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Le opzioni contabili nella presentazione del bilancio redatto secondo la normativa internazionale. PDF

322 Pages·2014·3.04 MB·Italian
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Corso di Laurea magistrale (ordinamento ex D.M. 270/2004) in Amministrazione, finanza e controllo Tesi di Laurea Le opzioni contabili nella presentazione del bilancio redatto secondo la normativa internazionale. Tradizione contabile ed opportunismo manageriale. Relatore Ch. Prof. Carlo Marcon Laureanda Chiara Sartori Matricola 828762 Anno Accademico 2013 / 2014 1 A mia mamma, perché da lassù possa essere fiera di me 2 Sommario .......................................................................................................................................... 1 Sommario ......................................................................................................................... 3 Premessa .......................................................................................................................... 5 Obiettivo del lavoro ...................................................................................................... 5 Sezione descrittiva ............................................................................................................ 8 1. Concetti introduttivi ................................................................................................. 9 1.1 I principi contabili internazionali ....................................................................... 9 1.2 L’oggetto del bilancio ....................................................................................... 20 1.3 La finalità del bilancio ...................................................................................... 23 1.4 La composizione ............................................................................................... 25 1.5 Le caratteristiche qualitative ........................................................................... 27 2. I documenti di bilancio previsti dai principi contabili internazionali IAS/IFRS e le opzioni contabili concesse .............................................................................................. 34 2.1 Le opzioni nella presentazione del bilancio ..................................................... 37 2.2 I prospetti contabili previsti dalla normativa internazionale ........................... 43 2.3 Il prospetto della situazione patrimoniale e finanziaria .................................. 45 2.4 Il prospetto del conto economico complessivo ............................................... 55 2.5 Il prospetto delle variazioni del patrimonio netto ........................................... 75 2.6 Il prospetto di Rendiconto Finanziario............................................................. 78 2.7 Il prospetto delle note esplicative ................................................................... 86 2.8 Altri allegati al bilancio ..................................................................................... 88 3. I fattori determinanti nelle scelte effettuate dai redattori del bilancio: tradizione contabile e opportunismo manageriale ......................................................................... 91 3.1 La tradizione contabile ................................................................................... 106 3.2 L’opportunismo manageriale ......................................................................... 131 3 Sezione Empirica ........................................................................................................... 167 4. L’analisi empirica .................................................................................................. 168 4.1 La presentazione dei dati e l’obiettivo della ricerca ...................................... 170 4.2 I risultati ottenuti e la tradizione contabile precedente................................ 184 4.3 I risultati ottenuti e l’opportunismo manageriale ......................................... 254 4.4 Le principali conclusioni sull’analisi svolta ..................................................... 284 Conclusioni ................................................................................................................... 299 Appendice ................................................................................................................. 313 Bibliografia ................................................................................................................ 314 Sitografia ................................................................................................................... 321 4 Premessa Obiettivo del lavoro La seguente ricerca si pone l’obiettivo di dimostrare come le opzioni contabili, concesse nel processo di redazione del bilancio d’esercizio, possano ostacolare il raggiungimento dei requisiti di comparabilità e trasparenza sui quali si fonda la normativa internazionale. Gli International Accounting Standards, e i successivi, International Financial Reporting Standards nascono infatti con l’ambizione di creare un’informativa di bilancio comune fra i diversi stati, la quale può essere raggiunta solamente promuovendo un linguaggio contabile condiviso e realizzando prospetti che possano essere fra loro confrontabili, sia da un punto di vista visivo che da un punto di vista valutativo. La seconda caratteristica che deve essere necessariamente presentata nei documenti di bilancio è la trasparenza, i dati contenuti nei prospetti non devono infatti essere fuorvianti o indurre nel lettore decisioni differenti da quelle che altrimenti avrebbe intrapreso. L’evidenza empirica sembra dimostrare, tuttavia, che il processo di armonizzazione contabile non è ancora stato compiuto; infatti permangono ancor ‘oggi numerose differenze nell’applicazione delle disposizioni tra le diverse aziende che adottano la stessa normativa. Le cause della persistenza di tali discrepanze sono da ricercare nelle opzioni contabili che i principi IAS/IFRS concedono al preparatore del bilancio, sia in termini di presentazione dei dati che in termini di valutazione delle voci. L’effetto che deriva dalla presenza di tali alternative si concretizza in una strutturazione di schemi contabili che differiscono non solo tra nazioni diverse, ma anche tra aziende della stessa nazione che operano in settori di business dissimili. Nel presente studio si rilevano principalmente due fattori capaci di influenzare le scelte intraprese dai manager davanti alle diverse options: da un lato si richiama la tradizione contabile degli stati, i quali possono denunciare un forte ancoramento alle procedure contabili applicate nel passato; dall’altro lato si individuano i comportamenti opportunistici del management, in quanto gli stessi redattori possono manipolare la presentazione degli schemi contabili per finalità puramente soggettive. Essi potrebbero, ad esempio, sfruttare la libertà di redazione concessa dalle disposizioni internazionali, enfatizzando solo i risultati in linea con un giudizio positivo e mascherando di conseguenza le performance non soddisfacenti. 5 Il lavoro svolto si sviluppa in due parti: una prima sezione descrittiva nella quale si introduce il concetto di bilancio, gli obiettivi ad esso associati e gli schemi contabili previsti dalla normativa internazionale e una seconda sezione focalizzata su uno studio empirico. La prima parte si scompone a sua volta in tre capitoli: nel primo, introduttivo, si presentano il bilancio, gli obiettivi e i principi di redazione. Il secondo capitolo si focalizza nella presentazione dei diversi documenti che compongono l’informativa contabile prevista dalle disposizioni internazionali, le quali richiedono un numero di prospetti superiore rispetto alla normativa civilistica. Sebbene tale impostazione sembri dimostrare una maggiore completezza assoggettabile al bilancio stilato secondo gli schemi contabili internazionali, è altrettanto vero però, che i prospetti redatti uniformemente a tale normativa non seguono una struttura predefinita, giovando di una libertà di scelta nella loro composizione e strutturazione che a volte può condurre a delle lacune informative. Per ogni schema contabile si riporteranno, inoltre, le alternative concesse dagli IAS/IFRS nella redazione degli stessi documenti. Nel terzo capitolo, infine, si richiama la letteratura esaminata sulla teoria dell’Accounting Choice, la quale rappresenterà il punto di partenza per lo sviluppo dello studio empirico. La seconda sezione riporta una ricerca effettuata su un campione di 426 aziende (di cui 70 italiane, 70 tedesche, 70 francesi, 108 inglesi e 108 australiane) per le quali si sono indagate una serie di variabili collegate alle opzioni contabili. In questa sede ci si è concentrati solo sulle quelle correlate al tema della presentazione degli schemi di bilancio, cercando di dimostrare come le decisioni effettuate dai manager possano derivare dalla tradizione contabile precedente o possano nascondere delle giustificazioni di convenienza. I redattori del bilancio infatti potrebbero essere tentati ad effettuare scelte a loro più opportune cercando di conquistare il pubblico di stakeholders esterno, andando ad inquinare addirittura l’informativa contabile che viene trasmessa loro. Infine, il lavoro si concluderà con un accenno al Financial Statement Presentation e agli altri progetti di convergenza promossi con lo scopo di ottenere un livello di omogeneizzazione contabile sempre più diffusa. Non risulta sufficiente promuovere la mera applicazione dei principi contabili internazionali affinché le aziende adottino uno 6 stesso linguaggio contabile, infatti la diversità può permanere comunque ancorata nelle opzioni di scelta che gli stessi principi concedono. 7 Sezione descrittiva 8 1. Concetti introduttivi 1.1 I principi contabili internazionali I principi contabili internazionali IAS/IFRS, i quali rappresentano una serie di disposizioni riconosciute a livello mondiale, si pongono come principale obiettivo la creazione di una informativa contabile di qualità, la quale potrà essere raggiunta solamente attraverso la promozione di una maggiore trasparenza e comparabilità dei dati economico-finanziari e il sostenimento di un processo di armonizzazione e standardizzazione delle regole contabili1. La diffusione di pratiche contabili comuni concede inoltre alle imprese la possibilità di poter accedere a mercati finanziari con un orizzonte di livello globale, ampliando così le opportunità di finanziamento. Nonostante nel corso del tempo i principi contabili internazionali si siano diffusi nel mondo raggiungendo l’applicazione, obbligatoria o volontaria, in circa 1002 paesi, la loro attuazione però non è avvenuta in modo uniforme3. Essi sono obbligatori nei paesi dell’Unione Europea, Norvegia, Perù, Sudafrica, Hong Kong, Filippine, Nuova Zelanda e Australia; mentre sono ammessi in modo facoltativo in paesi come Russia e Singapore. In altri stati come Stati Uniti, Canada4 e Giappone, dove vengono ancora seguiti i principi contabili nazionali, sono nati dei progetti di convergenza al fine di promuovere un allineamento della normativa locale ad un’ottica internazionale. 1 L’obiettivo del Regolamento Europeo num. 1606/2002, che ha reso obbligatorio l’utilizzo degli IAS/IFRS per i bilanci consolidati delle società europee, è il seguente: “…the adoption and use of international accounting standards in the Community with a view to harmonizing the financial information…in order to ensure a high degree of transparency and comparability of financial statements and hence an efficient functioning of the Community capital market and of the Internal market”. 2 Si veda: PriceWaterhouseCoopers; 2007; Finanza e diritto; III; num.1 3 Si veda: Nobes; 2006; The survival of international differences under IFRS: towards a research agenda; Accounting and Business Research; 39:4; 233-245 Nobes; 2013; The continued survival of international differences under IFRS; Accounting and Business Research; 43:2; 83-111 4 In Canada a partire dal 1° Gennaio 2011 è obbligatoria l’applicazione degli IAS/IFRS per l’informativa contabile relativa alle piccole-medio imprese. 9 In Europa la normativa IAS/IFRS è stata applicata dagli stati dell’UE5 in conformità con le disposizioni contenute nel regolamento comunitario numero 1606/20026 emanato dal Parlamento Europeo. Tale regolamento stabilisce che a partire dal 1° gennaio 2005 le società quotate debbano redigere il bilancio consolidato seguendo la normativa IAS/IFRS. L’Unione Europea ha lasciato poi agli stati membri la facoltà di estendere l’adozione della normativa internazionale anche a tipologie di società differenti da quelle indicate nel regolamento. Questo, ha creato un primo livello di disomogeneità tra gli stessi stati europei: basti pensare che all’interno di alcuni paesi la normativa internazionale è applicabile solo ai bilanci consolidati delle società quotate, mentre in altri il suo utilizzo si diffonde anche ai bilanci individuali delle società finanziarie e di tutte le società facenti parte di un gruppo. A dire il vero, alcuni stati europei avevano anticipato l’applicazione degli IAS/IFRS e ne avevano permesso l’utilizzo ancora prima dell’approvazione del regolamento comunitario. Ad esempio, in Austria i bilanci consolidati potevano seguire le regole internazionali già dal 1998, a Malta dal 1995 e in Lituania a partire dal 1997. Questa accelerata attuazione della normativa internazionale denunciava il bisogno di costruire una disciplina contabile di stampo internazionale, comune e condivisa fra i diversi paesi, la quale fosse in grado di creare una comunicazione economico-finanziaria comparabile, almeno all’interno dei confini europei. L’importanza associata alla realizzazione di un set di regole uniformi nella presentazione dei bilanci è stata percepita anche nel resto del mondo, sebbene l’applicazione della normativa internazionale sia avvenuta con modalità differenti. Nel continente asiatico, per esempio, alcuni stati hanno promosso una rivisitazione dei principi contabili nazionali in modo da allinearli agli IAS/IFRS. In nazioni come Nuova Zelanda, Hong Kong e Malesia i principi contabili locali sono stati quindi riadattati con l’obiettivo di avvicinarli sempre più alle disposizioni internazionali. Anche le Filippine hanno seguito un processo di armonizzazione della loro normativa contabile nazionale verso i principi IAS/IFRS, 5 Nel 2005, anno dell’introduzione della normativa internazionale in Europa, i paesi facenti parte dell’UE erano 25: Austria, Belgio, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia ed Ungheria. Oggi, con l’ingresso della Bulgaria e della Romania nel 2007 e della Croazia nel 2013, si raggiunge la soglia dei 28 paesi. 6 http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32002R1606&from=IT 10

Description:
Anche in Italia, come negli altri paesi dell'UE, l'introduzione della normativa vigilate, istituti di moneta elettronica;. • Imprese principio contabile inglese individuato nel format 1 of Schedule 4° of chiudono il bilancio al 30 giugno, Derichebourgh, Manutan Group, Pierre et Vacances, Anal
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