COLLANA «SCHULIM VOGELMANN» 161 161 - Grammatica dei tempi messianici.indd 1 18/01/11 16:51 161 - Grammatica dei tempi messianici.indd 2 18/01/11 16:51 Donatella Di Cesare Grammatica dei tempi messianici Giuntina 161 - Grammatica dei tempi messianici.indd 3 18/01/11 16:51 Copyright © 2011 Donatella Di Cesare Casa Editrice Giuntina, via Mannelli 29 rosso, Firenze www.giuntina.it ISBN 978-88-8057-402-6 161 - Grammatica dei tempi messianici.indd 4 18/01/11 16:51 Grammatica dei tempi messianici 161 - Grammatica dei tempi messianici.indd 5 18/01/11 16:51 161 - Grammatica dei tempi messianici.indd 6 18/01/11 16:51 1. Babèl o della confusione* Confusione delle lingue, punizione che Dio in- ligge all’umanità: è questo il primo signiicato, il più corrente e il più diffuso, associato alla torre di Babele, che si staglia nei famosi versetti di Be- reshit 11, 1-9. Ripetuta sino all’ostinazione, nel corso dei secoli, l’interpretazione si è cristallizzata ino a minacciare il mito e il fondo inesauribile del mito. Primo documento di una rilessione sul lin- guaggio e sulle lingue, la torre ha rischiato di irri- gidirsi nell’emblema che sta per la punizione divi- na mai dimenticata, per la confusione delle lingue. Eppure Babele ha sempre esercitato e continua ad esercitare un fascino singolare anche nell’ultimo secolo – da Kafka a Borges, da Benjamin a Derri- da. Il che non sorprende perché, se solo si va al di * Ringrazio Rav Riccardo Shmuel Di Segni per avermi dato preziosi suggerimenti; degli eventuali errori sono la sola respon- sabile. 7 161 - Grammatica dei tempi messianici.indd 7 18/01/11 16:51 là dei luoghi comuni, sono tante le domande che si affastellano intorno alla torre, a Babele, al mito di Babele. Anzitutto Babele è un mito ebraico. Non ci sono eroi, né eroine; non ci sono personaggi principali o secondari. Non ci sono individui. Non ci sono nep- pure nomi. C’è una comunità senza nome che vuol farsi un nome. Ed è proprio questo, il nome, non la torre, il peccato più grande. Ma se Babele è un mito ebraico, scritto e descritto in Bereshit, sorprende che poco ascolto si è prestato alle domande che su quei complessi versetti si è andata ponendo l’ermeneuti- ca ebraica, dai maestri del Talmud ino ai qabbalisti. Tanto più che la benedizione di Babele, il signiicato positivo dell’incompiutezza e della dispersione, at- traversa tutta l’ermeneutica ebraica. Occorrerà allora partire da quei versetti: 1In tutta la terra si parlava un’unica lingua e le stesse parole. 2Partendo dall’oriente, gli uomini si trovarono in una pianura nel paese di Scin‘ar e là si stabilirono. 3Dis- sero gli uni agli altri: «Orsù fabbrichiamo dei mattoni e facciamoli cuocere». I mattoni adoperarono come pietre e il bitume come cemento. 4Poi dissero: «Orsù, fabbri- chiamoci una città e una torre la cui cima arrivi ino al cielo; ci faremo un nome e non accadrà che ci disperde- remo sulla faccia di tutta la terra». 5Il Signore scese per vedere la città e la torre che i igli dell’uomo costruivano. 6E disse: «Sono un popolo solo, parlano tutti un’unica lingua e hanno incominciato a far questo! Niente im- pedirà loro di fare tutto ciò che si proporranno. 7Orsù, scendiamo e moltiplichiamo la loro lingua, perché l’uno non comprenda più il labbro dell’altro». 8Il Signore li disperse di là sulla faccia di tutta la terra; così cessarono di fabbricare la città. 9Alla quale fu dato il nome di Ba- bele, confusione, perché lì il Signore moltiplicò la lingua 8 161 - Grammatica dei tempi messianici.indd 8 18/01/11 16:51