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La fortuna di Diodoro Siculo fra Quattrocento e Cinquecento: Edizione critica dei volgarizzamenti della «Biblioteca storica», libri I–II PDF

893 Pages·2022·12.76 MB·Italian
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Cecilia Sideri La fortuna di Diodoro Siculo fra Quattrocento e Cinquecento Beihefte zur Zeitschrift für romanische Philologie Herausgegeben von Éva Buchi, Claudia Polzin-Haumann, Elton Prifti und Wolfgang Schweickard Band 471 Cecilia Sideri La fortuna di Diodoro Siculo fra Quattrocento e Cinquecento Edizione critica dei volgarizzamenti della «Biblioteca storica», libri I–II Pubblicato con il sostegno del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. ISBN 978-3-11-074043-1 e-ISBN (PDF) 978-3-11-074796-6 ISSN 0084-5396 Library of Congress Control Number: 2022944569 Bibliographic information published by the Deutsche Nationalbibliothek The Deutsche Nationalbibliothek lists this publication in the Deutsche Nationalbibliografie; detailed bibliographic data are available on the internet at http://dnb.dnb.de. © 2022 Walter de Gruyter GmbH, Berlin/Boston Typesetting: epline, Böblingen Printing and binding: CPI books GmbH, Leck www.degruyter.com Indice dei contenuti 0 Premessa   IX 0.1 Nota preliminare per la consultazione del volume   XV 1 Introduzione   1 1.1 La riscoperta di Diodoro in Occidente e le prime traduzioni latine   1 1.2 I volgarizzamenti   5 1.2.1 Il volgarizzamento A   6 1.2.2 Il volgarizzamento B   8 1.2.3 Altri volgarizzamenti e casi di identificazione incerta   10 2 La traduzione latina di Poggio Bracciolini in rapporto ai volgarizzamenti   15 2.1 Contesto e cronologia   15 2.2 I testimoni manoscritti e a stampa della traduzione latina   20 2.2.1 Manoscritti   21 2.2.2 Edizioni a stampa del Quattrocento e del primo quarto del Cinquecento   29 2.2.3 Un codice di rilievo: il ms. Garrett 105 della Princeton University Library   32 2.3 Le linee della tradizione: risultati del sondaggio testuale   34 2.3.1 L’archetipo della tradizione: un idiografo con correzioni autografe?   36 2.3.2 Le famiglie ‘α’ e ‘β’   41 2.3.3 Le varianti di ‘α’ e ‘β’   51 2.3.4 Ipotesi conclusive   61 2.4 Le fonti testuali latine dei volgarizzamenti: status quaestionis   64 3 Il volgarizzamento A   99 3.1 Appunti sui modi della traduzione   99 3.2 La fonte latina secondaria del volgarizzamento A: il ms. Ricc. 138   116 3.3 Il contesto di produzione   139 3.3.1 Le interpolazioni: proposta di reductio ad unum   139 3.3.2 Firenze e la «pista landiniana»   142 3.3.3 Cristoforo Landino e l’anonimo volgarizzatore: alcune ipotesi   148 VI   Indice dei contenuti 3.4 Appendice al Capitolo 3   165 4 Il volgarizzamento B   173 4.1 Il volgarizzamento B e il manoscritto Trotti 301   173 4.2 Il ms. Trotti 301: una probabile finestra sullo scrittoio del traduttore   179 4.3 I modi della traduzione   185 4.3.1 Il lessico e le glosse marginali   202 4.4 Il volgarizzamento B fra il manoscritto Trotti 301 e l’edizione Giuntina   210 4.4.1 Il rapporto fra Tr e *G: dati testuali congiuntivi   212 4.4.2 Alcune ipotesi di lavoro   216 4.4.3 Proposta conclusiva   232 4.4.4 Il testo in tipografia: interventi grafico-linguistici   238 4.5 Appendice al Capitolo 4   242 5 Nota al testo A   253 5.1 I testimoni del volgarizzamento A   253 5.2 Rapporti fra i testimoni   257 5.2.1 Errori di F separativi rispetto a Y   257 5.2.2 Errori di Y separativi rispetto a F   262 5.2.3 Errori congiuntivi di F e Y   265 5.3 Gli interventi secondari sul ms. Y: Y2   282 5.3.1 Y2: un probabile ricorso al testo latino   288 5.4 Conclusioni   293 5.5 Schedatura degli interventi di Y2   299 5.6 Nota linguistica al testo A: la veste linguistica di F   312 5.6.1 Grafia   316 5.6.2 Fonetica   319 5.6.2.1 Vocalismo   319 5.6.2.2 Consonantismo   323 5.6.3 Morfologia   329 5.6.3.1 Articolo   329 5.6.3.2 Nome   330 5.6.3.3 Pronomi relativi   331 5.6.3.4 Aggettivo interrogativo   335 5.6.3.5 Verbo   335 5.6.3.6 Congiunzioni   339 5.6.4 Note di sintassi   340 5.6.4.1 Aggettivo: concordanze   340 Indice dei contenuti   VII 5.6.4.2 Verbo: uso del gerundio   341 5.6.4.3 Verbo: uso dell’infinito   341 5.6.4.4 Verbo: concordanze   343 5.6.4.5 Paraipotassi   345 5.6.4.6 Congiunzioni   345 5.6.4.7 Preposizioni   346 5.6.4.8 Omissione del relativo   347 5.7 Criteri di edizione del volgarizzamento A   347 5.8 Criteri delle note di commento   351 6 Nota al testo B   353 6.1 Il manoscritto unico Trotti 301   353 6.2 Errori del ms. Trotti 301   357 6.3 Nota linguistica al testo B   361 6.3.1 Fonetica   363 6.3.1.1 Vocalismo   363 6.3.1.2 Consonantismo   366 6.3.2 Morfologia   371 6.3.2.1 Articolo   371 6.3.2.2 Nome e aggettivo   371 6.3.2.3 Possessivi   372 6.3.2.4 Verbo   372 6.3.2.5 Preposizioni   375 6.3.3 Note di sintassi   376 6.3.3.1 Articolo   376 6.3.3.2 Pronomi   376 6.3.3.3 Verbo   377 6.3.3.4 Giustapposizione   378 6.3.3.5 Concordanze   378 6.3.3.6 Paraipotassi   379 6.3.4 Glosse e varianti lessicali del ms. Trotti 301   379 6.3.5 La lingua del manoscritto Trotti: un bilancio   391 6.4 Criteri di edizione del volgarizzamento B   393 6.5 Criteri delle note di commento   396 Conspectus siglorum   397 7 Edizione critica dei volgarizzamenti A e B   401 Volgarizzamento A, Libro I   402 Volgarizzamento B, Libro I   411 VIII   Indice dei contenuti Volgarizzamento A, Libro II   472 Volgarizzamento B, Libro II   473 Volgarizzamento A, Libro III   560 Volgarizzamento B, Libro III   561 8 Note di commento al volgarizzamento A   649 Libro I   649 Libro II   675 Libro III   705 9 Note di commento al volgarizzamento B   735 Libro I   735 Libro II   753 Libro III   774 10 Indici delle parole annotate nel commento ai volgarizzamenti   793 10.1 Indici delle parole annotate nel commento al volgarizzamento A   794 10.2 Indici delle parole annotate nel commento al volgarizzamento B   799 11 Figure   805 12 Bibliografia   807 13 Indici   835 13.1 Indice dei manoscritti citati   835 13.2 Indice dei nomi e dei luoghi: Capitoli 1–6 e 8–9   839 13.3 Indici dei nomi e dei luoghi: volgarizzamento A   859 13.4 Indici dei nomi e dei luoghi: volgarizzamento B   868 0  Premessa Questo volume è dedicato ai primi due volgarizzamenti noti della Biblioteca storica di Diodoro Siculo di Agira (90–30 a.C. ca.) prodotti in area italiana, entrambi anonimi e basati sulla versione latina allestita da Poggio Bracciolini nel 1449. Se considerati con sguardo unitario, tali testi costituiscono una rete com- plessa, il cui studio permette di ricostruire un importante capitolo della fortuna di cui l’opera diodorea godette fra il secondo Quattrocento e il primo Cinquecento. Concepita come una storia universale dal carattere enciclopedico, vòlta ad abbracciare un arco cronologico compreso fra l’età mitica della guerra di Troia e la contemporaneità dell’autore,1 la Biblioteca storica era originariamente compo- sta da quaranta libri, di cui però solo quindici (I–V e XI–XX) sono pervenuti nella loro interezza sino a noi;2 i restanti andarono dispersi forse in occasione dell’as- sedio di Costantinopoli del 1204.3 I libri che nel corso del Quattrocento suscita- rono maggior interesse in Occidente furono i primi cinque, a tematica perlopiù mitologica, geografica ed etnografica. Il testo si apre con una sezione proemiale, in cui l’autore chiarisce programmaticamente i propri intenti storiografici e spiega l’impianto generale dell’opera: dopo ben due terne di libri dedicate alle vicende precedenti la guerra di Troia e agli antichi racconti di sapore mitico, si procederà alla vera e propria narrazione storica. Il libro I consiste in una vasta e articolata trattazione relativa all’Egitto, divisa in due macro-sezioni: vengono dapprima descritte alcune teorie sull’origine primordiale della specie umana in Egitto, le principali divinità locali, la conformazione geografica, la flora e la fauna dei territori in cui scorre il Nilo e le antiche opinioni relative alle fonti e al corso di tale fiume; nella seconda sezione si narra invece dei primi re d’Egitto, delle leggi, delle istituzioni giudiziarie, del culto degli animali e delle consuetudini funerarie in vigore presso gli Egiziani; la parte conclusiva verte su alcuni personaggi greci illustri per la loro dottrina (quali Orfeo, Museo, Omero, Licurgo, Solone, Platone), che avrebbero visitato l’Egitto per conoscerne le usanze e la cultura, importan- dole poi in Grecia. Il secondo libro è dedicato quasi esclusivamente al Vicino 1 L’evento più recente menzionato risale al 36 a.C.: Bertrac (1993a, viii). 2 Per lo studio della tradizione dell’opera greca i punti di riferimento sono Bertrac (1993b, re- censione a Laqueur 1992) e Bertrac (1993a, lxxvi–cxxiii). Come illustrato ivi a pagina lxxviii, all’epoca del passaggio da volumen a codex i libri della Biblioteca storica furono accorpati in gruppi di cinque; tale circostanza favorì la circolazione separata dell’opera, sicché i manoscritti contenenti la prima pentade (in tutto ventotto) e quelli che tramandano i restanti libri (in numero di trentuno) costituiscono due tradizioni a sé stanti. 3 Bertrac (1993a, cxlii nota 184); Goukowsky (2006, xii). https://doi.org/10.1515/9783110747966-001 X   0  Premessa ed Estremo Oriente, in particolare all’Assiria e all’antico regno di Babilonia; si passa in seguito a trattazioni monografiche di gusto esotizzante relative all’India, alla Scizia, al paese delle Amazzoni, agli Iperborei, alla penisola Arabica, per concludere con la celebre navigazione di Giambulo. Il terzo libro è consacrato all’Africa (Egitto escluso), descritta prima dal punto di vista geografico ed etno- grafico, poi sotto il profilo delle tradizioni mitiche autoctone. Il quarto libro segna una cesura e ha per oggetto la mitologia greca. Il quinto, infine, è il «libro delle isole» («βίβλος νησιωτική», cf. V. II, 1), mediterranee e non, di cui si descrivono la conformazione e le popolazioni locali. Considerata, dunque, l’imponente mole di informazioni inedite e curiose raccolte da Diodoro in questi primi cinque libri, ben si comprende l’alto grado di interesse che essi poterono suscitare nel corso di un secolo, il Quattrocento, a vocazione spiccatamente geografica, durante il quale gli ambienti intellettuali umanistici – complici gli impulsi provenienti dalle prime esplorazioni dei porto- ghesi in Africa, gli scambi politico-diplomatici e culturali favoriti dal Concilio di Firenze e, più tardi, la scoperta del Nuovo Continente – ampliarono l’orizzonte del proprio universo conoscitivo a zone dell’ecumene sino ad allora pressoché ignote, procedendo a un recupero e a una nuova diffusione dei testi geografici dell’antichità.4 La traduzione latina intrapresa da Poggio Bracciolini per volere di papa Niccolò V copre proprio i libri iniziali della Biblioteca storica, dal I al V; lo stesso vale per i due più antichi volgarizzamenti italiani noti, che da essa derivano, l’uno indipendentemente dall’altro: il primo testo volgare, che ho convenzionalmente denominato ‘A’, è tramandato dal ms. Magl. XXIII 46 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e dal ms. Marston 73 della Beinecke Library di Yale; quanto al contenuto, esso si arresta al libro II. Il secondo volgarizzamento, ‘B’, è conservato nel ms. unico Trotti 301 della Biblioteca Ambrosiana di Milano e traduce tutti e cinque i primi libri diodorei. Entrambi i testi possono essere ascritti a pieno titolo alla schiera dei volgarizzamenti cosiddetti di «seconda fase».5 È infatti noto che, dopo il periodo aureo dei secoli XIII e XIV, sul fare del XV secolo la prassi del volgarizzare divenne fenomeno di secondo piano, passando alla «retroguardia» culturale.6 L’interesse degli umanisti, infatti, venne catalizzato dalla ben più 4 Molto vasta la bibliografia in merito. Si possono citare gli importanti contributi e volumi a cura di Sebastiano Gentile, in particolare sulla riscoperta umanistica di Tolomeo e sugli interessi geografici dell’ambiente umanistico fiorentino nel Quattrocento: si vedano soprattutto Gentile (1992a; 1992b; 1993; 2007; 2014); sulla fortuna di Tolomeo nei secc. XV–XVI cf. anche Gautier Dal- ché (2009); si vedano poi i contributi a cura di Didier Marcotte: oltre a Marcotte (2002), Marcotte (1992; 2010; 2011; 2014); Cohen-Skalli/Marcotte (2018). 5 Giovanardi (1994, 451). 6 Dionisotti (1967, 133).

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