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Autobiografia di uno schiavo (Cimarrón) PDF

214 Pages·1996·10.462 MB·Italian
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Titolo originale Biografia de un cimarr6n © x966 e x997 Miguel Barnet © x968 e·1998 Giulio Einaudi editore s.p.a., Torino Traduzione di Marina Piazza e Gabriella Lapasini www .einaudi.it ISBN 88-06-14705-6 Miguel Barnet Autobiografia di uno schiavo (Cimarr6n) Nuova edizione a cura di Gaetano Longo Einaudi Introduzione Verso la metà del 1963 apparve sulla stampa cuba na una serie di articoli su alcuni vecchi, uomini e don ne, che avevano oltrepassato i cent'anni; articoli che riportavano anche varie interviste su temi generici, aneddotici. La mia attenzione si soffermò su due per sonaggi: una donna di cent'anni e un uomo di cento quattro. La donna, che era stata schiava, era anche san tera e spiritista. L'uomo, benché non si riferisse diret tamente a temi religiosi, era particolarmente incline alla superstizione e attribuiva una speciale importanza alle credenze popolari. La sua vita era interessante ed egli raccontava della schiavitu e della guerra d'indi pendenza. Ma ciò che piu mi colpi fu una sua afferma zione: era stato schiavo fuggiasco, cimarr6n, sui monti della provincia di Las Villas. Dimenticai la vecchia e pochi giorni dopo mi recai alla Casa del Veterano, dove viveva Esteban Montejo. Trovai un uomo serio, sano, dai capelli completamen te bianchi. In quel primo incontro parlammo molto. Siccome il mio particolare interesse era volto agli aspetti generali delle ·religioni di origine africana anco ra presenti a Cuba, cercai - all'inizio - di orientare il discorso s_u questi temi. Non mi fu difficile avviare un dialogo vivo, servendomi - naturalmente - dei metodi abituali della ricerca etnologica. All'inizio mi parlò dei suoi problemi personali: pensione, donne, salute. Cer cai di risolvergliene qualcuno. Gli facevo piccoli rega li: sigari, distintivi, fotografie. Raccontava, in modo VI INTRODUZIONE disordinato e senza ordine cronologico, episodi impor tanti della sua vita. Il tema religioso non affiorava fa. cilmente. Solo piu tardi sono riuscito a raccogliere dati sui riti, sugli dèi, sulle profezie, ecc. Dopo aver parlato con lui per cinque o sei volte - le nostre conversazioni duravano anche cinque ore-, ho ampliato la tematica con domande sulla schiavitu, sulla vita nelle baracche, sulla sua vita sui monti, da cimarr6n. Dopo avermi raccontato per intero la sua vita, deci si di approfondirne gli aspetti piu singolari, la cui ric chezza mi aveva fatto pensare alla possibilità di trarne un libro in cui gli avvenimenti si susseguissero in ordi ne cronologico, nello stesso ordine - cioè - in cui era no accaduti. Ho deciso di scrivere il libro in prima per sona perché non perdesse in spontaneità e per potervi inserire vocaboli e frasi idiomatiche proprie del lin guaggio di Esteban. Ho, quindi, tracciato uno schema per suddividere il lavoro in varie fasi e, sullo schema, ho poi cominciato a sviluppare le domande. Siccome i temi scaturivano dalle domande stesse, non mi fu difficile tenere il rit mo del dialogo. All'inizio Esteban dimostrò una certa diffidenza, ma poi - identificandosi con me - prese in teresse al lavoro e, con la sua collaborazione diretta, riuscii a raggiungere un ritmo di conversazione nor male, senza le banali interruzioni di prima. Una parola, un'idea, spesso risvegliavano in Esteban ricordi che a volte lo allontanavano dal tema. Tutta via, queste digressioni furono molto utili perché por tarono alla conversazione elementi che forse non avrei in altro modo scoperto. Posso dire che, anche se ho elaborato le mie do mande fondamentali sulla base di testi e questionari et nologici, è stata la pratica a far nascere quelle piu di rettamente legate alla vita dell'informatore. Mi interessavano problemi specifici, come l' ambien te sociale delle baracche e la vita da celibe di cimar r6n. A Cuba scarseggiano documenti dai quali sia possi- INTRODUZIONE VII bile ricostruire questi aspetti della vita durante la schia vitu. Perciò, piu che alla descrizione dettagliata dell'ar chitettura delle baracche, la mia attenzione era rivolta alla vita sociale che si svolgeva in queste case-prigione. Inoltre, ho voluto descrivere i metodi usati dall'infor matore per sopravvivere nella piu assoluta solitudine dei monti, le tecniche per fare il fuoco, cacciare, ecc.; cosi come il suo rapporto animistico con gli elementi della natura, piante e animali e - specialmente - con gli uccelli. Dopo poche settimane di continui incontri, Esteban cominciò a dimostrare una gentilezza poco consueta nella gente della sua età. Parlava con facilità e, spesso, sceglieva da solo il tema che riteneva piu importante. In molti casi ci trovavamo d'accordo. Una volta mi fe ce notare, sorpreso, che avevo dimenticato di interro garlo sui cinesi di Sagua la Grande. Guardava con insistenza il mio libretto d'appunti e mi obbligava, quasi, a scrivere tutto quello che mi di ceva. In una conversazione con il capitano Antonio Nufiez Jiménez, sorse un problema che non avevamo mai affrontato: quello della vita nelle grotte. Esteban raccontò al suo interlocutore, esperto speleologo, co me e con che mezzi era riuscito a sopravvivervi. Molte delle nostre sedute furono registrate su nastri magnetici. Ciò mi ha permesso di familiarizzare di piu con le sue forme di linguaggio, frasi, sintassi, arcaismi e modismi. La necessità di verificare fatti, date e altri par ticolari, mi portò a parlare con vecchi piu o meno della sua stessa età. Tuttavia, nessuno di loro era abbastanza vecchio da aver vissuto i fatti raccontati da Esteban. Sono ricorso a testi di consultazione, agli atti dei mu nicipi di Cienfuegos e di Remedios e ho ristudiato at tentamente quell'epoca per non cadere in imprecisioni storiche nel porre le domande. Anche se, com'è evi dente, il mio lavoro non è storico. C'è storia perché vi è coinvolta la vita di un uomo. Si potrà notare che, nell'arco del racconto, ho do vuto parafrasare ciò che Esteban diceva. Se avessi ri- VIII INTRODUZIONE portato fedelmente le sue parole, il libro sarebbe risul tato troppo difficile e pieno di ripetizioni. Tuttavia, mi sono preoccupato in modo particolare di conservare la sintassi, quando era necessario. · So che far parlare un informatore è, in un certo qual modo, fare della letteratura. Ma non ho voluto creare un documento letterario, un romanzo. Ho inquadrato il mio racconto in un'epoca precisa; ma non ho preteso di ricostruire fedelmente quell' epo ca, in tutti i minimi particolari di tempo e di spazio. Ho preferito chiedere e documentarmi sulle tecniche di coltivazione, sulle cerimonie, le feste, i cibi e le be vande, anche se il nostro informatore non ha potuto chiarire esattamente quali fossero gli anni in questio ne. Alcuni temi, secondo me piu importanti - come gli avvenimenti della guerra d'indipendenza, la battaglia di Cienfuegos contro i nordamericani e altri-, li ho precisati con note illustrative. La vita sui monti rima ne, nel ricordo, come un periodo remoto e confuso. Senza dubbio, molte storie raccontate da Esteban non sono rigorosamente fedeli ai fatti. Di ogni situa zione egli ci offre una versione personale. Cosi come lui l'ha vista. Ci dà un'immagine della vita nelle ba racche, della vita sui monti, della guerra, che è la sua immagine. Perciò, ad esempio, racconta la battaglia di Mal Tiempo parlando di ciò che di essa ha vissuto. La sua visione è sempre soggettiva: anche quando parla di figure illustri come Maximo G6mez, che analizza da un punto di vista molto personale. E questa analisi ci interessa perché, piu che la vita di Maximo G6mez - di cui tutti sappiamo qualcosa - riflette il modo con cui il nostro informatore si avvicina alla realtà, il suo modo di trattare gli uomini, il suo atteggiamento di gruppo, particolare della sua razza. Alcuni elementi caratterizzanti la sua personalità di base si riflettono in diverse situazioni del racconto. I piu sintomatici sono: Un preciso senso di individualismo che lo porta a vi vere isolato o, meglio, staccato dai suoi simili e che, INTRODUZIONE IX tuttavia, non è mai stato un ostacolo al suo inserimen to in fatti collettivi, come la guerra d'indipendenza. Questo sentimento ha contribuito a rafforzare una per sonalità decisa e ribelle e ha fatto di Esteban un uomo diffidente, estremamente riservato, anche se non sprez zante né asociale. Al contrario, è allegro e spiritoso. Certo, gli anni trascorsi in solitudine sui monti, fug gendo da tutti gli esseri che lo circondavano, hanno po tenziato questo sentimento. Un criterio parziale, e favorevole ai negri, nel giudi care alcuni fatti, come la guerra. Questa parzialità è per fettamente giustificata in lui e in tutti i vecchi negri che, come lui, hanno vissuto l'abominevole storia del giogo schiavistico. Esteban ha una stima quasi incondiziona ta per i negri che hanno lottato per la libertà di Cuba. Esalta vari personaggi e ne riporta altri all'esatta di mensione. I casi ~ Antonio Maceo e Quintin Banderas sono esemplari. E intransigente nei confronti dei negri mercenari che giudica uomini senza spina dorsale. Un grado di onestà e spirito rivoluzionario ammire voli. L'onestà del suo comportamento si manifesta in di versi momenti del racconto, soprattutto nella guerra d'indipendenza. Lo spirito rivoluzionario appare non so lo dal racconto, ma anche dal suo atteggiamento. Este han Montejo, a centoquattro anni, costituisce un buon esempio di condotta e moralità rivoluzionaria. La sua tradizione di rivoluzionario, dapprima cimarr6n, poi sol dato dell'esercito di liberazione, piu tardi membro del Partito socialista popolare, è reso piu vivo ai nostri gior ni dal suo identificarsi con la rivoluzione cubana. Questo libro non fa che narrare vicissitudini comu ni a molti uomini della sua nazionalità; vicissitudini che l'etnologia raccoglie per studi dell'ambiente sociale a scopo storico e folcloristico. La nostra maggiore soddisfa;done è raccontarle per bocca di un autentico protagonista del processo stori- co cubano. ' MIGUEL BARNET

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