Università di Pisa Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere Dottorato di Ricerca in Storia, Orientalistica e Storia delle Arti Tesi di Dottorato in Orientalistica: Egittologia XXVII ciclo L-OR/02 Egittologia e Civiltà Copta Il contributo di Ippolito Rosellini alla ricostruzione della cronologia e della storia dinastica dell’antico Egitto Tutor Candidata Prof.ssa Marilina Betrò Angela Garrè Presidente del Dottorato Prof. Giovanni Salmeri A.A 2015-2016 INDICE INTRODUZIONE 1 PARTE PRIMA. IPPOLITO ROSELLINI: LA VITA E LA SPEDIZIONE FRANCO-TOSCANA 9 CAPITOLO 1: NOTIZIE SULLA BIOGRAFIA DI ROSELLINI 11 CAPITOLO 2: CENNI SULLA SPEDIZIONE FRANCO-TOSCANA IN EGITTO E SULLA PUBBLICAZIONE DE I MONUMENTI DELL’EGITTO E DELLA NUBIA 17 2.1. CENNI SUL CONTESTO STORICO, CULTURALE E RELIGIOSO DELLA FRANCIA E DELL’ITALIA NELLA PRIMA METÀ DELL’OTTOCENTO 27 2.2. LA VISIONE DELL’EGITTO FARAONICO PRIMA DELLA SPEDIZIONE 45 PARTE SECONDA. LA RICOSTRUZIONE DELLA CRONOLOGIA E DELLE DINASTIE SECONDO ROSELLINI 57 CAPITOLO 1. GLI AEGYPTIACA DI MANETONE: OPERA FONDAMENTALE PER ROSELLINI NELLA SUA RICOSTRUZIONE DINASTICA 58 CAPITOLO 2. CRONOLOGIA SACRA E PROFANA: I PRINCIPALI STUDI COMPIUTI DAL XVI SECOLO ALLA PRIMA METÀ DEL XIX SECOLO 67 CAPITOLO 3. LA METODOLOGIA DI ROSELLINI 81 CAPITOLO 4. IL PERIODO PIÙ LACUNOSO DELLA RICOSTRUZIONE DINASTICA DI IPPOLITO ROSELLINI: LE PRIME QUINDICI DINASTIE 89 CAPITOLO 5. LA XVI DINASTIA NEI MONUMENTI DI ROSELLINI 117 CAPITOLO 6. LA XVII DINASTIA NEI MONUMENTI DI ROSELLINI 125 6.1. LA XVII DINASTIA SECONDO ROSELLINI 125 6.2. AHMOSE MISPHRAGMUTHOSIS: DA FONDATORE DELLA XVIII DINASTIA A ULTIMO FARAONE DELLA XVII NEI MONUMENTI DI ROSELLINI 137 CAPITOLO 7: LE TRE DINASTIE DIOSPOLITANE SECONDO ROSELLINI: XVIII-XIX-XX DINASTIA 143 7.1. LA REGINA AMENSE-HATSCHEPSUT 149 7.2.THUTMES IV MOERIS 161 7.3. MENEPHTAH I 167 7.4. RAMSES III SESOSTRI 175 7.5. IL FARAONE UERRI, L’ULTIMO SOVRANO CON CUI TERMINA LA XVIII DINASTIA 187 7.6. I SEI FARAONI DELLA XIX DINASTIA 193 7.7. LA XX DINASTIA 201 CAPITOLO 8. LA RICOSTRUZIONE DINASTICA DI ROSELLINI DALLA XXI ALLA XXVI DINASTIA 205 8.1. DALLA XXI ALLA XXVI DINASTIA 205 8.2. CONFUSIONE DI ROSELLINI A PROPOSITO DI UNA STELE DI AMASI CON L’ANNO 44 DEL SUO REGNO 235 i CAPITOLO 9: LA XXVII DINASTIA PERSIANA 243 CAPITOLO 10: DALLA XXVIII ALLA XXXI DINASTIA 251 CAPITOLO 11. LEZIONI E LETTERE DI IPPOLITO ROSELLINI 263 CAPITOLO 11.1 INTRODUZIONE ALLE LEZIONI DI STORIA, ALLE LETTERE E AD ALCUNE CARTE SCRITTE DA ROSELLINI INTORNO ALLA PUBBLICAZIONE DEI MONUMENTI 263 MS.BUP 291.2 CC.494-497 LEZIONE I (7 DICEMBRE 1830) 271 MS.BUP 291.2 CC.525-527 LEZIONE VIII (8 MARZO 1831) LA FAVOLA DI ISIDE E DI OSIRIDE 275 MS.BUP 291.1 CC.130-140 PROLUSIONE ALLE LEZIONI DI STORIA E D’ARCHEOLOGIA (LETTA IL 28 NOVEMBRE 1839) 278 MS.BUP 291.1 CC.185-190 LEZIONE XI (14 MARZO 1840) CRONOLOGIA DELLA STORIA EGIZIANA 286 MS BUP 291.1 CC.191-195 LEZIONE XII (21 MARZO 1840) MENES. FONDAZIONE DI MEMFI E BONIFICAMENTO DEL DELTA. PIRAMIDI. LA SFINGE. 291 MS.BUP 291.1 CC.196-200 LEZIONE XIII (28 MARZO 1840) PARTI INTERNE DELLE PIRAMIDI. A CHE SERVIVANO? LORO AUTORI. ESECRAZIONE DEI POSTERI PER QUELLE MOLI. 297 MS.BUP 291.1 CC.202-203 LEZIONE XIV (4 APRILE 1840) 304 MS.BUP 291.1 CC.206-210 LEZIONE XV (25 APRILE 1840) IMPORTANZA STORICA DELLA DINASTIA XVIII, DEL TITOLO FARAONE, DI TEBE, DELL’INONDAZIONE E DEL MITO RELIGIOSO A CUI DIEDE ORIGINE, SUBLIMITÀ DEL MISTERO DELLA REDENZIONE IN UNIONE COL LIVELLAMENTO NATURALE DELL’ANNO 305 MS. BUP 291.1 CC.212-215 LEZIONE XVI (2 MAGGIO 1840) 311 MS.BUP 291.1 CC.217-219 LEZIONE XVII (9 MAGGIO 1840) RAMSES-SESOSTRI. SUA EDUCAZIONE E CONQUISTE. SUOI MONUMENTI. IBSAMBUL, KARNAK. OBELISCHI. L’ESODO ALLA FINE DI RAMSES III 313 MS.BUP 291.1 C.70 USCITA DEGLI EBREI D’EGITTO 316 MS.BUP 291.1 CC.222-226 LEZIONE XVIII (16 MAGGIO 1840) RAMSES IV. ARMAIS DANAO IN GRECIA. RAMSES IX THUORIS-PROTEO-POLIBIO. SUA RELAZIONE CON LA GUERRA DI TROIA. PSAMMETICO, SUA FATALE POLITICA E DEFEZIONE DEI SUOI, DISFATTA DEGLI EGIZI. 317 MS.BUP 291.1 CC.815.-821 CAPITOLO 9. DELL’INVASIONE DELL’EGITTO FATTA DA CAMBISE RE DEI PERSIANI FINO AD ALESSANDRO IL GRANDE 321 MS.BUP 380/03 073-074 LETTERA DI ROSELLINI A PAPA GREGORIO XVI (NOVEMBRE 1833) 326 MS.BUP 293.1 (0367R-0367V-0368R-0368V0369R-0369V-0370R-0370V) LETTERA IN CUI SI DIFENDE DALLE ACCUSE DI CATALDO JANNELLI 327 MS.BUP 380.1 CC.85-86 LETTERA A ROSELLINI (FIRENZE, LUGLIO 1840) 332 MS.BUP 380.2 C.42 CARTE SUI PORTAFOGLI DEI DISEGNI APPARTENUTI ALLA FRANCIA(1832) 332 MS.BUP 294.2 F.11 C.34 LETTERA DI M. MINGHETTI A I.ROSELLINI 333 MS.BUP 294.2 F.11 C.38 LETTERA DI M. MINGHETTI A I.ROSELLINI 334 MS.BUP 294.2 F.11 C.37 LETTERA DI M. MINGHETTI A I.ROSELLINI 334 CAPITOLO 12: CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE 335 CATALOGO DEI DOCUMENTI 339 ELENCO DELLE FIGURE, DELLE TAVOLE E DELLE TABELLE 509 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 513 ii INTRODUZIONE Ippolito Rosellini va senza dubbio considerato uno dei padri fondatori dell’egittologia e il suo nome è meritevole di essere ricordato al pari di quelli di Jean François Champollion, di cui fu discepolo, amico e collaboratore, e di Karl Richard Lepsius, che nel 1836 si trasferì a Pisa per perfezionarsi sotto la guida del professore pisano. Il ruolo di Rosellini, nella diffusione della scienza egittologica fu fondamentale sia per ciò che riguarda i faticosi e difficili tentativi di ricostruzione della cronologia egizia, che a quei tempi erano ancora agli inizi, sia per la dedizione assoluta allo studio di quell’antica civiltà alla quale dedicò incondizionatamente tutta la sua vita, fino alla morte che lo colse prematuramente all’età di 43 anni. Il Gabrieli, nella sua introduzione al Giornale della Spedizione franco-toscana in Egitto, tratteggia con poche ma efficaci parole quelle che furono in sostanza le peculiarità del grande studioso italiano, e ne sottolinea in particolare le doti umane che, unite alla sua vasta dottrina, all’acume critico e alla logica, lo rendevano meritevole di stare accanto a Champollion: “Io non so se e quanto il Rosellini fosse da meno dello Champollion in acume critico e penetrazione logica, in vastità e solidità di dottrina (Peyron e Ideler lo giudicarono per alcuni rispetti superiore); ma certo inferiore non gli fu in integrità e semplicità di vita, in nobiltà e generosità di sentimento, in devozione alla scienza ed alla verità, in favorire e benvolere senza limitazioni e senza esclusioni chiunque a lui si rivolgesse in nome della verità e della scienza”.1 Le stesse parole di Lepsius nella Lettre à M. le Professeur H.Rosellini sur l’alphabet hiéroglyphique del 1837 e riportate nel Catalogo della mostra “Lungo il Nilo”2 testimoniano l’importanza che assunse l’opera di Rosellini nella storia della nascente egittologia: “{La Grammaire égyptienne dello Champollion} sarà per sempre l’opera fondamentale della filologia egiziana, così come la descrizione dei Monumenti dell’Egitto e della Nubia lo sarà per l’archeologia egiziana intesa nel senso più ampio del termine”. Questa tesi di dottorato si propone di ripercorrere le tappe che hanno portato l’egittologo pisano alla compilazione delle successioni delle dinastie egizie, ricavate 1 Gabrieli G. (a cura di), Ippolito Rosellini e il suo Giornale della Spedizione letteraria toscana in Egitto negli anni 1828-1829, Roma 1925, p. xxix 2 Betrò M., Tra l’Arno e il Nilo: Ippolito Rosellini e l’egittologia, p. 24 in M. Betrò (a cura di) Lungo il Nilo. Ippolito Rosellini e la Spedizione Franco-Toscana in Egitto (1828-1829), Firenze 2010 1 dai monumenti originali confrontati con altre fonti scritte. In questo tipo di lavoro era stato preceduto da Champollion nel 1824, quando lo studioso francese era giunto a Torino per studiare la Collezione Drovetti; esso fu poi proseguito da entrambi con la Spedizione franco-toscana in Egitto negli anni 1828-29, durante la quale i due studiosi poterono confrontare i dati storici con quelli monumentali e trovare così delle conferme o delle smentite. Data l’eterogeneità della materia di questa tesi, mi è sembrato utile suddividere la trattazione in due parti. Nella prima sezione, dopo alcuni cenni sulla biografia dello studioso, ho riportato le notizie principali sulla Spedizione franco-toscana in Egitto e sulla pubblicazione dei Monumenti dell’Egitto e della Nubia per opera di Rosellini. L’analisi del contributo di Rosellini alla ricostruzione della cronologia e della storia dinastica egizia, che non coincide nella maggior parte dei casi con l’attuale divisione in dinastie, ha reso necessario prendere in considerazione sia gli studi sulla cronologia sacra e profana, compiuti dal XVI secolo fino alla prima metà dell’Ottocento, sia l’ambiente culturale e la ricezione dell’immagine dell’Egitto antico nel contesto europeo dell’epoca, argomenti che ho trattato nel Capitolo 2, soffermandomi sia sulla Francia di Champollion sia sull’Italia di Rosellini. Segue a questo quadro introduttivo la seconda parte, che comprende la ricostruzione storica proposta da Rosellini limitatamente alle dinastie faraoniche e ai re che ne hanno fatto parte, escludendo invece dalla mia indagine l’Egitto greco-romano. Ho cercato soprattutto di soffermarmi non solo sulle “nuove scoperte” scaturite dal viaggio in Egitto e in Nubia, rese note dalla pubblicazione dell’opera I Monumenti dell’Egitto e della Nubia, ma anche sul procedimento logico che ha portato Rosellini a certe congetture e affermazioni, in contrasto in alcuni casi con quelle del suo “maestro”. Fondamentale per la ricostruzione storica della civiltà egizia è stata senza dubbio la metodologia adottata da Rosellini, la quale utilizza i dati offerti dai monumenti originali per confermare o smentire le informazioni tramandate da Manetone e dagli altri autori classici: “osservazione ed esperienza”3 devono costituire le basi del vero sapere. Dopo quest’attento esame della metodologia dello studioso, la parte centrale della seconda sezione è dedicata alla ricostruzione dinastica dalle prime quindici dinastie, che rappresentano per lo storico il periodo più lacunoso per la scarsità di monumenti e per difficoltà cronologiche, e prosegue poi con l’esame delle dinastie che vanno 3 Ms. BUP 291. 1 c.130 2 dalla XVI dinastia (XII dinastia secondo l’attuale sistema dinastico) di Rosellini fino alla XXXI dinastia di re persiani. Nell’esporre la composizione delle successioni dinastiche che hanno attraversato tutta la storia dell’antico Egitto, mi è parso utile soffermarmi in particolare su quei sovrani nei confronti dei quali la ricostruzione storica di Rosellini è stata per vari motivi più approfondita. Per differenziare la lettura dei nomi dei sovrani usata da Champollion e Rosellini e per non far confusione con quella utilizzata dall’egittologia moderna, ho utilizzato il corsivo tra virgolette per i nomi regali citati nelle loro opere dai due studiosi. A conclusione di questa seconda sezione ho riportato una selezione di alcune lezioni di storia, tenute dal professor Rosellini all’Università di Pisa, insieme a tre lettere scritte dal medesimo e indirizzate a illustri personalità. La scelta di inserire queste pagine manoscritte è dovuta in primo luogo al fatto che danno informazioni interessanti sulla pubblicazione dei Monumenti, sulle tante difficoltà incontrate nel corso della stesura dell’opera e sulle soddisfazioni e i riconoscimenti ricevuti; in secondo luogo perché queste lezioni costituiscono un’ulteriore testimonianza e un supplemento, per così dire, alla ricostruzione delle dinastie: infatti, capita che l’Autore riprenda dopo molti anni, proprio nelle lezioni, alcune delle sue teorie che aveva enunciate nella sua opera precedente e le corregga alla luce di studi recenti. In terzo luogo, perché mostrano senza filtri le varie sfaccettature del temperamento di Rosellini. La personalità del grande egittologo italiano emerge non tanto dalla lettura della sua vasta opera, i Monumenti appunto, ma soprattutto dai numerosi manoscritti presenti nella Biblioteca Universitaria di Pisa, dal Giornale della Spedizione pubblicato da Gabrieli e dalle lezioni universitarie del 1839-40 - 1841-42, che dimostrano ancora una volta la sua vasta erudizione, la sua capacità di trattare, in modo sapientemente equilibrato, nozioni di egittologia, di storia antica e moderna, di filologia, di religione e di filosofia. Il risultato è dunque rappresentato da queste pagine, eleganti e al tempo stesso erudite, che rappresentano un punto di approdo e di rielaborazione finale dei suoi studi. Costituiscono inoltre una preziosa fonte di conoscenza su molti aspetti della civiltà egizia e sui monumenti storici, come la Grande Piramide, della quale ci offrono una precisa e dettagliata descrizione. La testimonianza rappresentata da queste pagine rivela non solo informazioni di carattere storico ma, cosa ancora più emozionante, le sensazioni di stupore, di 3 meraviglia e di sgomento che l’autore prova nello scoprire cose straordinarie che a quel tempo erano note soltanto a pochi.4 Questa tesi si propone di dar risalto non solo allo studioso di egittologia e di lingue orientali, fedele discepolo di Champollion, ma anche al Rosellini più originale, che con le sue intuizioni ha avuto il coraggio di intraprendere nuove strade, che in certi casi si è mostrato sicuro delle sue convinzioni, ma che in altre occasioni non ha esitato a riconoscere di essersi sbagliato, che ha messo le proprie scoperte e conoscenze sempre al servizio della scienza e della verità. È questo il Rosellini che non veste più i panni del fedele compagno e discepolo di Champollion, ma esce dall’ombra protettiva dell’illustre francese per mostrare, accanto alla grande erudizione e conoscenza della storia, delle lingue e degli scrittori antichi, un’originalità di pensiero pur senza mai rinnegare l’ammirazione e l’affetto per il suo maestro, così come da lui stesso fu dichiarato quando si accinse a pubblicare il primo volume dei Monumenti Storici: “Poiché la spedizione scientifica toscana in Egitto e il perpetuo e lungo collaborare col Sapientissimo Champollion, a sì gran ventura mi riservarono che potessi, nella morte di un tant’uomo, conservare parte almeno delle dottrine che con lui perite sarebbero. Tutte le applicazioni che sono per fare di quei principi e tutte le mie scoperte, che in quest’opera saranno esposte, da quel principale e chiarissimo fonte derivano; e se un qualche onore potrà a me venirne presso gli uomini presenti e futuri, ben è debito e degno che quello pure si aggiunga a cumulare la gloria di quel felicissimo ingegno, pel quale l’età presente sarà a quelle che verranno ancor più riverita e più cara”.5 È stato necessario, infine, allegare in appendice a questa tesi un ampio Catalogo di documenti che sono stati utili e indispensabili per la trattazione dell’argomento. Si tratta di materiale edito, ma per lo più di manoscritti inediti di Rosellini, che si sono rivelati di notevole importanza per ricostruire il percorso congetturale dell’egittologo sullo studio della civiltà egizia dagli anni in cui iniziò il rapporto di amicizia e di collaborazione con Champollion a quelli dopo la Spedizione franco-toscana in Egitto. Al Catalogo seguono delle Tabelle di confronto tra cui quella tra la cronologia moderna e la cronologia ricostruita da Champollion e da Rosellini, con le corrispondenze e differenze tra le due versioni. È stata inoltre allegata una tabella che raccoglie tutti i sincronismi e le relazioni tra la storia dell’antico Egitto e quella 4 Ms. BUP 291. 1 Cc. 193-198 5 Rosellini I., Tributo di riconoscenza e d’amore reso alla onorata memoria di G. F. Champollion il Minore, Pisa 1832 4 ebraica, contenuti nell’opera di Rosellini, mentre nell’ultima sono stati messi a confronto i nomi dei faraoni dalla prima alla trentunesima dinastia, pubblicati nel Livre des rois d’Égypte,6 con quelli trovati dalla Spedizione scientifica. Accanto a ciascun nome regale, catalogato da Gauthier, si trova quello del faraone corrispondente, pubblicato da Rosellini nei Monumenti, con la relativa lettura del nome o del prenome, quando sono presenti. Non bisogna dimenticare che i grandi risultati ottenuti dalla Spedizione franco- toscana in Egitto e in Nubia sono anche il risultato di un precedente lavoro di osservazione e di ricerca iniziato in Egitto intorno agli anni venti dell’Ottocento da alcuni “appassionati” di civiltà egizia che, senza avere una vera e propria preparazione accademica o specialistica in questo settore, contribuirono con le loro opere e con i loro studi a porre le basi della scienza dell’Egittologia. Un contributo importante sulla nascita dell’egittologia moderna è rappresentato da Histories of Egyptology. Interdisciplinary Measures.7 Questa raccolta di saggi, che costituisce la base per capire come gli egittologi hanno costruito nel tempo questa disciplina, affronta una serie di temi importanti, come il coinvolgimento dell’Egittologia con la sfera politica, il modo in cui gli studiosi di questa scienza rappresentano la conoscenza “egittologica” e il suo rapporto con la sfera pubblica. William Carruthers riunisce in questo libro un insieme di voci, di prospettive e di finalità diverse: “The history of Egyptology, if such a history actually exists, is written at cross-purpose: everyone writing about it seems to know what it is, despite not reaching any consensus”.8 Tante sono le domande presenti in questo libro e vari i modi per cercare le risposte sia multidisciplinari che interdisciplinari, ma il compito primario, secondo Carruthers, è quello di lavorare insieme per uno spazio in cui possa verificarsi un dialogo produttivo tra tutte le diverse Egittologie (passata, presente e presumibilmente futura). Tra i saggi presenti, quello di Andrew Bednarski9 sulla pubblicazione di alcune opere inedite risalenti al XIX secolo mette in risalto la natura non specialistica della cultura 6 Gauthier H., Le livre des rois d’Égypte: recueil de titres et protocoles royaux, noms propres de rois, reines et princesses, noms de piramide et de temples solare, suivi d’un index alphabétique, voll. 17-21, le Caire 1907-1917 7 Carruthers W., (edited by) Histories of Egyptology. Interdisciplinary Measures, New York and London 2015 8 Ibid., p. 3 9 Bednarski A., Beyond Travelers’ Accounts and Reproductions: Unpublished Nineteenth- Century Works as Histories of Egyptology, in Carruthers W. (edited by) Histories of Egyptology. Interdisciplinary Measures, New York and London 2015, pp. 81-95 5 antiquaria dell’Ottocento e le sue implicazioni nella formazione della scienza egittologica. Bednarski si sofferma in particolare su alcuni di questi esploratori e studiosi, per i quali l’antico Egitto rappresentava soltanto una grande interesse. Le loro opere hanno fornito comunque una serie di dati utili per approfondire la comprensione della nascita dell’Egittologia moderna. Il primo di questi illustri personaggi fu il mineralogista Frédéric Cailliaud che tra il 1815 e il 1822 intraprese due viaggi in Egitto in seguito ai quali scoprì le antiche miniere di smeraldo del monte Zubarah e la famosa città di Meroe in Sudan. Pur essendo uno dei massimi esperti in mineralogia, il suo lavoro in Egitto e in Nubia giocò un ruolo chiave nello sviluppo culturale europeo nelle ricerche sulla storia egizia. Si deve a lui una delle più grandi collezioni di antichità egizie, raccolte tra l’epoca dell’invasione napoleonica e gli scavi di Auguste Mariette al Serapeum di Saqqara. Una parte di questo materiale fu utile anche a Champollion per confermare le sue teorie sulla traduzione dei geroglifici prima della pubblicazione della famosa Lettre à M. Dacier nel 1822. Anche Rosellini cita nei Monumenti10 la rappresentazione che fece Cailliaud della tavola di Abydos definendola “cattivo disegno”; le tavole infatti presenti nel suo manoscritto pubblicato da Bednarski,11 che riproducono i bassorilievi presenti nelle tombe, non sempre sono fedeli e corrispondenti alla realtà, come nel caso della tavola 6612 che riproduce una processione di tributi stranieri della tomba tebana di Rekhmire. Cailliaud nella sua tavola sostituisce una figura con un’altra e modifica anche le dimensioni dei personaggi raffigurati ma, come riporta Bednarski “ Cailliaud’s primary focus for his images was the elucidation of his intended chapters, not accuracy”.13 Ciò nonostante, queste immagini costituiscono ugualmente un importante contributo per la nascita nella nuova disciplina scientifica dell’egittologia nella prima metà del XIX secolo, in quanto fonti di informazioni sulla storia della documentazione dei monumenti sia ormai perduti sia superstiti. Tre anni dopo la partenza di Cailliaud, arrivò in Egitto Edward William Lane. Anche lui ebbe un grande interesse per l’antico Egitto, ma la sua carriera lo portò verso un’altra direzione. Egli divenne il massimo studioso di arabo in Europa, famoso per il suo Manners and Customs of the Modern Egyptians (1836), per la traduzione di The 10 Mon. Stor., Tomo I, parte prima p. 150 11 Bednarski A., The Lost Manuscript of Frédéric Cailliaud: Arts and Crafts of the Ancient Egyptians, Nubians, and Ethiopians, Cairo 2014 12 Bednarski A., Beyond Travelers’ Accounts and Reproductions: Unpublished Nineteenth- Century Works as Histories of Egyptology, in Carruthers W. (edited by) Histories of Egyptology. Interdisciplinary Measures, New York and London 2015, pp. 91-93 13 Ibid., p. 91 6
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