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Le memorie difficili. Ricordo e oblio dopo le guerre in Jugoslavia PDF

178 Pages·2013·4.706 MB·Italian
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Ricordare un evento epocale come la guerra che è avvenuta in Jugoslavia è difficile, anzitutto per quelli che quell’evento lo hanno vissuto, che ne hanno patito gli orrori e ancora ne subiscono le conseguenze. Andare alla ricerca delle cause, interrogare le memorie, ricostruire i contesti, demolire false ricostruzioni, è compiere un percorso insidioso. Il terreno è pieno di trappole e di pericoli: gli usi politici della memoria si innestano su memorie comuni radicate fin nel mito, toccando quel nucleo dove si formano e si deformano le identità individuali e collettive; paradigmi neo-coloniali si affiancano a mode culturali effimere; stereotipi radicati si sovrap­ pongono a ricostruzioni di comodo, in un univer­ so caleidoscopico e mutevole. Questo volume raccoglie undici contributi di studiosi che affron­ tano il tema della memoria storica in rapporto ad alcuni eventi epocali del nostro tempo. ISBN 978-88-95324-38-8 € 20,00 Giuliana Parotto è docente di Filosofia Politica al Dipartimento di Scienze Politiche e sociali dell'Università di Trieste. Si è occupata di Eric Voegelin e Hans Urs von Balthasar in una prospettiva filosofico-politica. Tra i suoi principali interessi scientifici sono la teologia politica e il rapporto tra religione e politica. Ha partecipato a numerose ricerche nazionali e internazionali. Ha pubblicato La politica tra storia ed escatologia (Milano 2000); Zum Einfluss von Urs von Balthasar auf Eric Voegelin, (München 2002); Il simbolo della storia (Padova 2004); La Sacra Officina (Milano 2007). Gli autori dei saggi di questo volume sono: Luigi Alfieri Università di Urbino Damir Arsenijević Università di Tuzla Claus Ekkehard Bärsch Institut für Religionspolitologie, Duisburg Giulio Maria Chiodi Istituto Universitario "Suor Orsola Benincasa" di Napoli Tiziana Gislimberti Università di Pavia Stella Marega Università dell’Insubria a Varese Slobodan Marković Università di Novi Sad Dušan Marinović Università di Novi Sad Igor Pribac Università di Lubiana Nino Raspudić Università di Zagabria Svetlana Slapšak Graduate School of Humanities di Lubiana Marta Verginella Università di Lubiana Le memorie difficili Ricordo e oblio dopo le guerre in Jugoslavia a cura di Giuliana Parotto © 2010 Beit casa editrice, Trieste www.beitcasaeditrice.it ISBN 978-88-95324-38-8 Alla realizzazione del convegno Le memorie difficili. Ricordo e oblio dopo le guerre in Jugoslavia. Dif ficult memories. Remembrance and oblivion after Yugoslav wars (Trieste 29-30 Marzo 2012 ) i cui atti sono raccolti nel presente volume ha contribuito il Centro per la Ricerca dell'immaginario e del Simbolico della Storia e della Politica di Trieste, legato alla rete Symbolicum. Il convegno rientra inoltre in un Progetto di Ricerca di interesse nazionale cofinanziato dal Miur sul problema della guerra e del conflitto (2008). +++In copertina: Foglia, Manuela Sedmach. In quarta di copertina: foto di Alice Meden, Memoriale del genocidio di Srebrenica, Potočari (Repubblica di Bosnia ed Erzegovina), inverno 2009 Coordinate 44°9'26.31"N 19°18'4.74"E (dal libro di Emir Suljagić, Cartolina dalla fossa, Beit casa editrice, Trieste 2010). La scheda bibliografica è riportata nell'ultima pagina del libro. INDICE 7 GIULIANA PAROTTO Introduzione 13 MARTA VERGINELLA Lo svilimento della memoria e l'uso politico della storia in Slovenia 28 NINO RASPUDIĆ Orientalismo e dilettantismo nella saggistica italiana sulla Guerra nella exfugoslavia 46 GIULIO MARIA CHIODI “La politica è la continuazione della guerra con altri mezzi": varianti nella memoria storica 67 LUIGI ALFIERI Guerra dei mondi: La costruzione distruttiva dellalterità 80 SVETLANA SLAPŠAK Storie aggrovigliate, memorie aggrovigliate: come decodificare le iscrizioni in memoria della Guerra jugoslava 95 SLOBODAN I. MARKOVIĆ e DUŠAN MARINOVIĆ La Serbia nelle politiche di memorie e nelle strategie di oblio della Guerra in Jugoslavia 109 DAMIR ARSENIfEVIĆ L'amore dopo il genocidio 126 STELLA MAREGA “Dal ricordo al presente della coscienza ". La memoria come esperienza filosofica e teoria politica 136 TIZIANA GISLIMBERTI I fantasmi del passato 143 CLAUS-EKKEHARD BÀRSCH II significato del ricordo della Seconda guerra mondiale per il pensiero politico dei tedeschi 153 IGOR PRIBAC La giustizia storica e il problema della non identità 170 Notizia sugli Autori 173 Indice dei nomi INTRODUZIONE di Giuliana Parotto Ricordare la guerra che è avvenuta in Jugoslavia è difficile, anzitut to per quelli che l’hanno vissuta, che ne hanno patito gli orrori e ancora ne subiscono le conseguenze. Andare alla ricerca delle cause, interrogare le memorie, ricostruire i contesti, demolire false ricostruzioni, è compiere un percorso insidioso. Il terreno è pieno di trappole e di pericoli: gli usi politici della memoria si innestano su memorie comuni radicate fin nel mito toccando quel nucleo dove si formano e si deformano le identità individuali e collettive; paradigmi neo-coloniali si affiancano a mode cul turali effimere; stereotipi radicati si sovrappongono a ricostruzioni di co­ modo, in un universo caleidoscopico e mutevole. La memoria della guerra in Jugoslavia è difficile anche per coloro che non l’hanno vissuta, almeno direttamente. Perché è una guerra avvenuta in Europa, che ha messo a nudo la cecità beota, l'impotenza politica, l’indifferenza morale e il cini­ smo dell'Europa stessa. Se quest’ultima non è stata in grado di capire non ha saputo o non ha voluto evitare il conflitto, la guerra in Jugoslavia ha mostrato come anche la politica internazionale abbia fallito, affondando in un mare di pressappochismo, ignoranza, superficialità e connivenza. L'epilogo paradossale è stato l'intervento della Nato, finalmente decisivo eppure illegittimo, avvenuto senza attendere l'autorizzazione del Consi­ glio di Sicurezza. È difficile da ricordare la guerra della Jugoslavia perché mette in luce come per la guerra non esistano territori franchi: Sarajevo, Belgrado, Zagabria, tutte città al centro dell'Europa, in cui non mancava una tradi­ zione di apertura, tolleranza e cosmopolitismo. Ciò scuote delle certezze, mina le comode abitudini mentali, irrompendo con un messaggio che di sturba: la guerra non è possibile solo in zone depresse, scarsamente civi lizzate, non use a comporre i conflitti con il pacifico confronto o attraverso negoziati sapientemente condotti entro prassi consolidate o soluzioni le­ gali. Fa parte delle illusioni in cui fa piacere credere, l’idea che l'estensione planetaria del sistema giudiziario possa espungere la violenza e, insieme 7 a questa, alla fine, anche la politica, sostituendo abilmente la figura del nemico con quella del delinquente. La guerra jugoslava infrange un tabù. Ci mostra come la guerra sia una possibilità comunque presente che non siamo autorizzati ad escludere per principio. Anche questa è un’idea che si preferisce semplicemente rimuovere, costruendo se necessario spiegazio­ ni di comodo, ricorrendo all’antropologia, inventando presunti atavismi balcanici. È difficile ricordare anche come è stata la guerra in Jugoslavia. È stata una guerra fratricida. Una guerra civile che ha rievocato fantasmi, prendendo le forme di una guerra etnica. È stata rudimentale: si sono viste esecuzioni sommarie, precariamente immortalate dai telefoni porta tili, gli stupri di massa usati come strumenti di guerra, massacri di civili inermi. È l'elementare hitleriano che ritorna: l’appartenenza alla colletti­ vità non riposa né sul piano culturale né su valori condivisi, né su legami affettivi, solidarietà antiche e consolidate convivenze. Piuttosto: proprio queste spezza e disintegra. L’elementare è radicato nel biologico: nel san gue, dove si trovano gli unici richiami del passato di cui il corpo è l’enig­ matico portatore. Perciò il titolo del Convegno di cui questo volume raccoglie gli atti, è Le memorie difficili. Gli interventi si confrontano con il problema del ri­ cordo della guerra da diverse angolazioni e punti di vista. Le ragioni di ciò non sono soltanto da cercare nel carattere interdisciplinare che si è voluto dare all’iniziativa; sono da cercare anche nella eterogeneità dei relatori: diverse sono le provenienze, le esperienze, le età, il genere, la formazione e gli interessi scientifici. Eppure, in un quadro così fortemente eteroge­ neo, si possono cogliere elementi di continuità e riflessioni che ritornano, mutate e trasformate, illuminandosi luna con l’altra in un quadro ricco, frastagliato e, nell’insieme, coerente. Una parte degli interventi ha natura teorica. Giulio Maria Chiodi analizza le forme con cui si sedimenta la memoria storica collettiva in fun­ zione della costruzione di identità politiche. La caratteristica fondamenta­ le della memoria è individuata nella capacità di fermare il corso naturale degli eventi mettendo in opera un meccanismo di selezione e di salva- guardia. Da questo presupposto si snoda un'analisi intesa ad esaminare i modi con cui la memoria discrimina nonché gli usi, anche strumentali, a cui essa è soggetta. Un residuo primordiale emerge in quelle che l’autore definisce “maschere mnestiche” - forme di cristallizzazione del ricordo stabilmente radicate nelle culture, difficilmente modificabili e inconsce. A queste si affiancano dei livelli più superficiali, in cui le memorie 8 . LE MEMORIE DIFFICILI

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