“Le botteghe color cannella” di Bruno Schulz è ben più di una raccolta di avventure d’infanzia. Generati dall’insaziabile curiosità di un bambino che annota le bizzarrie del padre ormai estraniato dal mondo, questi bozzetti assumono a poco a poco i toni di una piccola saga epica, il cui eroe difende la causa persa della poesia in appassionate lotte quotidiane contro la noia e il decadimento di una casa di commercianti di provincia. Severo demiurgo, prode Don Chisciotte o vecchio alienato che sia, il padre Jakub pare voglia suggerire che l’onirismo e la fantasia infantile sono l’unico rifugio possibile dal flagello che sta per abbattersi sulla Mitteleuropa.L’occhio del ragazzino narrante (in fondo, vero protagonista dell’opera) scorge con precisione e ammirazione l’anima che si cela dentro ogni cosa; dona e sottrae la vita in surreali metamorfosi di uomini in animali, animali in oggetti, oggetti in esseri viventi, microcosmi in universi.
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