MANGIA (BENE) CHE PERDI PESO Sentirsi in forma con la dieta di segnale Mercoledì, 19 febbraio 2014 dalle 18 alle 20 ALIMENTAZIONE, CELLULITE E INFIAMMAZIONE Intolleranze da sovraccarico alimentare, ritenzione idrica e cellulite Mauro Mezzogori, naturopata professionista “Chi non ha tem o p er la nutrizione p e l’attivitàfisica farebbe me lio g a riservare il suo tem o p ” per le future malattie Michael Colgan: “Continuing medical education lectures”. 1988. http://www.drmichaelcolgan.com/index.html Le diete ipocaloriche, alla lunga, non funzionano! 74 *Ricercatori dell'UCLA (University 72 of California, Los Angeles) dopo 70 aver preso in esame 31 studi incentrati su regimi alimentari 68 ipocalorici, dichiarano che dopo 66 un'iniziale perdita di peso, 64 peso kg 62 alcune volte anche considerevole, 60 cioè il 10-15% del peso iniziale, si registra nella stragrande 58 maggioranza dei casi, una 56 successiva e rapida riacquisizione del peso perso. 54 E spesso ci si trova, più grassi di prima! o i z i n *Mann T. et al. - Medicare's search for i effective obesity treatments: diets are not the answer - American Psychologist, Vol 62(3), Apr. 2007, 220-233. inibisce ADIPOCITI Neuropeptide Y (NPY) SENSO DI SAZIETA IL1, IL6 TNF-alfa stimola la produzione NFkB LEPTINA di POMC (beta-LPH, alfa-MSH, CRH) TRF, GnRF, GHRF PROOPIOMELANOCORTINA TRF G n R F GHRF (cid:1) (cid:1) (cid:1) (cid:1) (cid:1) (cid:1) TSH F S H e L H GH beta-LPH alfa-MSH ACTH (cid:1) (cid:1) (cid:1) (cid:1) (cid:1) (cid:1) f T3, f T4 testoster. IGF-1 beta- azione NORADR. (cid:1) estrogeni (cid:1) endorfine anti (cid:1) aumento progestr. muscoli (cid:1) infiam- adrenalina metabo- (cid:1) ossa analgesia matoria (cid:1) lismo fertilità cartilag. tono Fame Dieta IPOcalorica Riduzione della spesa Riduzione energetica LEPTINA Ipotalamo Tessuto adiposo o n t Sazietà e m A u N A T I P E Aumento L della spesa energetica Alimentazione NORMO-calorica (cid:1) 1. Se l’apporto calorico complessivo è insufficiente (segnale di carestia) anche la produzione di leptina lo sarà. 2. La carenza di leptina sarà “letta” dall’ipotalamo (la centralina di regolazione dell’organismo) come deficit di riserve energetiche ed indurrà un rallentamento della velocità metabolica. 3. Un recente lavoro di *Sainsbury and Zhang evidenzia che l’organismo risponde alla restrizione calorica innescando delle risposte adattive orientate ad una marcata riduzione della spesa energetica ed al recupero del peso perso. 4. Tali modificazioni si manifestano anche in individui obesi o sovrappeso che abbiano perso anche solo una piccola percentuale di peso corporeo (6-7%) e persino quando la perdita di peso è raggiunta applicando modesta restrizione calorica con o senza attività fisica. *Sainsbury and Zhang – Role of the hypotalamus in the neuroendocrine regulation of body weight and composition during energy deficit. - «Obesity Reviews» 2011. (cid:2) *“La restrizione dietetica porterà inizialmente le persone in eccesso ponderale a una perdita di peso e di grasso (nei primi mesi), ma contemporaneamente attiverà uno stato neuroendocrino che si ripercuoterà negativamente sulla composizione corporea promuovendo l’accumulo di grasso a livello viscerale (con un maggior rischio di malattie dismetaboliche ad esso correlate come il diabete mellito tipo II e l’aterosclerosi) e la riduzione della densità ossea e della massa muscolare, predisponendo ad affezioni strutturali come l’osteoporosi e la sarcopenia”. *Sainsbury and Zhang – Role of the hypotalamus in the neuroendocrine regulation of body weight and composition during energy deficit. - «Obesity Reviews» 2011. 1. Oltre alla leptina l’adipe addominale, soprattutto se in eccesso, produce delle citochine infiammatorie, quali IL-1, IL-6 e TNF-alfa. 2. Queste citochine riducono la sensibilità dei recettori per l'insulina, sia in modo diretto che indiretto, 3. In condizioni d’insulino-resistenza l'organismo invece di utilizzare i nutrienti per produrre energia e calore, tende a depositarli sotto forma di grasso, alimentando un circolo vizioso che alla lunga favorisce l’instaurasi della sindrome metabolica. 1. Il tessuto adiposo localizzato nella regione addominale, che caratterizza il sovrappeso “a mela”, è associato ad un più alto rischio (rispetto al grasso periferico, ad esempio quello nella zona gluteo-femorale) di “sindrome metabolica” e quindi di mortalità cardiovascolare. 2. La sindrome metabolica è caratterizzata da: eccesso di adipe addominale, insulino-resistenza, iperglicemia o diabete di tipo II, dislipidemie, ipertensione arteriosa e malattie cardiovascolari. 3. La misura della circonferenza addominale permette di valutare, anche se in modo approssimativo, la massa adiposa addominale.
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