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györgy martinuzzi utyeszenics e ea dedizione dele a transil vania alla casa daustria PDF

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Universitá degli Studi di Szeged Facoltá di Lettere Dipartimento di Studi Contemporanei e di Studi Mediterranei GYÖRGY MARTINUZZI UTYESZENICS E EA DEDIZIONE DELE A TRANSIL VANIA ALLA CASA DAUSTRIA di Adriano Papo PhD Scuola di Dottorato in Scienze Storiche Szeged 2009 Introduzione storica e obiettivi del lavoro La disfatta di Mohács (29 agosto 1526) segnö la fine della potenza magiara iniziata nel Basso Medioevo sotto la dinastía árpádiana e culminata nel XV secolo con l'ultimo grande re nazionale Mattia Corvino (1458-90). Dopo Mohács il Regno d'Ungheria perse non solo la propria indipendenza, ma anche l'unitá territoriale, che avrebbe riconquistato integralmente appena nel 1867 in virtü del 'compromesso' con 1'Austria e con la costituzione della Duplice Monarchia. La battaglia di Mohács segnö puré 1'inizio di due eventi cruciali per la politica e la storia d'Europa: l'insediamento degli Asburgo nella regione carpatodanubiana e l'ingresso degli ottomani nella politica centroeuropea1. La sconfitta di Mohács fu per l'Ungheria un'inevitabile conseguenza della crisi militare, feudale e sociale che s'era radicata nel regno magiaro durante la debole dinastía polacca degli Jagelloni. Per di piü, l'Ungheria s'era trovata quasi involontariamente coinvolta nel conflitto scoppiato tra Cario V e Francesco I per la supremazia nel continente europeo, conflitto che apri ai turchi le porte dell'Europa centrale. Dopo Mohács é il momentáneo rientro degli ottomani a Costantinopoli, due nuovi pretendenti rivendicarono la Corona d'Ungheria: il voivoda di Transilvania, Giovanni Zápolya, e l'arciduca d'Austria, Ferdinando d'Asburgo. Giovanni Zápolya si presentava come il candidato piü autorevole per la successione al trono, potendo contare sul fatto ch'era il magnate piü ricco d'Ungheria, che aveva operato con abilitá e avvedutezza come amministratore e comandante militare, che aveva l'appoggio di gran parte deli'alta e media nobiltá magiara e ch'era soprattutto un candidato 'nazionale', potendo awalersi della delibera della Dieta di Rákos del 29 setiembre 1505 secondo cui, se l'allora re Vladislao II Jagellone fosse morto senza lasciare eredi legittimi, la Corona d'Ungheria sarebbe ritornata a un re nazionale. All'estero Giovanni Zápolya godeva dell'appoggio dei re di Francia, di Polonia e d'Inghilterra, della Repubblica di Venezia, dei duchi di Baviera e perfino dei principi luterani tedeschi. Le rivendicazioni di Ferdinando d'Austria al trono d'Ungheria si fondavano invece sui seguenti presupposti: 1) il trattato sottoscritto il 19 luglio 1463 dall'imperatore, Federico III d'Asburgo, e dal re d'Ungheria, Mattia Corvino, in base 1 La letteratura sulla battaglia di Mohács é molto vasta: qui si rimanda al recente libro commemorativo curato da J.B. SZABÓ, Mohács, Budapest 2006. 3 al quale la Casa d'Austria avrebbe ereditato la Corona d'Ungheria qualora Mattia Corvino fosse morto senza lasciare eredi legittimi (il re Mattia ebbe il solo figlio naturale Giovanni, nato da una sua relazione con una donna di Boroszló); 2) il patto concluso a Pozsony, l'odierna Bratislava, il 7 novembre 1491 tra Federico III e Massimiliano d'Asburgo da una parte e il re d'Ungheria, Vladislao II Jagellone, daH'altra che stabiliva il passaggio del Regno d'Ungheria (e di quello di Boemia) a Massimiliano o a un suo successore in caso di estinzione del ramo boemo-magiaro degli Jagelloni; 3) il contratto del duplice matrimonio tra gli Asburgo e gli Jagelloni, stilato a Wiener Neustadt il 20 marzo 1506 e a Buda il 27 marzo 1506, e successivamente integrato con la postilla datata Buda, 12 novembre 1507, che sanci le nozze incrociate tra Ferdinando d'Asburgo e Anna Jagellone, la figlia di Vladislao II, e tra il figlio dello stesso Vladislao, il futuro re Luigi II, e María d'Asburgo, la sorella di Ferdinando. L'Arciduca sposb effettivamente Anna Jagellone il 26 maggio 1521, mentre Luigi convoló a nozze con María d'Asburgo il 13 gennaio 1522. Giovanni Zápolya, dopo a ver ottenuto l'appoggio di gran parte dell'aristocrazia, del clero, della media nobiltà e delle città nella Dieta di Tokaj del 14 ottobre 1526, fu eletto re d'Ungheria a Székesfehérvár il 10 novembre 1526; la cerimonia dell'incoronazione segul il giorno dopo l'elezione. Ferdinando d'Asburgo, invece, fu eletto re d'Ungheria dalla Dieta di Pozsony il 17 novembre 1526 (sarà incoronato il 3 novembre 1527), dopo che il 23 ottobre precedente aveva ricevuto la corona boema. La duplice elezione spinse inevitabilmente il paese a una sanguinosa e lunga guerra civile2. In questo scénario politico s'inserisce la figura di György Martinuzzi Utyeszenics. György Martinuzzi Utyeszenics (frate György) fu vescovo di Várad, primate d'Ungheria, cardinale, sommo tesoriere, giudice supremo e generale, comandante militare, voivoda di Transilvania, luogotenente regio in Ungheria e in Transilvania. Esercitö un grande potere politico, amministrativo e militare. Fu un personaggio geniale, astuto e potente, uno statista oltremodo capace e autorevole, uno dei più dotati dell'epoca. Ciononostante, i giudizi dei suoi contemporanei furono in genere tutt'altro che lusinghieri nei suoi confronti, e tali giudizi avrebbero finito col condizionare anche quelli di molti storici, sia coevi che posteriori. 2 Sull'elezione di Giovanni Zápolya e di Ferdinando d'Asburgo e sulla conseguente guerra civile si rimanda agli studi di G. NEMETH - A. PAPO, La duplice elezione a re d'Ungheria di Giovanni Zápolya e Ferdinando d'Asburgo, in «Ateneo Veneto» (Venezia), CLXXXIX, s. III, 1/n, 2002, pp. 17-59 e La guerra civile ungherese, in «Qio» (Roma), XLI, n. 1, 2005, pp. 115-44. Sulle vicende ungheresi che seguirono la disfatta di Mohács, si veda anche il saggio di G. BARTA, La route qui mène à Istanbul, 1526-1528, Budapest 1994. 4 L'obiettivo principale di questa dissertazione è l'analisi del ruolo svolto da György Martinuzzi Utyeszenics nella storia e nella politica ungherese degli anni 1534-1551, ovverosia del periodo storico che va dalla tragica morte di Ludovico Gritti (29 setiembre 1534) fino all'altrettanto tragica fine dello stesso György Martinuzzi (17 dicembre 1551). Tale periodo è caratterizzato dai negoziati per il trasferimento alla Casa d'Austria délia parte di regno che, dopo Mohács, era rimasta sotto la giurisdizione di Giovanni Zápolya, e che sarebbe passata dopo la sua morte sotto quella délia vedova Isabella Jagellone. Le trattative, iniziate a Vienna nel 1535, sarebbero proseguite con alterne vicende inframmezzate da scontri armati tra le parti concorrenti, dalle discordie che scoppiavano di frequente tra la regina Isabella e il frate e dalla continua minaccia ottomana. L'arrivo in Transilvania dell'esercito asburgico del generale Giovanni Battista Castaldo forzö la conclusione dei negoziati, che furono ufficialmente chiusi a Gyulafehérvár il 19 luglio 1551: la regina Isabella e il principe Giovanni Sigismondo trasferirono a Ferdinando d'Asburgo e ai suoi eredi i diritti sul Regno d'Ungheria e sulla Transilvania, ricevendone in cambio i ducati slesiani di Oppeln e Ratibor. La Porta non riconobbe il trattato di Gyulafehérvár e mandö un suo esercito nel Banato per restaurare lo status quo. Durante la campagna militare contro gli ottomani György Martinuzzi fu accusato di connivenza col nemico: ciö avrebbe segnato la sua condanna a morte. Infatti, su ordine di Ferdinando, il generale Castaldo lo fece assassinare in maniera efferata nel suo castello di Alvinc l'alba del 17 dicembre 1551. Ferdinando e i suoi complici saranno tutti assolti con formula piena. Da quanto sopra si évincé quindi che le vicende storiche e politiche del Regno d'Ungheria e délia Transilvania negli anni 1534-1551 sono strettamente intrecciate con quelle personali di György Martinuzzi Utyeszenics; in questo lavoro si cercherà pertanto di valutare il ruolo svolto da György Martinuzzi nelle trattative avviate per la cessione délia Transilvania alla Casa d'Austria e, più in generale, il ruolo svolto dal frate nella politica ungherese degli anni 1534-1551. Conseguentemente si cercherà anche di daré una risposta al quesito: perché fu ucciso frate György e perché il suo assassinio fu perpetrato in maniera oltremodo efferata. I risultati dell'indagine storica ci permetteranno altresï di delineare la figura del frate confrontándola con quella ricostruibile in base ai giudizi délia storiografia. Il presente lavoro va quindi considérate nello stesso tempo sia uno studio del ruolo espletato da György Martinuzzi nella politica ungherese degli anni 1534-1551, sia una biografía del frate, dal momento che in esso si ripercorrono anche le sue vicende personali dalla nascita fino all'entrata al servizio di Giovanni Zápolya e si 5 accenna pure aile varie versioni che circolarono sulla sua tragica fine e ai fatti connessi col processo che ne segui. La ricostruzione delle vicende di György Martinuzzi si è basata in primo luogo sull'apporto di fonti epistolografiche e diplomatiche, edite o d'archivio, integrate o supportate dalle principali fonti narrative (Centorio, Istvánffy, Bruto, Giovio, Conti, Forgách, Ostermayer ecc.). In aggiunta a queste fonti sono state altresi considérate ulteriori opere narrative, le quali, pur non essendo state compílate da storiografi coevi di György Martinuzzi, si appoggiano su una cospicua e valida documentazione (Thuanus, Bethlen, Pray, Katona ecc.). Si è cercato infine di inquadrare le vicende politiche ungheresi del periodo considerato in una più ampia cornice di storia europea, facendo riferimento aile guerre combattute tra Carlo V e Francesco I per la supremazia in Europa, guerre che appaiono strettamente connesse con la situazione política dell'area balcanico- danubiana, corne pure alla situazione religiosa dell'Impero e ai ricorrenti progetti di crociata antiottomana. In effetti, il periodo storico in cui si dipanano le vicende di questo lavoro è caratterizzato in primo luogo dalla ripresa delle guerre tra l'imperatore Carlo V e il re di Francia, Francesco I, in secondo luogo dal consolidamento del protestantesimo in Germania e dal conflitto tra l'imperatore e la Lega di Smalcalda. Le vicende storiche di questo periodo sono qui di seguito sommariamente delineate. Dopo i sette anni di non belligeranza che seguirono la pace di Cambrai (3 agosto 1529), la ripresa délia guerra tra gli Asburgo e i Valois trovö un incentivo nella morte del duca di Milano, Francesco Sforza, deceduto nel 1535 senza lasciare eredi legittimi. Francesco I non perse tempo per rinnovare le sue antiche pretese sull'ambito ducato milanese, che ufficialmente apparteneva all'Impero Romano- Germanico. Sia il re 'Cristianissimo' che l'imperatore intensificarono quindi i loro sforzi di guerra. Se il re d'Inghilterra, Enrico VIII, e i luterani si tennero fuori del conflitto, Solimano il Magnifico, invece, iniziö la pressione in Ungheria e mandö le sue flotte in Occidente per una diversione navale. Mentre i francesi invadevano il Piemonte e occupavano Torino (aprile 1536), Cario V, che nel luglio del 1535 aveva occupato Tunisi, tentava, ma invano, d'invadere la Provenza. La guerra ebbe anche una piccola appendice nei Paesi Bassi. II conflitto fu alfine composto dall'intervento di papa Paolo III, che indusse i due contendenti alia tregua di Nizza (18 giugno 1538): Francesco I si annesse la Savoia e circa i due terzi del Piemonte. 6 La guerra riprese nel 1542, dopo che l'imperatore ebbe investito il figlio Filippo del titolo di duca di Milano. Mentre Francesco I vinceva a Ceresole in Piemonte (13- 14 aprile 1544), Carlo V, forte anche dell'appoggio di Enrico VIII, con cui aveva sottoscritto un'alleanza segreta l'il febbraio 1543, avanzó in Francia senza incontrare alcuna resistenza. Francesco I, abbandonato dagli svizzeri, chiese allora la pace, che fu siglata a Crépy il 18 setiembre 1544: Carlo rinuncib aile sue pretese sulla Borgogna, Francesco a quelle su Napoli, le Fiandre e l'Artois; il suo secondogenito, Carlo duca d'Orléans, sposb una Asburgo ottenendo, corne dote délia moglie, il Ducato di Milano3. Sul lato délia situazione religiosa dell'Impero, sempre in forte tensione interna, il conflitto tra Carlo V e i luterani, già preannunciato con lungo anticipo dalla Dieta di Worms del 1521, era ormai aile porte. Rimesso sul suo trono il duca di Württemberg (1534) grazie all'intervento délia Lega di Smalcalda e all'appoggio esterno di Francesco I (nel Württemberg fu proclamato il protestantesimo), nel 1535 sali sul trono del Brandeburgo Gioacchino II, che, cinque anni dopo, si fece luterano. Nel 1539 anche la Sassonia divenne protestante col duca Enrico, cui nel 1541 succedette Maurizio, il quale perb in seguito sarebbe passato dalla parte dell'imperatore, cui avrebbe addirittura prestato aiuto nella nuova fase délia guerra contro la Francia. I cattolici allora si organizzarono nella Lega di Norimberga (10 giugno 1538), costituita sul modello di quella di Smalcalda. La defezione di Filippo d'Assia dal fronte protestante (1541) - dopo Crépy sarebbe perb rientrato nei ranghi di Smalcalda - permise a Carlo di riconquistare l'importante Ducato di Gheldria, ottenendo l'atto di sottomissione del duca Guglielmo, che ritornb al cattolicesimo. Nel luglio del 1542 anche il Ducato di Brunswick fu invaso dagli eserciti protestanti e dovette cambiare 'colore' religioso. Soltanto dopo la pace di Crépy - una clausola del trattato di pace lasciava a Carlo V mano libera per ripristinare il cattolicesimo in Germania - non ci furono più ostacoli per l'avvio délia guerra contro i luterani. Carlo passb alla controffensiva nel 1546 riconquistando gran parte delle città tedesche, fino all'affermazione finale e completa avvenuta con lo scontro decisivo di Mühlberg del 24 aprile 1547, che segnb un momentáneo trionfo della potenza degli Asburgo in Europa. 3 Dopo la sua morte (9 setiembre 1545) il Ducato di Milano sarebbe tornato in possesso dell'imperatore. 7 Fonti e studi La maggior parte delle fonti e dei documenti coevi consultad per questo lavoro é stata pubblicata negli ultimi due secoli. Un lavoro di spoglio é stato a ogni modo condotto dall'Autore nell'Archivio Nazionale Ungherese [Magyar Orszägos Levéltár; d'ora in avanti: MOL], nell'Archivio Segreto Vaticano [d'ora in avanti: AV], nell'Archivio di Stato di Venezia [d'ora in avanti: ASVe], nell'Archivio del Museo Correr di Venezia e nella Biblioteca Nazionale Austriaca [Österreichische Nationalbibliothek (giä Hoßibliothek)] di Vienna. In dettaglio, nell'Archivio Nazionale Ungherese sono statt consultati i documenti della sez. E 185 (Magyar Kamara Archivuma, Archivum familiae Nádasdy), i documenti della Magyar Kancellária Levéltár a e quelli riprodotti in microfilm dell'Archivio di Stato di Vienna [Haus-, Hof-, und Staatsarchiv; d'ora in avanti: ASV]: Ungarische Akten, fascicoli 52, 58-62, 72; Ungarische Akten, Allgemeine Akten, Process Martinuzzi, fascicoli 74-75; Staatenabteilungen Ausserdeutsche Staaten, Türkei, IX Urkunden und Akten aus dem Pariser Nationalarchiv, Karton 1. Nell'Archivio Segreto Vaticano sono State consúltate le carte del processo Martinuzzi: Archivum Arcis, Armaría I-XVIII, n. 1711, nonché i documenti classificati sotto le voci Armaría XXXIX, vol. 58, c. 39v-40r; Armaría XLI, n. 59, c. 143; n. 64, cc. 61r-71r; Mise. Arm. II, n. 61; Archivio Concistoriale, Acta Vicecancellarii, n. 7, c. 122r; AV, Archivio Concistoriale, Acta Mise., n. 4, c. 95r e n. 33, c. 119v. Nell'Archivio di Stato di Venezia sono State consúltate le deliberazioni del Senato, Secreta, dal registro 58 (1538) al registro 68 (1552-53) e i dispacci degli ambasciatori di Germania raccolti nel códice Capi del Consiglio dei Dieci. Nell'Archivio del Museo Correr sono sono statt consultati i dispacci dell'ambasciatore veneto Federico Badoer, raccolti nel Codice Cicogna n. 2789 [nuova segnatura: Classe IV, C]. Nella Biblioteca Nazionale di Vienna é stato infine consúltate il documento, Morte di Frate Giorgio, con alcune altre cose in Transsilvania et Ungaria successe negli anni 1551-1552, Cod. 7803, 89 cc. I regesti di documenti conservad in vari archivi europei (Vienna, Venezia, Simancas, archivi russo-polacchi, Biblioteca Nazionale di Napoli) sono statt letti nella versione curata da Lipot Óváry, A Magyar Tudományos Akadémia Tórténelmi Bizottságának oklevél- másolatai [Copie dei diplomi del Comitato Storico dell'Accademia Ungherese delle Scienze], vol. II, Budapest, 1894. 9 Per la ricostruzione degli avvenimenti degli anni 1534-53 d si & serviti segnatamente delle seguenti fonti diplomatiche edite, oltre ai documenti degli archivi di stato di Budapest, Vienna e Venezia citati sopra: 1) L'epistolario di György Martinuzzi, Fráter György levelezése és egyéb őt illető iratok a bécsi cs. és k. állami levéltár, 1535-1551 [Epistolario di frate György e altri scritti che lo riguardano dall'Archivio di Stato di Vienna, 1535-1551], pubblicato da Árpád Károlyi in: • «Történelmi Tár», 1878, pp. 211-270 (parte 1:1535-1542, nn. 1-36) • «Történelmi Tár», 1878, pp. 499-576 (II: 1542-1543, nn. 37-82) • «Történelmi Tár», 1879, pp. 306-336 (III: 1543-1544, nn. 83-96) • «Történelmi Tár», 1879, pp. 466-528 (IV: 1545-1551, nn. 97-149) • «Történelmi Tár», 1880, pp. 57-96 (IV: 1551, nn. 150-163) • «Történelmi Tár», 1880, pp. 234-276 (V: 1551, nn. 164-188) • «Történelmi Tár», 1880, pp. 649-668 (VI: 1551, nn. 190-202) • «Történelmi Tár», 1881, pp. 51-77 (VE: 1551, nn. 203-221) • «Történelmi Tár», 1882, pp. 94-100 (Pótlék, nn. 222-242) 2) Le Epistolae procerum regni Hungáriáé, parte II, cúrate da György Pray e pubblicate a Pozsony nel 1806. 3) Le Epistolae di Antal Verancsics (Antonius Vrancius / Antonio Veranzio), pubblicate a cura di László Szalay in Verancsics Antal összes munkái, vol. VI (Monumento Hungáriáé Histórica / d'ora in avanti: MHH / Scriptores IX, Pest 1860), vol. VII (MHH, Scriptores X, Pest 1865). 4) I documenti raccolti da Mihály Hatvani in Magyar történelmi okmánytár, a brüsszeli országos levéltárból és a burgundi könyvtárból [Collezione di documenti storici ungheresi degli Archivi Nazionali di Bruxelles e della Biblioteca di Borgogna], voll. I-II, Pest 1857-58 (MHH, Diplomataria I-II), compreso il diario del sassone transilvano Veit Goilel, che compare anonimo negli scritti riportati da Hatvani. 5) I Monumento Comitialia Regni Transylvaniae [d'ora in avanti: Comitialia], vol. I (1540- 1556), a cura di Sándor Szilágyi, Budapest 1875, integrati da estesi e documentati compendi del curatore. 6) I Monumento Comitialia Regni Hungáriáé [in seguito: Comitialia] curati da Vilmos Fraknói (voll. II-ni, Budapest 1875-76). 7) Le Nuntiaturberichte aus Deutschland 1533-1559, voll. I-IX, XI-XII e XVI. 8) Le lettere d'argomento ungherese di papa Paolo III e del cardinale Alessandro Farnese, III. Pál pápa és Farnese Sándor bibornok Magyarországra vonatkozó diplomacziai levelezései [Epistolario diplomático relativo all'Ungheria di papa Paolo III e del 10

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richieste del rivale che riteneva "apparement tollerables et les assurances, qu'il .. dell'uti possidetis: Ferdinando conservó il Regno di Croazia, Dalmazia e la dignitá di visir 'a tre code' in quanto comandante della guarnigione
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