. .,, •"ltol 10 ~ I ..... ' t .~ ~ ..I. , ... I ,., ' " «Nata a suo tempo come scienza dell'ente, l'ontologia si presenta come la dottrina che fonda ciò che c'è, e quindi come l'affermazione convinta "che il mondo ha le sue regole e le fa rispettare". Come non vedervi una resa alla nuova ragione neoliberista e al suo mondo? È questa ragione a esigere una buona ontologia, ad avere bisogno "di una buona teoria dell'oggetto", perché finalmente si smetta di sognare "un mondo a totale disposizione della costruzione sociale di soggetti onnipotenti". Siamo qui lontani dall'ontologia negriana, questa sì una "cattiva" ontologia che insiste a porre domande indiscrete in primo luogo sul mondo che abitiamo e sulle ragioni e sul come si è giunti a tanto. Perché questa ontologia si vuole politica, e non a caso rivendica il primato dell'essere sugli enti, nei termini della riaffermazione della possibilità di trasformazione rispetto alla datità degli oggetti (fisici, ideali e sociali). E pertanto nessun discorso astratto sulla natura dell'ente che noi stessi siamo, nessun pensiero separato dal mondo e dalla realtà pratica. Lungi dall'essere calma acquiescenza e contemplazione, l'ontologia di Negri mostra la stessa caratteristica che marca il processo di pensiero deleuziano, una pratica mediante la quale "cerchiamo la verità quando siamo indotti a farlo in funzione 'DeriveApprodi I 126 O 2016 DeriveApprodi srl Tutti i diritti riservati DerlveApprodi srl piazza Regina Margherita 27 00198 Roma lei 06 85358977 fax 06 97251992 [email protected] www.deriveapprodi.org Immagine di copertina: Patrick Fontana Progetto grafico di Andrea Wfihr Isbn 978-88-6548-167-7 , DeriveApprodi Willer Montefusco e Mimmo Sersante Dall'operaio sociale alla moltitudine La prospettiva ontologica di Antonio Negri ( 1980-2015) A Luciano Le lotte determinano davvero l'essere. lo costituiscono. ANTONIO NEGRI, Inventare il comune Introduzione Quando si vuole affrontare la produzione di pensiero di un filo sofo tradizionalmente si hanno a disposizione due linee meto dologiche: una «storico-evolutiva», che si muove su un asse cro nologico e tenta di ricostruire le varie fasi di pensiero dall'inizio fino al punto di arrivo, individuandone continuità o eventuali punti di frattura e di svolta; l'altra «sistematica»', in cui più che il processo di formazione, si intende delineare la struttura com plessiva e il ruolo che le diverse parti o temi si trovano ad avere. La scleta per l'una o l'altra dipende dalle tendenze di chi si accin ge all'opera, secondo criteri più o meno arbitrari, mentre talvolta è determinata anche dalla particolarità dell'oggetto in questione. Nel nostro caso, volendo completare il percorso della vicenda in tellettuale di Antonio Negri, sembra impossibile non tener conto dell'eccezionalità della scansione biografica: carcere, esi lio, carcere, esistenza libera, i periodi si alternano in modo pe santemente marcato, e tali che non possono non riflettersi in qualche modo sullo sviluppo del pensiero. Per questo si è spinti a scegliere la prima opzione. Tanto più che essa è tutta determi nata da scadenze dello stesso tenore giudiziario, che peraltro rin viano a determinati e nevralgici contesti politici. Il che non vuol dire tentare di comprimere l'evoluzione di pensiero in uno sche ma temporale di stadi e fasi che si susseguono con la chiarezza e la precisione determinata da una necessità interna. Si tratta piut tosto di definire un quadro generale di riferimento in cui colloca re i diversi momenti di sviluppo, rilevando di volta in volta even- 1. P. Godani, Bergson e lajilosojìa. Edizioni Ets, Pisa 2008, p. 9. 7 tuali connessioni o divergenze. «Sintesi disgiuntiva-», piuttosto che ima inossidabile - quanto inverosimile - coerenza o corri spondenza. Essenzialmente si ha a che fare quindi con momenti profondamente distinti. Domanda immediata: definiscono essi diverse fasi di pensiero, del tutto o parzialmente eterogenee, o è possibile individuare - oltre alla ovvia matrice biografica - ele menti che comunque legano o collegano i diversi segmenti della ricerca filosofica e politica di Negri? È possibile. Si può sostenere che esista una sorta di centro di gravitazione, una specie di attrat tore intorno al quale si organizza e si muove la riflessione. Ed è fontologia. Con alcune precisazioni importanti. poiché il tenni ne è carico di significati e soprattutto di problerni dalla cui impo stazione possono derivare effetti rilevanti sul piano storico-poli tico. Il riferimento ineludibile è al primato che l'ontologia con Heidegger assegna alla cosiddetta «questione dell'essere» nel fondamentale testo del 1927\ Sollevata a metà degli anni Venti nel pieno della crisi poi i tico istituzionale della giovane Repubblica di Weimar, essa ha alle spalle una guerra mondiale, la fine di un impero e una sofferta guerra civile ora aperta, ora strisciante, combattuta e persa dalla classe operaia tedesca (1919-1921), fino a impattare quella rivo luzione dall'alto (1924-1929)\ con cui il capitale introduce le linee di montaggio nelle fabbriche, massificando la produzione e dando forma a quella figura che poi sarà definita «operaio massa». «Essere» e processo di razionalizzazione economica. ontologia e capitalismo, dunque. E «tempo» come figura costitu tiva deiresserci heideggeriano, cioè del nostro agire e interagire in un mondo di cose e di persone. La forma che questo rapportar si assume è la «cura», concetto che rischia di mettere in ombra la presenza inquietante del lavoro operaio. Si potrebbe affermare che Essere e tempo registra non solo il passaggio al tempo nusso della produzione di massa ma anche il suo debordare fino a co stituire il tessuto della vita stessa. In tal caso la questione dell'es sere e del tempo (Seinsfrage), oltre che intercettare e intersecare 2. A. Amendola, Introduzione, in C. Lavai, Marxcomhattrnte, La 'falpa - Manilt-sto libri, Castel San Pietro Romano 2014, nota 2, p.25: «Strume11to fondamentale. com'è noto, in Drleuze e Guattari, per immaginare rn1111essio11i senza sintesi ulti ma e differenze non autoreferenziali». 3. M. Heidegger, Esseree tempo, Longanesi, Milano ll)76. 4. K. H. Roth, L'altro movimento operaio, Feltrinelli. Mila110 1976, Cap. 11, par. 4. 8