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Il verbo di Pitagora PDF

308 Pages·1924·5.078 MB·Italian
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AUGUSTO ROSTA CNI -. ILV ERB.DOIP ITAGORA · TORINO(:..) FRATELLI BOCCA, EDITORI 3 - Via Carlo Alberto - 3 PROPRIETÀ LETTERARIA Torino - Tipografia V1NCINZO BONA (1.,096) - Print,tl ifl Ital:,. ALLA MEMORIA DI MIA SORELLA EMMA INDICEG ENERALE Cap. I. - Premesse . . . . . . . . . Pag. 1 Cap. II. - Seguendo la traccia di Epicarmo 7 11 Cap. III. - Unità e Dualità - Dio e Natura. ,, 26 Cap. IV. - Macrocosmo e microcosmo . " 69 Cap. V. - Il concetto della vita umana . ,, 76 Cap. VI. - Metempsicosi e metacosmesi . ,, 100 Cap. VlI. - Indizi di un • Sacro discorso • di Pi- tagora . . . • . . . . . . . • 166 I Cap. VIII. - Il poema pitagorico di Empedocle e la storia dell'anima . . . . ,, 183 Cap. IX. - Il Verbo di Pitagora 95 INDICE A.J.F ABETI CO • • • • . . . • . • • ,, 2 CAPITOLO I. Premesse. Se le origini· della poesia e della civiltà greca, in generale, sono presso gli studiosi dominate dalla que stione omerica, le origini della filosofia sono a lor volta per la massimap arte dominate dalla questione pitagorica. Ciò, naturalmente, non significa affatto che la persona di Pitagora sia oggi considerata un mito, com'è per lo più considerata la persona di Omero : giacchè, che il filo sofo di Samo sia realmente vissuto, fra il VI e il prin cipio del V secolo av. Cr., e da Samo, sua patria, sia venuto nella Magna Grecia, e siasi stabilito per al quanto tempo a Crotone, ed ivi abbia fondato la Scuola o Ordine filcsofico-religioso dei Pitagorici : questa è cosa che risulta in· modo indubitabile dalla tradjzione ~torica,p er quanto intorno alla biografia di Lui abbiano di comune accordo lavorato e la fantasia e la fede. E solo un momentaneo accesso d'ipercritica, suggerito dalla voga che aveva preso la teoria vichiana, potè a I - ROSTAGNI, Il Verbo Jt Pilaga,a. 2 Il Verbo di Pitagora ·t aluno far credere che anche Pitagora, come Omero, fosse la personificazione o il simbolo di un'idea: cioè una specie di Eroe eponimo creato per attribuirgli tutto ciò che la setta nel corso di secoli avesse pro dotto (1). . Ma.· alb-d ~ ~I fatto esterno della vita - di cui non è lecito dubrtare -, altro la dottrina e l'opera che ( I ) Di questa tendenza risente, per quanto nella forma si contrap ponga ad essa, il CENTOF ANTI nel suo Studio sopra Pitagora (scritto nel 1845 ; pubblicato imieme col discorso su La letteratura greca dal Le Monnier, 1870), studio pieno d'idee, di vedute larghe e originali, com'erano tutte le cose di quel nobilissimo spirito che non si contentava di leggere i documenti, ma li voleva altresl pensare. Il concetto informatore del C. è volto a dimostrare che Pitagora è nello steuo tempo uomo e Idea : « un Pelasgo-tirreno, dotato di un animo e di un ingegno altiuimi, acceso nel divino desiderio di migliorare le sorti degli uomini• .• ; e il tipo mitico di una sapienza iatorica univer sale. Un uomo, che le acquistate cognizioni avendo ordinato a sistema scientifico con un, principio suo proprio o con certi suoi intendimenti, ne fa la pratica applicazione, e instituisce una società religiosa e filosofica che opera stupendi ef etti ; e il tipo della razionalità e di una divina filoa,fia nella vita umana e nella costituzione della sua scuola» (p. 375). Del reato il Centofanti è stato il primo a comprendere che quello ch'egli chiama mito o idea di Pitagora, ouia tutto ciò che fa di Pi tagora qualcoaa di superiore ad un uomo e che si vorrebbe quindi escludere dalla serietà della storia, è invece la vera storia di CS!O Pitagora : « Porre fin da principio che Pitagora è solamente un uomo, e alla norma di questo concetto giudicare tutte le cose favoleggiate intorno alla patria, alla nascita, ai viaggi, alla sapienza, alle azioni miracolose di colui che ancora non si conosce appieno, e aaaolutamente rigettarle perchè non si possono dire di un uomo, è un rinunziare anticipatamente quello che potrebbe esser vero per rispetto all'idea ... D'altra parte, se la esclusione della persona vera fosse assolutamente richiesta alla spiegazione del mito e alla ricupera della storia, sarebbe timidezza soTerchia il non farlo, o ritrosia irrazionale » (p. 371 ). Cap. I. - Premesse 3 effettivamente Pitagora abbia svolta sui contemporanei e sui posteri. Qui ritorna il dubbio; qui sorge la vera e ·g rande questione ; che non è fine a se ste11a, ma occupa di sè i primordi della filosofiae llenica : poichè dietro a quasi tutti i problemi, dietro a quasi tutte le figure dei Presocratici si para irrimediabilmente l'inco gnita del Pitagorismo. Dobbiamo noi considerare un mito quel grandioso movimento d'idee e di fede che . sembra incentrarsi nella persona del Fondatore e cli · qui sembra spandere i suoi inOussi su larghe zone del pensiero antico? Dobbiamo quasi interamente prescin dere da esso nella ricostruzione della primitiva filosofia greca, quasichè il patrimonio attribuito a Pitagora e alla cerchia de• suoi immediati discepoli si fosse ela borato in età posteriore, non prima di Filolao e di Archita, e, invece di avere influito sulle altre scuole e sugli altri pensatori, su Parmenide, su Eraclito, su Em pedocle, avesse esso ricevuto dalle altre scuole e dagli altri pensatori la maggior partè de• suoi elementi ? Questa è la via per la quale si sono messi, in ge nerale, i critici moderni (I). E come vi si sian:oi ndotti, non è difficile da compren• dere. Nessuna dottrina appare nella tradizione sotto (1) Cito, come maggiori rappresentanti, lo ZELLER Dle Philosophle d. Griechen I (6a ed. rifatta da Lcrtzing e da Nestle, Lipsia, 1919.20), e il BURNET Die An/linge der griech. Philos. (trad. tedesca di E. Schenkl, Lipsia, 1913). Questi per il lavoro d'indagine minuta. Per le conclusioni generali, è specialmente da vedere la recente opera di K. REINHARDT Parmenides u. Jie Geschichte J. griech. Philos. (Bonn, 1916) , il quale fa una carica a fondo per escludere il Pita gorismo dalle origini della 6loao6a greca, collocando nel centro di questa gli Eleati (v. partic. P~• 231 sgg.). 4 Il Verbo di Pitagora aspetto così complicato e confuso e con tale trascu ranza di determinazioni individuali e storiche come la dottrina pitagorica: Scritti che emanino direttamente dalla Scuola, per l'età più antica mancano del ~utto. Aristotele, che molto studio dedicò alle cose di questa setta, per lo più ne tratta in termini generali; evita quasi sempre il nome di Pitagora, e preferisce parlare di Pitagorici di filosofiai talica» e simili. Perciò la « », « critica moderna ha fatto verso la tradizione opera essen zialmente demolitrice e negativa. Attribuendo una parte della dottrina alla elaborazione neopitagorica e stoica, altra a Platone e ad Aristotele, altra ancora all'influsso di questo o quello dei Presocratici (specialmente di • Eraclito, di Pa~~nide, di Empedocle ), essa ha ridotto l'originario Pitagorismo a una pallida larva in cui pochi concetti fondamentali sono lievemente accennati. Eppure, per svariati indizi, ci si dovrebbe accor gere che questo indirizzo di critica, pur essendo giu stificato ne• suoi primordi e nelle sue intenzioni, ha oltrepassato il segno. Ci se ne dovrebbe accorgere soprattutto per l'aspetto che riguarda la Religione e la Mistica. Infatti, idee e credenze che si consideravano frutto tardivo del Neopitagorismo e del Neoplatonismo, tali da allignare soltanto nelle coscienze dell'età elle- ; nistica e imperiale, acquistano alla luce dei nuovi studi di storia religiosa la loro esatta significazione; e possono rientrare in quell, antico stadio della vita spirituale greca a cui appartiene la scuola di Pitagora. Il medesimo accade per la storia delle discipline speciali. Anzi, a questo proposito, noi stessi abbiamo avuto occasione di dimostrare che certi concetti estetici, riguardanti o la musica o la retorica o la poesia, i quali si ritene-

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