micron a gi u r e ecologia, scienza, conoscenza P B C D % / 0 7 e al st o p o nt e m a n o b b a n e i n o zi di e p s 26 3 / 1 0 2 e r b o ott 6 - 2 o r e m u n e / al r st e m ri a t st vi ri a / ri b m U ell’ d e al nt e bi m a e n o zi e ot r p a r l e p e al n o gi e r a zi n e g a a - p r A / Il futuro della chimica / Evoluzione e comunicazione / Inquinamento dell’aria e salute Direzione Generale Arpa Umbria controllo Via Pievaiola 207/B-3 San Sisto - 06132 Perugia Tel. 075 515961 / Fax 075 51596235 Dipartimento Provinciale di Perugia o VTeial. P0i7e5v a5i1o5la9 6210 7// FBa-x3 0S7a5n 5 S1i5s9to6 3-5 046132 Perugia tell s C a c Dipartimento Provinciale di Terni di Via Carlo Alberto Dalla Chiesa - 05100 Terni à Tel. 0744 47961 / Fax 0744 4796228 tt ci G o prevenzione bi Sezioni Territoriali del Dipartimento di Perugia b u g Sezione di Città di Castello - Gubbio • Distretto di Città di Castello o Via L. Angelini - Loc. Pedemontana G n 06012 - Città di Castello P adi tel. 075 8523170 / fax 075 8521784 o t d • Distretto di Gubbio - Gualdo Tadino go al a a u Vteial. C07a5vo 9u2r3, 93682 -6 0/6 f0a2x4 0 -7 5G u91b8b2io59 el l ugi g LTeolc. ./ S Faasxs u07o5lo 9 -1 086205293 - Gualdo Tadino glione dC per umbra B protezione Sezione di Perugia asti tia c s F • Distretto di Perugia a b Via Pievaiola 207/B-3 o Loc. S. Sisto - 06132 - Perugia gn tel. 075 515961 / fax. 075 51596354 T oli f • Distretto del Trasimeno S Vteial. d/ efal xP 0ro7g5r 9e6s5so2,0 74 9- 06061 - Castiglione del Lago O todi eto to ol e p • Distretto di Assisi - Bastia Umbra vi s Via del Sindacato, 10 - 06083 - Bastia Umbra or dell’ambiente tel. / fax 075 8005306 • Distretto di Marsciano - Todi Frazione Pian di Porto - Loc. Bodoglie 180/5 T 06059 - Todi - tel. / fax 075 8945504 Sezione di Foligno - Spoleto ni r • Distretto di Foligno e t Via delle industrie - Loc. Portoni - 06037 S.Eraclio - tel. 0742 677009 / fax 0742 393293 • Distretto di Spoleto - Valnerina Via delle industrie - Loc. Portoni - 06037 S.Eraclio - tel. 0742 677009 / fax 0742 393293 Direzione Generale Sezioni Territoriali del Dipartimento di Terni Sezione di Terni - Orvieto Dipartimenti Provinciali • Distretto di Terni Laboratorio Multisito Via Carlo Alberto Dalla Chiesa - 05100 - Terni tel. 0744 4796605 / fax 0744 4796228 Sezioni Territoriali • Distretto di Orvieto Viale 1°Maggio, 73/B Interno 3/B - 05018 - Orvieto Distretti Territoriali tel. 0763 393716 / fax 0763 391989 micron InDICE ecologia, scienza, conoscenza AnnO X . nUMErO 26 / OTTOBrE 2013 > Rivista trimestrale di Arpa Umbria Certo, certissimo, anzi probabile 05 spedizione in abbonamento postale Svedo Piccioni 70% DCB Perugia - supplemento al periodico www.arpa.umbria.it (Isc. Num. 362002 del registro dei periodici del Tribunale di Perugia Una pesante eredità 06 in data 18/10/02). Autorizzazione al Fabio Mariottini supplemento micron in data 31/10/03 Direttore Svedo Piccioni Il futuro della chimica 14 Pietro Greco Direttore responsabile Fabio Mariottini Redazione Elettricità: energie pulite prossime 22 Francesco Aiello, Markos Charavgis al sorpasso sul gas Stefano Pisani Comitato scientifico Donatella Bartoli, Gianluca Bocchi, Marcello Buiatti, Mauro Ceruti, Pietro Greco, Carlo Modenesi, Francesco Frenguelli, Sismicità indotta: un rischio più 26 Giancarlo Marchetti, Francesco Pennacchi, che probabile Svedo Piccioni, Cristiana Pulcinelli, Romualdo Gianoli Adriano Rossi, Gianni Tamino, Giovanna Saltalamacchia, Doretta Canosci Un paesaggio invisibile 32 Segreteria di redazione Irene Sartoretti Alessandra Vitali Tel. 07551596204 - 240 Il Programma Marco Polo é inefficace 37 Direzione e redazione Tina Simoniello Via Pievaiola San Sisto 06132 Perugia Tel. 075 515961 - Fax 075 51596235 www.arpa.umbria.it - [email protected] twitter: @RivistaMicron Inquinamento e cancro al polmone: 41 la relazione c’è Design / impaginazione Cinzia Tromba Paolo Tramontana Fotografia Catalogo della mostra: “Carburo calcioicanamide Biobrevetti, le alghe come case history 46 ammoniaca sintetica prolopropilene. Un secolo di Giovanna Dall’Ongaro industria chimica nella valle” Stampa Male nostrum 50 Graphic Masters Giuseppe Nucera stampato su carta Fedrigoni FReelIFe CeNTo g 100 con inchiostri K+e NoVAVIT 3000 eXTReMe L’evoluzione dell’antidarwinismo 56 © Arpa Umbria 2013 Michele Bellone 0 5 ni ‘ n a gli e n o n g pi a P di nti e m bili a St micron / editoriale Certo, certissimo, anzi probabile Svedo Piccioni Il V Rapporto dell’Ipcc presentato alla fine ghiacciai era stato particolarmente intenso, tenere alta la guardia. Può succedere, quando di settembre a Stoccolma, conferma che il ri- quindi anche in questo caso ci troviamo in si affrontano argomenti scientifici così com- scaldamento globale del pianeta è reale, ed è presenza di un fenomeno occasionale, che in plessi; ma ciò che stona in questa vicenda è “estremamente probabile” che l’uomo ne sia termini climatici è relativamente significati- che il più grande quotidiano nazionale non responsabile. Rispetto allo studio del 2007 vo. L’unico dato che il Rapporto considera si sia premurato, ad esempio, di pubblicare il livello di certezza che l’apporto antropico in controtendenza è l’aumento del livello dei la nota di Sergio Castellari, senior scientist del sia la causa principale del riscaldamento del mari entro la fine del secolo, in calo rispetto Centro Euromediterraneo per i Cambiamenti pianeta è salito dal 90% al 95%. Ad avvalo- alle previsioni del 2007. Da queste valutazio- Climatici, oltre che focal point dell’Ipcc, che rare questa tesi contribuisce l’aumento della ni i negazionisti hanno dedotto che il panel precisava la consistenza scientifica di questi concentrazione di anidride carbonica, che è Onu è un organismo inaffidabile guidato più dati e smentiva sonoramente Taino. Solo un passata da 280 a 400 parti per milione nell’ar- dalla sensibilità politica che dalle evidenze caso di mala informazione? E’ difficile pen- co di due secoli e mezzo in concomitanza, scientifiche. Niente di nuovo né di scientifi- sarlo quando gli interessi in gioco sono così appunto, con l’avvento della rivoluzione in- camente rilevante su queste polemiche che, consistenti e gli attori in commedia così rile- dustriale e l’uso predominante dei combu- da sempre, contraddistinguono l’uscita dei vanti. Ciò che invece appare evidente è che stibili fossili come fonte energetica. Anche rapporti dell’Ipcc. oggi il ruolo dell’informazione scientifica ap- se il Rapporto completo uscirà a gennaio del La novità questa volta è rappresentata dal pare non sempre limpida, pur avendo assunto 2014, il senso della sintesi illustrata dagli stu- grande sforzo mediatico profuso dalle lob- un carattere sempre più pervasivo e rilevante, diosi dell’Ipcc è chiaro: stiamo camminando by dei combustibili fossili che storicamente in grado di condizionare, nel bene e nel male, sull’orlo dell’abisso e non ci possiamo per- supportano questi ricercatori, al punto che l’opinione pubblica e, a volte, le scelte di al- mettere di rinviare ulteriormente le strategie lo stesso Rajenda K. Pachauri, presidente cuni governi. Mentre stavamo chiudendo di riduzione del nostro impatto sul pianeta. dell’Ipcc, ha sentito la necessità di intervenire questo numero ci è arrivata la notizia della Le conclusioni dello studio, che, se letto con nel contenzioso per garantire che «saranno scomparsa di Romeo Bassoli, un grande gior- attenzione e onestà intellettuale, non dovreb- fornite informazioni scientifiche precise… e nalista e per alcuni di noi un amico. Sotto la be dare adito a equivoci, anche questa volta che le persone razionali nei governi e in tutto sua direzione la pagina scientifica de l’Unità e, particolare inedito, addirittura in antici- il mondo potranno vedere nel merito il lavoro negli anni ‘87-‘99 era diventato un impor- po sulla presentazione dei dati, ha dato la che è stato fatto e perché è il caso di intrapren- tante luogo di scambio e di condivisione. Il stura al solito gruppetto di negazionisti per dere un’azione per il clima». In questo senso suo lavoro come comunicatore della scienza, contestare i risultati e le politiche (anche se anche il Corriere della Sera ha fatto la sua par- poi, lo ha portato alla creazione dell’Agenzia piuttosto tiepide) che alcuni governi stan- te con un articolo di Danilo Taino che, par- Zadig e ad una collaborazione proficua con no promovendo per ridurre le emissioni di tendo da “indiscrezioni” filtrate prima della la Sissa di Trieste. Poi, dal 2008, il suo impe- gas serra. La prova decisiva della mancanza presentazione della sintesi del V Rapporto gno come capo ufficio stampa deIl’INFN di una relazione diretta tra attività umane e Ipcc, si affannava a dimostrare come il ridi- (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) è stato riscaldamento globale risiederebbe, secondo mensionamento del global warming rispetto totale e grazie alla sua capacità di divulgazio- gli scettici, nella riduzione dell’aumento della alle previsioni del 2007 «permetta di avere ne, oggi, conosciamo meglio le logiche che temperatura del pianeta negli ultimi 15 anni. un quadro meno orientato dall’allarmismo», presiedono la più recenti scoperte della fisica, Obiezione del tutto risibile poiché un calo affermando che un approccio meno ideologi- compreso il bosone di Higgs, sul quale – in- su un aumento, che comunque persiste, non co sul problema, «potrebbe spingere a politi- sieme a Luciano Maiani – aveva scritto un significa che ci troviamo di fronte a un’in- che sul clima meno polarizzate e più realiste libro (A caccia del bosone di Higgs). Ci dispia- versione di tendenza, al massimo può indi- di quelle recenti e a correggere, ad esempio, ce che una persona così straordinaria che si è care un rallentamento del fenomeno, che, la demagogia delle sovvenzioni a pioggia ca- sempre preoccupata di come rendere la col- oltretutto, per essere sintomatico, deve essere dute sulle energie alternative in Europa». lettività più informate e quindi più consape- valutato su tempi più lunghi. Lo stesso vale Molte delle deduzioni di Taino, abbiamo vi- vole, prima di lasciarci abbia dovuto assistere per i ghiacci polari: l’estensione della ban- sto poi con la presentazione dei dati, si sono ad un così triste episodio di cattiva informa- chisa artica nel 2013 è aumentata, ma si deve rivelate in contrasto con le conclusioni del zione giornalistica e pessima interpretazione considerare che nel 2012 lo scioglimento dei Rapporto che invece mostra la necessità di della scienza. 05 micron / scenari Una pesante eredità Fabio Mariottini Il processo di industrializzazione La trasformazione che tra la fine del fondo. Questo processo di modernizza- XVIII e l’inizio del XIX introdusse un zione del mondo del lavoro, nel tempo, si del nostro paese fu il prodotto nuovo modo di produrre le merci, passa- estese – seppure in maniera disordinata – non governato di una serie di ta alla storia con il nome di “rivoluzione ad altri pezzi del nostro paese, seguendo fattori culturali, sociali e poli- industriale”, avvenne essenzialmente gra- spesso pulsioni economiche e politiche zie al passaggio dalle fonti energetiche che a lungo andare avrebbero mostrato tici che, nel tempo, avrebbero tradizionali (uomo, animali, acqua, ven- tutti i loro limiti fisici e strutturali; in pri- mostrato tutti i loro limiti fisici e to, ecc… ) ad un sistema in cui l’energia mis il difficile e delicato rapporto tra cre- strutturali, a partire dal difficile veniva generata dal vapore dell’acqua scita industriale, salute della popolazione proveniente dalla combustione del car- e ambiente. Le poche norme che regola- e delicato rapporto tra ambiente e bone. «Il processo produttivo pareva vano la permanenza e i comportamenti sviluppo. Oggi di questa crescita, adesso compiersi come un processo line- delle cosiddette “industrie insalubri”, che negli anni ‘50 ha traformato are, svincolato dai cicli riproduttivi della come le definì la legge Crispi-Pagliani natura e quindi “artificiale”, cosicché la del 1888, erano scritte, infatti, in una l’Italia in un importante paese capacità produttiva complessiva sembra- prospettiva igienista e non tenevano as- industriale, rimane una storia va dipendere soltanto dalla disponibilità, solutamente conto dell’impatto sull’am- gloriosa e una larga parte di ter- apparentemente illimitata di materie pri- biente esterno che non fosse misurabile ritorio da bonificare me, di risorse energetiche e di tecnolo- attraverso la tutela della salute umana. gia» (Simone Neri Serneri, Incorporare La stessa logica di dividere in due catego- la natura, Carocci, 2005). rie le industrie “quelle che dovevano esse- Tale processo, oltre ai criteri della produ- re isolate nelle campagne e lontane dalle zione – che da artigianale diventò seria- abitazioni” e “quelle che esigono speciali le – modificò anche la concezione dello cautele per l’incolumità del vicinato”, finì spazio, del tempo e i rapporti sociali, in realtà col garantire ad alcuni stabili- mentre le forti spinte all’inurbamento di menti la libertà di inquinare. Alla prima masse sempre più imponenti di persone categoria appartenevano in genere le in- trasformarono la fisionomia e l’essenza dustrie chimiche, i cui prodotti di lavora- stessa delle città. Da queste dinamiche zione (acido solforico, carburo di calcio, sarebbe germinata poi la “seconda rivolu- soda, esplosivi, coloranti sintetici, cromo, zione industriale” che, a partire da metà amianto) producevano un forte impatto Ottocento, avrebbe definitivamente sul territorio. cambiato il nostro modo di essere e l’at- Emblematico, per durata ed effet- lante geopolitico del mondo. L’impulso ti sull’ambiente, è il caso dell’ACNA a questo rapido sviluppo avvenne anco- di Cengio, che nasce nel 1882 per la ra una volta in virtù dell’applicazione di produzione di dinamite e, in seguito, nuove fonti energetiche, quali l’elettrici- estenderà la propria attività anche ai co- tà e il petrolio. loranti sintetici. L’impatto dell’azienda In questo contesto l’Italia si muoveva a sull’ambiente circostante apparve ben velocità diverse, evidenziando un forte presto così evidente da far dichiarare al divario tra il triangolo industrializza- Pretore di Mondovì, già nel 1909, “in- to del Nord: Lombardia, Piemonte e quinati i pozzi di paesi situati a valle di Liguria, e il Sud ancora alle prese con una Cengio” (Acna e Val Bormida, Pier Paolo economia segnata dalle angustie del lati- Poggio….). Il massimo dello sforzo pro- 06 micron / scenari duttivo e conseguentemente dell’impatto sull’ambiente circostante, in particolare sul Bormida, arrivarono però con la Prima guerra mondiale. “Dal solo impianto di aci- do picrico si scaricano nel fiume da 10 a 50 metri cubi di acque di lavorazione, con un inquinamento che si estende di almeno 70 chilometri a valle della fabbrica”(*). È però nel ventennio fascista che, a seguito delle sanzioni, la chi- mica nazionale assumerà un ruolo strategico che manterrà anche all’indomani della Seconda guerra mondiale. Con il passaggio dall’utilizzo del carbone a quello dei derivati del petrolio le condizioni dei lavoratori all’interno dello sta- bilimento e l’inquinamento dell’ambiente esterno, però, non migliorarono. In alcuni reparti, infatti, fino alla fine degli anni ’70 del secolo scorso la maggioranza degli operai percepiva le indennità “penosa, nociva, disagiata”; una mo- netizzazione della salute, accettata anche dalle rappresen- La vicenda dell’ACNA di Cengio rappresenta il paradigma dello sviluppo dell’Italia moderna tanze sindacali, che, sommata alla mancanza di alternative lavorative, costituivano i presupposti per il degrado delle condizioni di lavoro dei dipendenti. Solo negli anni ’60 si aprirà all’interno dello stabilimento un timido dibattito sul tema della salute, mentre per ciò che riguarda l’ambien- te esterno bisognerà attendere fino agli anni ‘80 e l’insor- gere di una cultura ecologica che rimettesse in discussio- ne lo scambio tra lavoro e salute, tra salario e integrità del territorio. La strategia perseguita dalla fabbrica, però, fatta essenzialmente di pochi investimenti nella ricerca e molti abusi ambientali, aveva già esaurito il suo ciclo. A farne le spese furono i lavoratori, che da 3.841 del 1980, passaro- no nel 1982 a 2.686. Era l’inizio della fine, che, anche se con alcuni colpi di coda, si protrarrà fino al gennaio 1999, anno in cui l’ACNA arriverà alla conclusione di un’avven- tura durata 117 anni. Gli strascichi della bonifica del sito e dei risarcimenti sono ancora oggi oggetto di contenzio- so. Questa vicenda, per la sua rilevanza e le soggettività coinvolte – cittadini, istituzioni, lavoratori – rappresenta il paradigma dello sviluppo dell’Italia moderna: la nasci- ta dell’industria, il passaggio da paese agricolo a paese in- 07 micron / scenari dustriale, il ruolo spesso distorto della politica nelle scelte economiche e imprenditoriali. Lo sviluppo industriale dell’Italia non si è però esplicitato solo nelle forme “acute”, come in questo caso, ma ha assunto anche i tratti distintivi di un fenomeno complesso condizionato, spesso, dalle peculiarità territoriali. A Terni, fino al secondo do- poguerra polo industriale di rilevanza nazionale, ad esempio, attorno alle acciaierie nate nel 1884, si svi- luppò un sistema industriale che, estendendosi lun- go le direttrici del fiume Nera e la linea ferroviaria Ancona-Orte-Roma per una trentina di chilometri, determinò l’assetto urbanistico e ambientale di tut- ta la Conca Ternana. Questo percorso rappresenta il filo rosso che unisce gli stabilimenti elettrochimi- ci di Papigno e Collestatte con le aziende chimiche di Nera Montoro, a pochi chilometri da Orte. In questo quadro si distinguono, oltre alla incombente presenza dell’acciaieria, anche un tessuto diffuso di industrie chimiche (Società Italiana per il Carburo di Calcio, Acetilene e altri Gas, Società Italiana Ri- cerche Industriali, Società Umbra Prodotti Chimici, Polymer, Elettrocarbonium, solo per citarne alcune) che determinarono un pesante inquinamento del territorio. «Questo ampio e complesso apparato produttivo concorre alla trasformazione del territo- rio in due modi: attraverso la sua stessa presenza, in considerazione della mole degli insediamenti indu- striali che occupano ampie superfici... e attraverso il diverso sfruttamento, rispetto al passato, delle prin- cipali risorse a disposizione, cioè suoli ed acqua» (Industria, ambiente e territorio, a cura di Salvatore Adorno e Simone Neri Serneri, Il Mulino). La crescita economica e l’espansione urbana del ter- ritorio ternano – la città di Terni passò tra il 1881 e il 1901 da 15 a 30.000 abitanti, con notevoli conse- guenze dal punto di vista sanitario e infrastruttura- le – seguirono le varie fasi dello sviluppo industriale iniziato verso la fine dell’Ottocento, consolidatosi /C poi negli anni ’20-’30 del Novecento e durato fino 2 alla deindustrializzazione del secondo dopoguerra. H Questo sviluppo così rapido e irruento ebbe notevoli 4/ ripercussioni sulla salute della popolazione e l’inte- 08 micron / scenari grità del territorio, denunciate già alla fine dell’Ot- in termini ambientali, il prezzo pagato a questa mo- tocento da alcuni medici e intellettuali. Di questa dernizzazione? Sicuramente alto, se, come illustra la “età dell’oro” rimane oggi un’area, Papigno, inserita ricerca SENTIERI, vaste aree del paese (all’incirca dallo studio SENTIERI (Studio Epidemiologico il 3% del territorio) devono ancora essere bonificate. Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) finanziato dal Ministero - L’Italia ha fatto tardi i conti con i danni della Salute tra i “siti di interesse nazionale per le bo- provocati dallo sviluppo industriale nifiche” (SIN), e la volontà di alcune aziende che ca- e, spesso, solo in occasione di tragedie parbiamente cercano di trovare negli errori del passa- to, gli stimoli per un nuovo sviluppo rispettoso dell’ ambiente e della salute degli abitanti. Bisogna aggiungere, inoltre, che l’Italia non è stata Ancora diverso è il modello che si realizza nel solerte a fare i conti con i guasti che l’industria, in Meridione, dove a Bagnoli il polo siderurgico dell’Il- particolare quella chimica, ha esercitato sull’ambien- va (1910), la Montecatini (1907), la Eternit (’36- te e, quando lo ha fatto, è stato prevalentemente a ’38), il petrolchimico di Gela (1963) e il siderurgico causa di gravi incidenti occorsi agli impianti o di di Taranto (1965) avrebbero a lungo rappresentato aspri conflitti con la popolazione. Gli esempi più una importante risorsa economica e la speranza di ri- noti al riguardo sono i disastri di Seveso, nel 1976, scatto di un Mezzogiorno non più rassegnato a vive- con la fuoriuscita di una nube tossica di diossine dal- re solo nel passato. Oggi, di cosa sia successo all’am- lo stabilimento Icmesa, e, sempre nello stesso anno, biente e alla salute degli abitanti di Taranto sappia- l’esplosione nel complesso Anic di Manfredonia che mo molto e le notizie non sono edificanti, mentre sul portò alla dispersione in atmosfera di 10 tonnellate petrolchimico di Gela, altro SIN, abbiamo una re- di anidride arseniosa e 18 tonnellate di ossido di car- lazione dell’Oms che lo classifica come sito “ad alto bonio, con gravi danni all’ambiente e alla salute delle rischio ambientale”. Attorno a questa eterogeneità di persone. Assieme a questi episodi, che evidenziava- situazioni si produrrà quel fenomeno chiamato “mi- no tutti i limiti di una crescita senza regole e poco racolo economico” costruito in larga parte sul dum- rispettosa dell’ambiente, nascevano le prime forme ping sociale e ambientale, ma favorito anche dalla di contestazione da parte delle popolazioni verso le genialità di scienziati della caratura di Giulio Natta produzioni e gli insediamenti industriali la cui noci- che nel 1963 si aggiudicò, insieme a Karl Ziegler, vità per la salute e l’ambiente erano evidenti. La stra- il premio Nobel per la chimica per “le ricerche e le da verso la nascita di un movimento ambientalista, scoperte realizzate sulla polimerizzazione stereospe- comunque, era stata tracciata all’inizio degli anni ’60 cifica del propilene”, aprendo la strada all’invenzione dalla biologa statunitense Rachel Carson con la pub- della plastica, che per la sua duttilità nell’arco di po- blicazione Primavera silenziosa (1962) che metteva chi anni avrebbe rivoluzionato il nostro stile di vita. sotto accusa l’uso incontrollato dei pesticidi e in par- Siderurgico e industria chimica, infatti, nel decennio ticolare del DDT. Un’impresa coraggiosa se si consi- ’53-’63 avrebbero costruito i presupposti di quel dera che la chimica al tempo era un settore in grande “boom” che nel 1958 portò, in termini di occupazio- espansione e il DDT, dagli anni ’40, aveva finto per ne, al superamento dell’industria rispetto al settore rappresentare l’emblema della sconfitta della malaria primario e a una crescita del Pil superiore al 6%. e la possibilità di un miglioramento della resa delle Dunque, mentre l’intero sistema economico nazio- coltivazioni. Il libro ebbe una fortuna inaspettata e nale si trasformava, le imprese italiane si espandeva- diventò presto a livello mondiale il punto di riferi- no in modo dissennato sul territorio generando pres- mento di un nuovo modo di considerare l’ecosiste- sioni insostenibili sull’ambiente. Ma quanto è stato, ma. Dieci anni dopo, lo studio commissionato al 09 micron / scenari Mit (Massachusetts Institute of Technology) dal Club ti. L’atteggiamento del movimento ambientalista di Roma, I limiti dello sviluppo, per la prima volta cambiò con l’Heart Summit su ambiente e sviluppo avrebbe dimostrato scientificamente un legame tra che le Nazioni Unite organizzarono a Rio de Janeiro consumo delle risorse naturali e crescita economica. e che vide la partecipazione di quasi tutti i capi di In Italia si dovrà attendere fino agli anni ‘70 perché Stato e di governo. L’idea di uno stretto legame tra le lotte in fabbrica per la tutela della salute dei lavora- economia ed ecologia diventò così, almeno negli in- tori, caratterizzate da una forte impronta politica, si tenti, da convincimento di pochi, a patrimonio con- estendessero anche all’inquinamento del territorio, diviso dalla stragrande maggioranza delle nazioni. Il determinando un ambientalismo che, superando la grande merito del summit fu quello di trasformare logica “protezionistica” della natura, iniziò a mettere la teoria dello sviluppo sostenibile, formulata dalla in discussione il modello di sviluppo. “Commissione mondiale per l’ambiente e lo svilup- Punto di riferimento di questa nuova visione dell’am- po” nel 1987, nella possibilità reale di un cambia- bientalismo furono per lo più alcune riviste quali mento di rotta nel nostro modo di intendere la cre- Natura e società, animata da Dario Paccino, Ecologia, scita economica. Questo nuovo modo di interpreta- fondata da Virgilio Bettini, Sapere, diretta da Giulio re lo sviluppo da parte dei Governi mondiali, provo- Maccacaro, unite all’opera di alcuni scienziati qua- cò importanti cambiamenti anche tra le associazioni li, per citare i più noti: Laura Conti, Enzo Tiezzi, ambientaliste. Italia Nostra e Wwf, ad esempio, che Gianni Mattioli, Massimo Scalia. La questione am- avevano operato prevalentemente per la tutela del bientale rimase, comunque, almeno fino alla seconda paesaggio e la conservazione della natura, iniziarono metà degli anni ’70, patrimonio di un numero esiguo a interessarsi anche di sviluppo, di economia, di con- di militanti e non fu sufficiente nemmeno la crisi pe- sumi e di crescita demografica. trolifera del 1973 a risvegliare la maggior parte degli Se i postulati di Rio potevano però rappresentare, italiani dal sogno di una crescita senza limiti. È con nella loro formulazione, una svolta epocale nello svi- le mobilitazioni contro la costruzione di centrali nu- luppo dell’umanità, a distanza di più di venti anni cleari che, anche in Italia, crescerà una nuova sensi- da quello straordinario incontro bisogna riconosce- bilità ecologica e la protesta assumerà un carattere di re, purtroppo, che i risultati sono stati abbastanza massa. Fino agli anni ‘80, però, la logica che guiderà modesti e, a volte, la situazione complessiva am- il movimento ambientalista in Italia sarà ancora for- bientale del pianeta è anche peggiorata. Gli impegni temente legata all’opposizione. sul clima, alla scadenza del Protocollo di Kyoto, si A questa rigidità del mondo ambientalista faceva sono arenati. La perdita di biodiversità, nonostante da specchio un sistema industriale che troppo poco le dichiarazioni di buona volontà, è aumentata. Le si spendeva per migliorare le condizioni dei lavora- foreste continuano ad essere sacrificate alla crescita economica e demografica. La desertificazione è au- mentata, producendo come conseguenze la migra- - Negli anni Ottanta del secolo scorso zione di intere popolazioni. Sugli obiettivi dell’A- il movimento ambientalista riuscì ad genda 21 la situazione è sicuramente peggiorata: è aprire una breccia nel nostro paese aumentata la povertà nel sud dell’Asia e in molti pae- si sub-sahariani. L’agricoltura, a causa degli alti costi tori in fabbrica e l’impatto sull’ambiente esterno. delle materie prime e dei disastri naturali, sempre più Sul cahier de doléance degli ecologisti c’erano però frequenti, è diventata “insostenibile”. La competiti- anche la cattiva gestione del territorio, la costruzio- vità industriale ha portato le grandi aziende a delo- ne delle grandi e spesso inutili opere pubbliche, la calizzare nei paesi più poveri, dove esistono meno mancanza di una politica seria su rifiuti e i traspor- vincoli sociali e ambientali. A questi problemi si è 10
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