Julia E. Annas \-'V \ 'V>7i Interpretazione dei libri M-N della “Metafísica” di Aristotele La filosofía della matematica in Platone e Aristotele Traduzione di Elisabetta Cattanei Introduzione e traduzione dei libri M-N della “Metafísica” di Aristotele di Giovanni Reale, _ BIBLIOTECA 01 LGTT&Nb FILOSOFÍA E MAG IST G Bö \ÍTA E P eNSIERO Julia Elizabeth Annas è oggi uno degli studiosi del pensiero antico di lingua e di cultura ingle se fra i piii afferinati. Ha insegnato dapprinia a Oxford {Christ Church e St. Hugh's College) dal 1971 al 1986. È passata quindi in America; dove ha insegna to dapprima presso FlJniversity of Arizona, dal 1986 al 1991. Dairautunno del 1991 inse- gna come ‘‘full professor” presso il diparti- mento di filosofia della Columbia University di New York. L’opera ehe qui presentiamo costituisce il con tributo piu significativo e piü stimolante per quanto concerne 1'interpretazione dei Iibri M- N della Metafísica di Aristotele, ehe - come è noto - sono i piü difficili da intendere. £ non si tratta di uno di quei libri ehe si rifu- giano nell'erudizione e nelle raffinatezze ehe il filologismo moderno conosce, nia che troppo spesso lasciano insoddisfatto il lettore, il quale tende soprattutto a capire il pensiero del filo sofo che legge. Si tratta, invece, di un libro ehe sa suscitare vivi interessi proprio per quei due icontestati libri finali, ehe molti trascurano del itutto. La Annas dimostra molto bene ehe, lungi idall'essere un insieme di discussioni cavillose tsu oscuri nonsensi, i libri M-N presentano ‘mn’acuta trattazione di problemi filosofica mente vivi”. L’edizione italiana arricchisce quella inglese, oltre ehe con l’Introduzione di G. Reale e una bibliografia completa di J. E. Annas, con una Appendice al Saggio introduttivo (un articolo in cui Tautrice riassume motto chiaramente e approfondisce la sua interpretazione della filo sofia della matematica di Aristotele) e altresi con il testo greco messo a fronte della traduzio- ne dei libri M-N. La traduzione qui riprodotta di questi libri è quella di G. Reale, ma rivista dalla Annas (coil alcuni ritocchi terminologici e con qualche modifica sulla base di differenti letture del testo), in modo che si accordi nelia migliore maniera con la sua esegesi e con il suo commentario. Pubblicazioni del PALGH. CENTRO DI RICERCHE DI METAFISICA N. ; ' Collana Temi metafisici eproblemi delpensiero antico. Studi e testi . 18 N.B. - Fino al numero 10 questa collana ha avuto 11 titolo generale di Sezione: «Metafísi ca del Platonismo nel suo sviluppo storico e nella filosofía patrística. Studi e testi». A partiré dal numero 11 la sezione si è distinta in due collane: una con il nuovo titolo di cui sopra, una seconda parallela con xl titolo «Platonismo e filosofía patrística. Studi e te sti». La presente collana è dunque da considerarsi una continuazione della precedente e perianto ne prosegue la numerazione, mentre la collana «Platonismo e filosofía patrísti ca» assume una sua propria numerazione. Sono State rinnovate dall’editore anche le ve stí tipografiche. CENTRO DI RICERCHE DI METAFISICA delTUniversità Cattolica del Sacro Cuore Largo A. Gemelli, 1 -1-20123 Milano Comitato scientifico: Adriano Bausola Carla Gallicet Calvetti Alessandro Ghisalberti Virgilio Melchiorre Angelo Pupi Giovanni Reale Direttori: Adriano Bausola Giovanni Reale Collana: «Temi metafisici e problemi del pensiero antico. Studi e testi» direita da Giovanni Reale segretario Roberto Radice Titolo originate: Aristotle’s Metaphysics, Books M and N, translated with introduction and notes, 1976. Prima edizione della traduzione italiana: aprile 1992. © Oxford University Press, Oxford 1976 © Traduzione italiana, 1992 - Vita e Pensiero - Largo A. Gemelli, 1 - 20123 Milano ISBN 88-343-0S37-X (brossura) ISBN 88-343-0538-8 (rilegato) Sommario Introduzione di Giovanni Reale 7 Bibliografía sistemática e completa di Julia Annas 23 Parte prima: Saggio introduttivo ai libri M-N della «Metafísica» di Aristotele 31 Prefazione 33 Capitolo primo: La filosofía della matematica di Platone 36 Capitolo secondo: La filosofía della matematica di Aristotele 61 Capitolo terzo: Platone, TAccademia e Aristotele sui fondamenti della matematica 78 Capitolo quarto: La struttura di M-N 119 Appendice: Predsazioni sugli oggetti della matematica in Aristotele 131 Parte seconda: Commentario ai libri M-N della «Metafísica» 149 Sezíone prima: Commentario al libro M 151 Sezione seconda: Commentario al libro N 228 Appendice prima: La relazione di M 4-5 con A 6 e A 9 264 Appendice seconda: Note al Testo dei libri M-N della «Metafísica» 266 Parte terza: Testo greco dei libri M-N della «Metafísica» CON TRADUZIONE DI GlOVANNI REALE 271 Libro M 273 Libro N 331 Bibliografía e indici 363 Introduzione di Giovanni Reale Significato ermeneutico e importanza del libro di Julia Annas sui libri M-N della Metafisica di Aristotele 1 .La sintonia simpatetica di Annas con la problemática dei libri M- N della «Metafisica» aristotélica. I libri M-N della Metafisica di Aristotele sono certamente i piü difficili da leggere, per molti aspetti í piu problematici e, per la maggior parte dei lettori, i meno gratificanti. Ben si spiega, pertanto, il fatto che nel Medioevo non siano stati recepiti, e che anche nella storia delle interpretazioni della Metafisica siano rimasti largamente in ombra. La Annas ricorda giustamente, nella Prefazione, che la svalutazione di questi líbri dipende dalle seguenti ragioni di fondo: gli studiosi di Platone si trovano di fronte a discussion! di teorie attribuite a Platone, che, pero, non si trovano nei suoi scritti e che molti rítengono inconciliabili con quelle che si leggoho negli scritti medesimi; gli studiosi di Aristotele, poi, trovano tali libri tediosi. Io stesso devo confessare che, nel mío commento a\laMe¿afisica, scritto nel corso degli anni Sessanta1, ho rídotto all’essenziale le spiegazioni delle varié argomentazioni cosí serrate e spesso capillari. Non ritenevo M-N certamente tediosi e scolastici in senso decettivo, ma pensavo che, dal punto di vista teoretico, potessero anche essere letti come mera appendice, perché Timpianto teoretico costruttivo del discorso aristotélico può considerarsi in certo senso concluso con il libro Á. Ritenevo, in altri termini, che il loro interesse fosse di carattere preva- lentemente dossografico, in quanto fonte di informazioni preziosíssi- me, giacché danno il quadro delle tendenze interne all’Accademia sulla problemática dei Principi e della loro funzíone sistemática e, per di piü, presentano il repertorio polemico piü ricco di Aristotele contro le dottrine Accademiche2. Ma, proprio gli studi da me fatti negli ultimi 1 Aristotele, La Metafísica, Traduzione, introduzione e commento di G. Reale, 2 voll., Loffredo, Napoli 1968; in corso di preparazione una nuova edizione con testo greco a fronte, che verrá pubblicata in questa collana. 2 Si veda anche quanto dico nella editio minor che di quest’opera ho pubblicato nella collana “I Classici del Pensiero” della Rusconi: Aristotele, La Metafísica, Intro duzione, traduzione e parafrasi di G. Reale, 1978, pp. 521 ss. 8 GIOVANNI REALE venticinque anni mi hanno convinto che i libri M-N, in realtà, offrono di più, se ci si sa calare in quel circolo ermeneutico che presuppongono. Il discorso teoretico di Aristotele non si capisce a fondo (soprattutto nella sua autentica dimensione storica) se non si comprendono in modo adeguato proprio quelle dottrine contro cui polemizza in M-N, che costituiscono quel polo dialettico dal cui impatto e continuo riferimen- to nasce la sua ontologia in contrapposizione all'henologia dei Platonici. Ho intrapreso lo studio attento del libro della Annas proprio in parallelo alla revisione che sto facendo di quel mio commentario alia luce delle nuove acquisizioni3. Dirô subito che Topera della Annas costítuisce la più significativa novitá su questi libri: si tratta ínfatti del primo commentario sistemático e completo di M-N che finora sia stato scritto. E non si tratta di uno di quei libri che si rifugiano nelTerudizione e nelle raffinatezze che il filologismo moderno conosce, ma che molto spesso deludono elasciano insoddisfatto il lettore che ama soprattutto il pensiero del filosofo letto. E’ invece un libro che sa suscitare vivi interessi proprio per Targomento trattato in M-N. Scrive giustamente la Annas: «L’unico modo per dimostrare che qualcosa non è noioso è suscitare Interesse nei suoi confronti. lo credo che M-N non siano affatto cosí difficili e misteriosi come si usa pensare, e che non siano una cavillosa discussione di oscuri nonsensi, bensl un acuta trattazione diproblemifilosoficamente vivi»4. E in questo intento Annas riesce dawero, e in modo efficace. Ponendosi su un piano filosofico del tutto differente, ma non meno costruttivo, Annas compie una operazione analoga a quella che P. Merlan ha compiuto nella sua celebre opera From Platonism to Neoplatonism5, in cui affronta una serie di problemi che hanno forti tangenze con quelli presenta ti nei libri M-N della Metafísica, e in par- ticolare con i problemi connessi con gil enti matematici, «intermedi» fra il mondo sensibile e l’intelligibile. Come è noto, la maggíor parte dei pens at olí oggi tende a respingere la posizione di Platone e deí Platonici come una forma di «realismo esagerato», per usare la terminologia che si è imposta a partiré dal Medioevo. Ebbene, Merlan conduce tutta la sua trattazione capovolgendo questa convinzione6. II cosiddétto «realismo esagerato» di Platone non 3 Cfr. sopra, nota 1. 4 lnfra, p. 33. 5 Si trovera quest’opera in questa stessa collana: Ph. Merlán, Dal Platonismo al Neoplatonismo, Traduzione di E. Peroli, introduzione di G. Reale, Vita e Pensiero, Milano 1990. 6 Si veda quanto dico nella mia Introduzione, in particolare alie pp. 18 ss. INTRODUZIONE 9 si fonda su un errore di base, consistente nella ipostatizzazione di concetti astratti (una sorta di reificazione di meri entia mentis). H «realismo esagerato», invece che essere studiato come ipostatizzazione di concetti, dovrebbe venir considerato come una dottrina che intende il reale come raxionale. Merlan scriveva esattamente: «II realismo ecces- sivo è proprio questo: insistere sul fatto che la filosofia non deve essere né un appello, né dovrebbe abdicare alle scienze positive i suoi diritti a comprendere la realtà; insistere sul fatto che è compito della filosofía comprendere e che solo ció che puó essere spiegato in termini di implicazione ed esplicazione “lógica” è autenticamente compreso»7. Per diría in altri termini, come giá rilevavo nell’introduzione al libro di Merlan, il «realismo» di Platone diventa in qualche modo vero (e in ogni caso ún punto di riferimento irrinunciabile) per tutti coloro i quali ammettono l’intelligibilità del reale, e, di conseguenza, accettano anche la razionale connessione (e quindi coerenza) delle parti che lo costitu- iscono. Insomma, chí ammette che la realtà abbia una intelligibilité e coerenza, jn ultima analisi, lo sappia o no, ha un qualche legame con il «realismo» platonico. Merlan era legato alla matrice teoretica della metafísica tedesca (con forti nervature idealistiche). Annas si muove, invece, su basi teoretiche di matrice anglosassone, con forti radíci empiristico-razionalistiche. Ma, pur pariendo da presupposti teoretici del tutto differenti, rende la problemática del «realismo» platonico non meno viva, e quindi interes sante, e, a suo modo, se considerata nella sua giusta ottica storica, attuale. Ecco, ad esempío, come Annas presenta il realismo platonico, che ella preferisce chiamare piú semplicemente «platonismo»: «...consiste nella convinzione che gli oggetti matematici - come ad esempio i numeri - effettivamente esistano, indipendenti da noi e dal pensiero che ne abbiamo. I numeri non esistono, owiamente, nel mondo intorno a noi; non esistono nel tempo e nello spazio. Ma cionondimeno esistono; devono essere scoperti prima che noi pensiamo ai mezzi per descriverli. Russell, in un saggio giovanile del 1901, dice: “l’aritmetica deve essere scoperta proprio nello stesso senso in cui Colombo scoprl gli Indiani delTOvest, e noi non creiamo í numeri, non píu di quanto egli abbia creato gli Indiani.,.”»8. Ed ecco un altro passo non meno significativo: «L’accentuazione, da parte di Platone, del fatto che questi numeri sono “nell’intelletto”, non richiede che i numeri siano creature del nostro pensiero, ma piuttosto 7 Merlan, Dal Platonismop. 52. 8 Infra, p. 36.