MIZRè uno strumento di divulgazione Direttore responsabile: Mauro Cerulli interna che presenta studi Comitato scientifico: Fabrizio Fiorini sul Martinismo, la Libera Muratoria e lo Gnosticismo. Luizio Capraro Arrigo Gareffi La raccolta (che non ha periodicità Antonino Bonanno ed è riservata ai soli membri della Associazione Culturale MIZR) non è in vendita www.mizr.it e può essere stampata in proprio scaricandola gratuitamente. Pertanto non può essere considerata una testata giornalistica o un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 07.03.2001. ApisEditoriale Pag. 1 ApisConvento dell’Ordine Martinista, Rimini, 2015 Pag. 5 Massimo Scaligero Perchè un’as- sociazione spirituale viva Pag. 13 Aspasia Un pensiero gnostico tra psicanalisi e filosofia Pag. 24 Maathor Sulle tracce della Parola Perduta Pag. 35 AnubisVenezia e l’Albero della Vita Pag. 50 ApisSugli dei egizi (III parte) Pag. 65 AntaresContro il fanatismo, le superstizioni, l’ignoranza Pag. 72 HaiaielL’alchimia Pag. 78 secondo Giammaria Hathor Gor-ExI Versi Aurei Pag. 90 3 Anno 1 - n. - giugno 2015 Molta sofferenza è intorno, molte prove, molto sacrificio: il rimedio è riversare amore secondo l’anima che si riempie di donazione di sé a ciò che è sacro e assoluto, se- condo l’impegno della perennità. Spesso ho sentito dire da amici che venivano a chiedermi consiglio, che soffri- vano perché “si sentivano soli”. Non avevo mai ben capito cosa significasse “sentirsi soli”, perché sempre, realizzando la solitudine interiore, anzi cercandola, mi ritrovavo con il mondo, con la vita interiore degli altri, per cui sentivo nella solitudine non un iso- lamento, ma una via ascetica alla comunione con la realtà effettiva degli esseri. Sentirmi solo è stata sempre per me una via alla beatitudine. Ho molto analizzato ora il significato vero del “sentirsi soli”: è il principio di una necessità di riconoscersi incapaci di amare. È incapacità di poesia: poesia non come attività estetica, ma come spirito alitante e libero. Tutto il clima interiore del colloquio con l’altro deve essere poesia: uno sprofon- darsi in un’armonia risanatrice. Ognuno è chiamato alla restaurazione dell’antica armo- nia, l’originario Eden dell’umana coppia, lo sposalizio cristico. Viviamo ore in cui il mondo ci è di fronte con tutto il suo corrusco tessuto di forze e di brame: lotte etniche, guerre, fanatismi classisti, livellamento ugualitario ecc. Questo può essere messo in rapporto a un vacillamento di fede e di onore del combat- tente dello spirito: un impegno spirituale mancato conferisce alle forze ostacolatrici po- teri legittimi sul mondo. Oltre tutti i compromessi, superando i timori e le oscure limitazioni umane, oc- corre portare tutto l’apparire al suo termine, costringendolo a ciò di cui soprattutto ordi- nariamente si teme: portarlo a misurarsi con l’essere. L’epoca è difficile, ma eroica e santa. Occorre aprire il varco all’amore umano-sacro. MASSIMOSCALIGERO EDITORIALE Accade spesso, navigando nei vari gruppi fb o “forum” dedicati all’esoterismo, di leggere infuocati proclami, che a me ricordano un po’ le c.d. “tesi di aprile” di Vladimir Il’ic Ul’janov (Lenin), contro la “regolarità iniziatica” e le “filiazioni”di Ordini le quali, secondo questi masanielli del web, verrebbero utilizzate da queste “polverose” ed oramai logore strutture, per mascherare la pochezza dei loro Depositi Spirituali e per attirare gli sprovveduti ed i gonzi. A prescindere dal fatto che i veri sprovveduti ed i veri gonzi sono coloro che corrono dietro a personaggi au- toproclamatisi qualcosa (e spesso non si capisce neanche COSA), vale la pena di ricordare che in Occidente un Regime Iniziatico, Martinista, Massonico, Gnostico, si definisce REGOLARE quando possieda una REGOLARE Filiazione con REGOLARE discendenza di ognuno dei Capi di quell’Ordine dal proprio Predecessore ed un REGOLARE Corpus Rituale e docetico TRASMESSOal Capo di quell’Ordine e non da egli fantasiosamente elaborato (in genere sco- piazzando qua e là). Esistono certamente molti altri modi per seguire una Via Spirituale: modi ove non vi è bisogno nè di “Filiazioni”, nè di Rituali, nè di Patenti. Ma allora si abbia il buon gusto di evitare di utilizzare, per le proprie strutture Associative, aggettivi quali “Martinista”, “Massonico”, “Gnostico” poichè nel Martinismo, nella Massoneria e nella Gnosi le regole del gioco sono quelle che abbiamo appena descritto. Le scuole buddhiste del Tibet insistono molto sulla indispensabilità della co-esistenza, nell’ambito di un Insegnamento Tradizionale, di Saggezza e Compassione; la Saggezza senza Compassione, dicono gli Esponenti di quelle scuole, diventa crudeltà, ma, all’inverso, la Com- passione senza Saggezza finisce per divenire stupidità. La Saggezza conduce al discernimento, perciò un Maestro dotato di Saggezza pondererà con attenzione coloro che avrà davanti in modo da concedere l’accesso ad Insegnamenti di ele- vato livello spirituale soltanto a chi possiede le necessarie qualificazioni, ma se tale Maestro è compassionevole e privo di Saggezza egli finirà, inevitabilmente,per gettare le perle in pasto ai porci: qui dovremmo aprire un dibattito relativamente alle Iniziazioni Tantriche concesse, a parer mio in modo troppo compassionevole e poco saggio, dai Mae- stri di quelle scuole, agli occidentali; ricordo lunghissime ed accese discussioni negli anni ‘70 dello scorso secolo (come può essere accesa però una discus- sione tra Aristoi) intavolate su questo tema con il mio sapiente amico (e mentore) R.L. ma in questa sede non abbiamo tempo di dilungarci troppo su tale argomento, perciò ci limiteremo a passare al secondo esempio, quello della Saggezza priva di Compassione: in tal caso, mancando l’amorevolezza e la pazienza, non essendoci alcuna comprensione per i limiti altrui, si finirà per precipitare in un titanismo becero senza alcuna apertura di cuore verso il prossimo e senza che si sviluppi quel profondo Amore tra Maestro e Di- scepoli che è alla base di qualunque autentica organizzazione spirituale da Pitagora a Cristo, dal Buddha a Muhammad, da Platone a Christian Rosenkreuz. Ora, trasferendoci nel mondo della Tradizione Occidentale, ed avendo ben presente la “Lectio Magistralis” impartita da Guenon in «Apercus sur l’Initiation» dobbiamo necessariamente ribadire, a corollario di quanto abbiamo affermato sopra, che le Organizzazioni (o Ordini) Ini- ziatiche debbono, per essere giudicate autentiche, necessariamente possedere: A)Una lineare e NON INTERROTTAdiscendenza DIRETTAche faccia risalire quella Filiazione ad un Autentico Maestro riconosciuto come Tale (Raimondo Di Sangro, Louis Claude de Saint-Martin negli esempi che ci riguardano da vicino). 1 2 B)Possedere un Vertice costituito da Iniziati che hanno REALIZZATO OPERATIVA- MENTE gli Insegnamenti trasmessi in quella Scuola, Ordine, Organizzazione, onde Costoro siano EFFETTIVAMENTE in grado di trasmettere ad ALTRI le Proprie Individuali Realizza- zioni: conditio sine quanon perchè ciò possa avvenire è però la presenza di determinate “quali- ficazioni” nel discepolo (compresa l’assenza di malattie fisiche o psichiche e già questo punto ci consentirebbe di escludere dal novero delle “Organizzazioni Iniziatiche” un bel numero di se- dicenti “Ordini”, “Accademie”, “Riti” et similia) e l’applicazione costante del medesimo discepolo ai metodi operativi che gli verranno forniti (e putroppo in quest’epoca la parola costanzaè molto poco conosciuta). Blocchiamo sul nascere eventuali obiezioni o contestazioni verso la fonte summenzionata (Guenon) facendo presente che se uno si comporta in modo incoerente ri- spetto alle SUE STESSE AFFERMAZIONI, le medesime non perdono certo di validità! Ma dal momento che in quegli Ambiti che oggi rappresentano gli ultimi avamposti della Tradizione Iniziatica Occidentale (Libera Muratoria Egizia, Martinismo, Gnosi) le discendenze, aliasle Fi- liazioni, risultano essere spesso piuttosto lacunose. Noi, seguendo l’esempio di alcuni Grandi Maestri come Marco Egidio Allegri (Flamelicus) e Philippe Encausse (Jean Papus II) abbiamo po- tuto “recuperare” (ovvero acquisire tramite diretta Iniziazione) TUTTE le Filiazioni Iniziatiche storicamente considerate “regolari” sia nel Martinismo, che nella Libera Muratoria Egizia che nella c.d. Ecclesia Gnostica. Tutto ciò, con buona pace di eventuali “contestatori” di quei criteri di regolarità che da sempre sono stati seguiti in tali Ambiti, è certamente condizione NECESSARIA (ma, come ve- dremo tra pochissimo, non sufficiente) sia nel Martinismo, sia nella Libera Muratoria Egizia, sia nella Gnosi, onde ,in genere, coloro che si indignano contro le Patenti definendole “patacche” lo fanno semplicemente perchè non le possiedono o perchè sono molto poco sicuri della validità di quelle che possiedono. L’altra condizione, anch’essa necessaria - ma putroppo non sufficiente poichè se fa di- fetto il punto A tutto l’impalcatura casca - è che oltre a tali “patacche” (che a Noi però piace de- finire con il loro esatto e storico termine di Lettere/Patenti) siano state acquisite REALI REALIZZAZIONI SPIRITUALIda Coloro che le detengono. Un individuo sufficientemente sveglio potrebbe già rendersi conto di ciò semplicemente incontrando di persona tali perso- naggi. Altro criterio discriminante è l’assenza di qualsiasi connubio dell’Organizzazione Ini- ziatica a cui ci si interessa - e, SOPRATUTTO, di chi la dirige - con le tre famigerate “S” (Sesso, Soldi, Successo) di cui altre volte abbiamo parlato. La non rispondenza di tali Organizzazioni e dei loro Dirigenti a tali criteri ci spiega i motivi degli elevatissimi turnover(o “transumanze” secondo la definizione di un nostro simpa- tico Fratello) così frequentemente osservabili nei vari “Ordini” o “Riti”che si contendono oggi il palcoscenico del web. Ci permettiamo di concludere questa breve nota con l’osservazione che, se da Noi le Persone arrivano (con attentissima selezione) e poi rimangono senza transumare, probabilmente ci sarà un motivo! Sorprendono molto, inoltre, i richiami alla “democrazia” e le accuse contro le “oligarchie” laddove è ben noto, a tutti coloro che possiedono una minima preparazione sull’argomento, che - come diceva Leone Caetani, Principe di Sermoneta (N.R.Ottaviano ) - la Via Iniziatica “non è democratica”,ma Aristocratica ed elitaria per eccellenza. In conclusione, cari amici,ricordatevi una cosa: CHI SPUTA SU REGOLARITA’, FI- LIAZIONI, PATENTI, LO FA ESCLUSIVAMENTE PER UN BANALE MOTIVO: NON LE POSSIEDE! Costoro, come Lenin ed i bolscevichi, teorizzano una improbabile “Rivoluzione” il cui unico scopo è quello di sostituire Ordini Antichi e Regolari con le loro fumose e plebee strutture, provenienti da “depositi” inventati di sana pianta da qualche improvvisato ed auto- proclamato “conducator”. “Storia Magistra Vitae”, sentenziava il Pitagorico Cicerone: la storia 3 ci insegna che certe “Rivoluzioni” hanno immancabilmente instaurato regimi molto peggiori rispetto a quelli che esse avevano sanguinosamente abbattuto! Come i famosi contadini russi, che Lenin poco amava, considerandoli “aspiranti borghesi in fieri”, questi “innovatori esote- rici” vorrebbero semplicemente sostituirsi ai “polverosi padroni del vapore”, per poi emulare il celebre gatto della poesia di Trilussa: “No, no,rispose er gatto tentatore, “so’ socialista quanno stò a digiuno, “MA QUANNO MAGNO SO’ CONSERVATORE!” APIS CONVENTO DELL’ORDINE MARTINISTA RIMINI, 2015 Apis Nei giorni 5, 6 e 7 giugno si è celebrato a Rimini il Convento dell’Ordine Martinista, lo storico primo Ordine italiano nato nel 1910 con la creazione della prima Loggia Martinista a Roma in virtù di una Patente concessa da Papus a Dunstano Cancelleri. Nella ininterrotta Filiazione dell’Ordine Martinista si sono, da quella data ad oggi, succeduti i seguenti Grandi Maestri: -Dunstano Cancelleri (che era in realtà Delegato per l’Italia del G.M.Papus) -Alessandro Sacchi (SINESIUS) -Marco Egidio Allegri (FLAMELICUS) -Ottavio Ulderico Zasio (ARTHEPIUS) - Francesco Bandarin (MANAS) -Gastone Ventura (ALDEBARAN) -Sebastiano Caracciolo (VERGILIUS) -R.S. (ARTURUS) attuale G.M. Riportiamo integralmente la relazione presentata, durante il Convento, dal Sovrano Gran Maestro dell’Ordine Martinista Egizio, APIS S:::I:::I::: «Carissime Sorelle e Carissimi Fratelli Associati, Iniziati, Superiori Incogniti ed Inizia- tori, Illustrissimo e Potentissimo Sovrano Gran Maestro Arturus, la mia presenza in Questo Convento avviene in una duplice veste: quella di Gran Mae- stro dell’Ordine Martinista Egizio, Ordine legato all’Ordine Martinista da unTrattato di Ami- cizia Fraterna e di Reciproco Riconoscimento; ma quella, per me non meno importante, di Membro del Collegio dei S:::I:::I::: dell’Ordine Martinista stesso. L’Ordine Martinista Egizio è nato in Francia nel 1935 quando Constant Chevillon, che era succeduto alcuni anni prima a Bricaud nella carica di Gran Maestro dell’Ordine Martinista detto di Lione, per distinguerlo dalle numerose diaspore avvenute dopo la morte di Papus in Francia, unendo ciò che era ri- masto integro del Deposito dell’Ordine Martinista Sinarchico di Victor Blanchard, con il De- 5 posito ricevuto da Bricaud e con l’aggiunta di alcune Colline (in Francia si definiscono Logge) dell’Ordre Martiniste Traditionnel di Jean Chaboseau, diede vita all’Ordine Martinista Mar- tinezista. Il Suo Successore, Henri Charles Dupont, trasmise tale Linea Iniziatica al Figlio di Papus, Philippe Encausse, nel 1959: Essi decisero, di comune accordo, che il nome di tale Ordine mutasse in Ordine Mar- tinista Egizio e che Esso confluisse in quel Grande Ordine, L’Ordre Martiniste Universel, sorto nel 1951 ad Orleans nel quadro della Riunificazione delle Famiglie Martiniste voluta dal Figlio del Fondatore dell’Ordine Martinista, Gerard Encausse, Papus, Nostro Comune Primo Gran Maestro. Da Lui deriva lo stesso Ordine Martinista in Italia, per effetto della Patente da Egli concessa nel 1910 a Dunstano Cancelleri per la creazione della Prima Loggia Martinista ita- liana, che sorse a Roma. Quando Philippe Encausse, che la buona sorte mi accordò come Ini- ziatore, nonostante l’allora mia giovanissima età, passò nella Montagna Eterna, l’Ordre Martiniste Universel contava, pensate, ben 33.000 Fratelli e Sorelle sparsi nel mondo! Consapevole del fatto che solo Lui, in quanto Figlio di Papus ed in quanto dotato di caratteristiche ben difficilmente riproducibili tutte in una stessa persona, poteva essere in “La costruzione del Tempio Malatestiano a Rimini”, miniatura tratta dal codice ‘Hesperis’ di Basinio da Parma (fine XV secolo). 7 grado di tenere in vita un Ordine gigantesco come Quello, Jean (questo era il Suo nome Ini- ziatico) dispose che l’Ordine gemmasse in Quattro Ordini distinti a ciascuno dei Quali Egli affidò il relativo Deposito Iniziatico che gli competeva. Infatti, nel 1951, con quella opportune ed efficace teatralità che aveva ereditato dal Padre, Egli, facendo l’appello dei Delegati dei numerosi Ordini Martinisti presenti, esibì, ad una ad una, le Patenti di Filosofo Incognito da Lui ricevute da ognuno di quegli Ordini! L’Ordine Martinista Egizio venne affidato al Fratello Jean-Marie d’Aquino de Vallois che nel 1989 mi chiamò a farne parte, concedendomi il IV grado; a Lui sono succeduto il 12 maggio del 2012. Perdonatemi questo preambolo, ma mi sono state insegnate, nella mia formazione martinista, due cose essenziali: la prima è quella di presen- tarsi a Coloro che non ci conoscono (e molti tra Voi, sopratutto Coloro che non sono Iniziatori, non mi conoscono), la seconda è che la storia delle No- stre origini e delle Nostre Filiazioni è, non importante, bensì FONDAMEN- TALE. Il principale motivo del caos che esiste nel mondo martinista italiano ,caos che io e l’Illustrissimo Fratello Arturus abbiamo toccato con mano, è proprio questo, Ca- rissime Sorelle e Carissimi Fratelli: la storia del Martinismo i Martinisti italiani non la cono- scono! Ora, Carissimi, per una fortunata coincidenza questo Convento viene svolto a distanza di mezzo secolo esatto da quel memorabile Convento di Venezia, celebrato, appunto,nel giu- gno del 1965, in cui il mio Maestro Philippe Encausse, ed Ottavio Ulderico Zasio, firmarono quel solenne Trattato di Fraterna Amicizia che, di fatto, metteva fine alla dolorosa separazione del 1923 allorchè il Vostro Ven. Ordine si distaccò, rendendosi autonomo dall’Ordine Martinista Francese del G. M. Johanny Bricaud, Successore di Papus e di Teder. Da allora i Successori di quei due Grandi Maestri hanno voluto sempre rinnovare quella Fraterna Amicizia, garanzia - come è scritto nella lettera di Gastone Ventura ad En- causse del 7 novembre 1976 - ”della più rigirosa regolarità martinista di cui, illustrissimo Fra- tello Jean, i nostri due Ordini si rendono garanti davanti all’umanità”. Queste cose Aldebaran le ripetè anche nel Convento di Nizza del giugno 1979 in cui io, giovane Associato dell’Ordre Martiniste Universel, ebbi l’onore di essergli presentato. Il mio legame profondo con l’Ordine Martinista Italiano iniziò proprio quel giorno in quanto Gastone Ventura, chiedendomi da dove provenivo ed avendo saputo che ero originario della provincia di Frosinone, si illuminò spiegandomi che in quel piccolo lembo di terra (allora Fro- sinone contava non più di 30.00 abitanti) erano attivi un numeroso Gruppo Martinista (che era stato affidato al Fratello S. O. dato che la moglie di Questi era appunto di Frosinone) oltre che la Loggia del Rito di Mizraim e Memphis il cui titolo distintivo era “Ottavio Ulderico Zasio”. Scoprii quindi, subito dopo, che Membri di tali Gruppi erano due medici (marito e moglie) amici intimi dei miei genitori e dunque presi l’abitudine, quando tornavo a casa dei miei per le vacanze, di recarmi a lavorare con quei Fratelli. Proprio in virtù dei legami con l’Ordine Martinista volli recarmi, appena dopo la mia nomina a Gran Maestro, a visitare in Corsica il Fratello Vergilius, Sebastiano Caracciolo, che avevo conosciuto anni prima a Rovigo in casa di un comune amico, che fu assai prodigo di consigli e di raccomandazioni. Sebastiano riteneva che la mia giovane età e la mia discendenza diretta dal Figlio di Papus mi dessero l’imperativo compito di tentare, assieme al Suo Succes- sore, di operare una Rettificazione del Martinismo Italiano. “Io non ho più né l’età né l’energia, né il desiderio di provarci”mi disse Vergilius “ma tu DEVI provarci, fallo per il Tuo Maestro che provò in tutti i modi a convincere Brunelli e Furlotti di non fare la scissione del 1971”. 8
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