra lingue (Baxter-Ramer)................................................................................... 79 3.b.2. Corrispondenze fonetiche totali automatizzate e cambiamento linguistico (Huff) ..................................................................................................92 3.b.3. Esplorazioni nella Automated Lexicostatistics: The automated similarity judgment program (Holman-Brown) ....................................................100 3.b.4. Prospettive future della Automated Lexicostatistics............................... 115 4. Semantic primes di Wirsbizcka e Goddard......................................................121 4.a. Fondamenti di Semantica............................................................................121 4.b. Natural Semantic Metalanguage e primitivi semantici................................ 124 4.c. Cross-linguistic semantics .................................................................................129 4.d. Semantica computazionale.........................................................................131 Riferimenti bibliografici.............................................................................................135 Allegati: Tabelle lessicostatistiche (Holman-Brown) ..... ........................................167 i Introduzione Com’è noto, l'inizio della ricerca nel campo della Linguistica storico-comparativa coincide proprio con la nascita della Linguistica in sé. La Linguistica comparativa conta sulla grande tradizione della ricerca sviluppata in università tedesche: molti linguisti storico-comparativi, soprattutto Indoeuropeisti, ma anche specialisti di lingue semitiche e altaiche, hanno studiato in Germania. Negli ultimi decenni, tuttavia, proprio in Germania, essa ha parzialmente perso la relativa centralità rispetto alle altre discipline della linguistica. Ciò ha portato ad una grande perdita, tenendo conto della ricchezza di conoscenze accumulata durante due secoli. Nel corso del XIX secolo, hanno trovato terreno fertile e sono stati riconosciuti come argomenti fondamentali di ricerca temi come il rapporto genetico, la ricostruzione linguistica ed il cambiamento linguistico, che sono stati studiati spesso con un metodo interdisciplinare, attraverso l’implementazione di strumenti e metodologie in seguito estesi ad altri campi della linguistica. Alla fine del XX secolo, nonostante il crescente interesse per la linguistica descrittiva sincronica, la linguistica storico-comparativa può ancora risultare con una rinnovata e approfondita forza e avere potenzialmente un ruolo esemplare riguardo ad altre discipline linguistiche attraverso l’uso di nuove metodologie di ricerca, quali i metodi quantitativi della linguistica computazionale (lessicostatistica e glottocronologia attraverso i mezzi informatici) e un dialogo interdisciplinare con le scienze vicine, quali la genetica, l'archeologia e le scienze cognitive. In campi di ricerca come la linguistica indoeuropea e delle lingue orientali, è oggi essenziale per i linguisti interessati al cambiamento linguistico ed alla tipologia linguistica, promuovere lo scambio di conoscenze fra campi vicini, ma spesso non comunicanti, della linguistica: in particolare risulta foriera di sviluppi la collaborazione fra tipologi e linguisti storici. Non bisogna dimenticare che In questo campo, la tradizione tedesca fornisce un background straordinariamente ricco, poiché la Germania è stata anche la culla della Tipologia linguistica, con il padre fondatore Wilhelm von Humboldt, dagli inizi del XIX secolo ed è oggi la sede delle istituzioni principali per la Tipologia della lingua, così come lo è per la Linguistica storico-comparativa. ii Proprio perché è d’obbligo una rivalutazione della rilevanza della Linguistica storico-comparativa nel XXI secolo, l’obiettivo principale della presente rassegna critica è quello di tracciare un bilancio degli ultimi sviluppi della ricerca contemporanea in questo così importante campo della Linguistica, proprio perché in questi ultimi anni, in particolare 2008- 2011, si è potuto registrare una rinascita d’interesse che arriva inaspettatamente dal mondo dell’Informatica, dei metodi statistici e probabilistici della Linguistica computazionale: è ora possibile infatti usufruire degli inaspettati apporti del potente strumento informatico, che grazie a databases e motori di ricerca è capace di gestire, modellare e confrontare una grande mole di dati prima ingestibili dalla mente umana. Tale rinnovato interesse si fonda, da un lato, su un impensabile recupero di metodi sottovalutati come la Lexicostatistics e la Glottochronology di Swadesh, basate sul confronto interlinguistico del vocabolario basico (universale e quindi particolarmente immune ai prestiti) e sulla datazione del cambiamento linguistico, dall’altro sull’affermazione di una nuova prospettiva, ovvero dell’approccio interlinguistico della mass o multilateral comparison di Greenbergiana memoria e dei cross-linguistic studies tipologici e semantici, approcci che, nati 50 anni fa, sono stati oggetto di critica da parte di linguisti tradizionali e Indoeuropeisti, per presupposti e metodi, ma che ora ricevono un forte impulso innovativo proprio grazie alle potenzialità del mezzo informatico. Gli apporti dei nuovi approcci mirano soprattutto a dare un contributo alla discussione sui fattori in gioco nel cambiamento linguistico diacronico e nello studio del rapporto fra gradualità diacronica e variazione sincronica, integrando gli attuali punti di vista su variazione e uso linguistico. Speciale attenzione è quindi rivolta ad argomenti teorici e metodologici: 1) come lo studio sul cambiamento linguistico può trarre giovamento dai successi più recenti delle teorie linguistiche e 2) come le spiegazioni della variazione sincronica possono essere trovate nei processi diacronici, discutendo se la gradualità diacronica e la variazione sincronica possono essere analizzate tramite gli stessi obiettivi e per mezzo degli stessi strumenti teorici. Questa rassegna vuole quindi indagare su questioni fondamentali su cui la linguistica storica s’interroga da sempre, quali: - perché e come le lingue cambiano, come arrivano cioè ad essere quello che sono e come sono imparentate tra loro; - se è preferibile parlare di gradualità del cambiamento o di sostituzione (replacement); -se nella comparazione linguistica è più legittimo enfatizzare l’innovazione linguistica (come vuole il metodo comparativo tradizionale) o la persistenza (come vuole la prospettiva della Lexicostatistics e della mass o multilateral comparison e dei cross-linguistic studies); iii -se è ancora giusto parlare di sound law (senza limiti nello spazio e nel tempo) o è meglio parlare di phonetic rule; - qual è l'effetto del contatto sul cambiamento linguistico, in altre parole, il contatto di lingua può effettivamente essere visto come tipo speciale di fenomeno sincronico che può durare nel tempo e può condurre gradualmente al cambiamento diacronico, innescando o influenzando lo sviluppo delle costruzioni particolari nelle lingue vicine; - se è lecito “riproporre” il concetto di monogenesi e successiva differenziazione culturale nell’eterno enigma dell’origine del linguaggio; - qual è l’effettivo limite tra lingue vive e lingue morte, se ha senso fare questa distinzione e perché ha ancora senso oggi studiare le lingue antiche, classiche; - se queste nuove prospettive, la rinascita di approcci abbandonati e rivisti alla luce dei mezzi informatici, sono incompatibili rispetto agli approcci tradizionali classici o sono invece di reciproco supporto; - fino a che punto è legittimo il confronto tipologico trans- linguistico confrontando materiale fonologico e semantico in vista della classificazione genetica delle varie lingue storico-naturali; - come possono interagire Tipologia e Metodo Comparativo, Scienze Cognitive, Genetica, Linguistica Computazionale, per poter comprendere il cambiamento linguistico e la parentela genetica tra lingue, ovvero come aspetti sincronici possono influire su aspetti diacronici; - cosa si vuole dimostrare attraverso il punto di vista translinguistico (cross-linguistic studies); - cosa s’intende esattamente per lessico basicoc e se è un concetto scientifico: - come individuare e distinguere dalle parole ereditate (cognates), i prestiti, i calchi, i fenomeni di analogia, che inficiano la validità di ogni confronto ai fini della definizione di una parentela tra lingue e fino a che punto è lecito tener conto anche dei sinonimi semantici, e delle varie implicazioni fonologiche (materiale fonetico di ogni lingua); - quale grado di scientificità e di empirismo c’è nel criterio di “somiglianza superficiale” come guida nel confronto trans-linguistico; - quale ruolo hanno le “regolari corrispondenze di suono” e la ricostruzione, procedimenti fondamentali del metodo comparativo tradizionale inaugurato dai Neogrammatici del XIX sec.; - quante lingue bisogna confrontare per poter arrivare a parlare di un valido modello scientifico; - quale grado di predittività può avere un simile modello; - quanto spazio è dato alla casualità e alla probabilità; - come l’ipotesi monogenetica e della successiva differenziazione del linguaggio, di tipo cognitivista, si concilia con il principio desaussuriano e tassonomico dell’arbitrarietà del segno; iv - come la valutazione di staticità-cambiamento, cioè di permanenza- assenza-innovazione di un lessema in prospettiva interlinguistica, può offrire spunti per ulteriori sviluppi futuri, in relazione al concetto di universali linguistici, al principio di economia, alla parentela genealogica tra le lingue, e soprattutto dare dei riferimenti metodologici che facilitino l’apprendimento e la didattica delle lingue, eliminando la dicotomia tra lingue vive e lingue morte, anzi “visualizzando” le lingue vive moderne come semplice evoluzione delle lingue “morte” antiche. E’ evidente quindi che ripercorrere il dibattito critico sugli approcci di comparazione linguistica degli ultimi anni, significa innanzitutto toccare implicitamente molte questioni fondamentali che appartengono a tutta la riflessione linguistica. Molte critiche a modelli del passato sembrano dovute a malintesi e/o letture fatte in modo polemico, senza un reale approfondimento o contatto diretto con i metodi e gli strumenti di tali studiosi, per cui vale la pena rivisitarle alla luce di nuovi strumenti e nuove prospettive. I risultati della rassegna si sono rivelati anche un valido supporto teorico, una base scientifica alla proposta di un nuovo metodo (presentato in Appendice), che verrà sviluppato in seguito soprattutto con valenza didattica, cioè un Indice semasiologico del lessico basico di lingue IE e non-IE, antiche e moderne, in prospettiva interlinguistica, che permetterà di visualizzare un vocabolario comparato di basi lessicali, coinvolgendo aspetti fonologici, morfologici, semantici e lessicali, un metodo interdisciplinare, su nuovi approcci combinati, contando sui precedenti offerti dagli eruditi maggiori, dove proprio il termine di approccio combinato e prospettiva cross-linguistic sembrano essere le parole “chiave”. Tale nuovo metodo è nato tuttavia in modo indipendente rispetto alla presente ricerca: il modello nasce dalla ersonale esperienza di insegnamento nella Scuola Secondaria di I e II grado. Il nuovo modello di schede lessicali, che si intende proporre, permette di visualizzare le lingue storico-naturali, IE e non-IE nella loro evoluzione (non per dimostrare qualcosa, ma per puro confronto). Si potrà evidenziare persistenza e innovazione dei semi lessicali, tra sincronia e diacronia, nella loro "continuità" (Renfrew e Alinei). Si può ipotizzare una origine del linguaggio che è per fÚsij (monogenesi, di tipo cognitivo, universale) e nÒmoj (per successiva differenziazione culturale). Se è vero che "per due punti passa una sola retta" (principio matematico euclideo), è anche vero che poche parole del lessico basico (padre, madre, occhio, piede, … concetti universalmente presenti, a differenza di scarpa, piatto, pala, igloo, tipici di una determinata singola cultura) sono sufficienti per individuare la genesi comune tra lingue. v La Tipologia può quindi essere analizzata in vista della determinazione della classificazione della genealogia linguistica. Si può ipotizzare una matrice comune originaria del linguaggio, di tipo cognitivo, che forse risale al Paleolitico, al momento in cui l’homo sapiens ha iniziato a "comunicare", prima di differenziarsi nelle diverse "etnie". Oppure si può pensare ad una migrazione, da est a ovest (Mesopotamia-Babilonia, Egitto, Anatolia, Caucaso, Balcani, Grecia, Italia, Centro Europa...), di popoli e culture che, una volta estinte, hanno colonizzato nuove terre.... Di certo le schede del lessico basico di seguito presentate, con la loro evidenza, "parlano da sole": non hanno la "pretesa di dimostrare qualcosa", ma di "confrontare" i semi lessicali radicali persistenti nelle varie lingue (attestate, non ipotizzate, e che si possono trovare in qualsiasi dizionario o lessico), ed enucleare le leggi fonologiche che stanno alla base del cambiamento, individuando altri equivalenti delle leggi di Grimm e Verner. 1 1. La Linguistica storico-comparativa nel XXI secolo. 1. a. Metodi e obiettivi Le domande fondamentali che la linguistica storico-comparativa rivolge a se stessa sin dal suo nascere sono: perché e come le lingue cambiano nel tempo e nello spa<zio, e come sono imparentate tra loro. Ogni linguista si propone di arrivare a conoscere le risposte a queste domande, ma queste variano in modo sorprendente da un linguista all’altro. E la divergenza dei punti di vista riguardo a che cosa è realmente noto fino ad oggi è ancora maggiore di quella esibita nella domanda di come si arrivi a questo corpo d’informazioni. Nello specifico, come è noto, vi sono due campi di ricerca della comparazione linguistica: - la linguistica storico-comparativa (linguistica diacronica), fondata nel XIX secolo e oggetto d’indagini con l´aiuto del confronto linguistico, che è riuscito a redigere la stesura di famiglie linguistiche presenti fra le varie lingue, così come l´origine di queste. Da queste ricerche sono nate diverse discipline come la linguistica indoeuropea, la semitistica o l´ugro-finnistica, dove la presunta parentela linguistica è chiamata parentela genetica. - la linguistica contrastiva, che confronta fra loro le lingue dal punto di vista sincronico, si concentra soprattutto sulla tipologia linguistica e sulla didattica delle lingue straniere (ad esempio la ricerca di possibili interferenze linguistiche, i problemi dell´acquisizione delle lingue straniere, ecc.). Se le lingue esaminate sono in contatto l´una con l´altra, si parla di linguistica di contatto. La linguistica comparativa è uno studio che si sviluppa entro i confini dell'evoluzione storica e le fasi che contrassegnano i momenti di cambiamento e di differenziazione delle lingue. Un sistema comparativo, appunto, analizza il sovrapporsi dei vari stadi di trasformazione della lingua attraverso le contaminazioni che via via si accumulano nel tempo sotto l’azione di successivi mutamenti morfologici e fonematici. Così il valore significante assume, di volta in volta, significati nuovi che sostituiscono quelli precedenti e s’innervano nella nuova struttura antropologico-culturale che le ha generate. Nella linguistica comparativa la nozione di radice indica una forma ricostruita alla quale è possibile ricondurre parole affini in lingue diverse appartenenti alla medesima famiglia linguistica. Principio fondamentale della comparazione linguistica è l’individuazione della cosiddetta legge fonetica, derivante dall'analisi comparativa dei fonemi, la quale impone che dato un suono qualsiasi x, quando esso si trasforma per effetto delle contingenze in un suono y, la stessa trasformazione avviene con regolarità in ogni occorrenza di x stanti uguali condizioni nello stesso momento storico definito. La mutazione dei fonemi segue (o concorre) alla mutazione dei morfemi. Ad esempio si veda nella lingua francese la sorte

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