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Analisi e Censimento dell'Attività Estrattiva nella Provincia di Palermo PDF

99 Pages·2012·26.91 MB·Italian
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Regione Siciliana AssessoratoIndustria Dipartimento dell’Industria e delle Miniere Servizio Geologico e Geofisico Analisi e Censimento dell’Attività Estrattiva nella Provincia di Palermo Dott. Vincenzo Iuculano Servizio Geologico e Geofisico via Ugo La Malfa,101-90146 Palermo Responsabile del Servizio Dott. Geol. Vincenzo Iuculano tel uff. 091.70.70.356 - E mail :[email protected] - [email protected] Assessorato Industria Dipartimento dell’Industria e delle Miniere Servizio Geologico e Geofisico Responsabile del Servizio Dott. Vincenzo Iuculano Collaborazione Facoltàdi Scienze MM.FF.NN. Corso di Laurea Specialistica in Geologia ed Applicazioni per ilTerritorio Prof. Gioacchino Cusimano TirocinanteSottile Rosario In copertina Monte Kumeta Particolare di unacavadicalcare di Rosso Ammonitico Servizio Geologico e Geofisico via Ugo La Malfa,101-90146 Palermo Responsabile del Servizio Dott. Geol. Vincenzo Iuculano tel uff. 091.70.70.356 - E mail :[email protected] - [email protected] Indice Introduzione pag.2 1. Inquadramento geografico pag.3 2. Morfologia del territorio pag.4 3. Aspetti geologici dellaprovincia di Palermo pag.7 4. Strutture Montuose pag.8 4.1.Madonie pag.8 4.2.Monti di Trabia–Termini Imerese pag.9 4.3.Monti di Palermo pag.10 4.4.Monti Sicani pag.11 5. Unità Stratigrafico-Strutturali pag.12 5.1.Depositi del DominioSicano pag.12 5.2.Depositi del Dominio Trapanese pag.13 5.3.Depositi del Dominio Imerese pag.14 5.4.Depositi del Dominio Panormide pag.15 5.5.Depositi del Dominio Numidico pag.16 5.6.Depositi del Dominio Sicilide pag.16 5.7.Depositi Neogenici pag.16 6. Attività estrattiva nella provincia di Palermo pag.17 6.1.Cenni storici pag.17 6.2.Tendenze evolutive pag.19 6.3.Attività estrattiva oggi(Palermo e provincia) pag.20 7. Procedure per l’apertura di attività estrattive per cave di pregio pag.26 8. Estrazione materiale lapideo di pregio (Prov. di Palermo) pag.27 9. Schede riepilogative delle Cave nella provincia di Palermo pag.41 10.Bibliografia pag.97 1 INTRODUZIONE Il presente elaborato ha lo scopo di dare un inquadramento generale di quella che è l’attività estrattiva in Sicilia, nello specifico, nel territorio della provincia di Palermo. La ricerca in oggetto si articola di una prima fase in cui vengono definite le caratteristiche generali, fisiche, ambientali e geologiche del territorio della provincia di Palermo, dando risalto alle unità paleogeografiche che la caratterizzano. Una seconda fase invece, partendo dal contesto generale dell’attività estrattiva in Sicilia, analizza la storia delle cave e le tendenze evolutive che questa attività ha subito negli ultimi 18 anni (1990-2008). Sono state condotte ricerche bibliografiche, e si è messo in risalto l’attività estrattiva dei materiali di pregio nella provincia di Palermo, la legislazione che la disciplina, cercando, con qualche esempio, di dare una dimostrazione del ricco panorama di pietre ornamentali, che costituisce questa porzione di territorio. Infine sono state redatte, con il programma FileMaker, le schede descrittive per ogni singola cavadella provincia di Palermo (vedi Appendice). 2 1. INQUADRAMENTO GEOGRAFICO (3) La provincia di Palermo, con i suoi 5015,75 km² di superficie, costituisce il comprensorio amministrativo di maggiore estensione dell'isola. Esso risulta delimitato ad ovest dallo spartiacque fra i bacini idrografici del Fiume Jato e del Fiume Freddo, da un tratto dell'asta fluviale del Fiume Freddo e dal Fiume Belice; a sud il limite amministrativo corre lungo la dorsale dei monti Sicani; ad est lungo il Fiume Gangi, affluente di destra dell'Imera Meridionale, e su parte dello spartiacque fra il Fiume Pollina ed il Fiume Tusa, mentre il limite settentrionale è costituito dalla costa tirrenica. L'area così delimitata, risulta geograficamente compresa fra 39° l0' e 37° 60' di latitudine nord, e fra 0° 60'ovest e 1° 75' est longitudine del meridiano di Monte Mario (fig. 1). Fig.1-Provincia di Palermo 3 Dal punto di vista cartografico l'area ricade nei fogli n. 249 (Palermo), 250 (Bagheria), 251 (Cefalù), 258 (Alcamo), 259 (Termini Imerese), 260 (Nicosia), e parte dei fogli 266 (Sciacca), 267 (Canicattì) e 268 (Caltanissetta) della carta d'Italia, in scala 1:100.000, edita dall'I.G.M. (fig. 2). Fig.2-Quadro d’unione dei fogli al 100.000 della carta geologica della Sicilia 2. MORFOLOGIA DEL TERRITORIO E DEI SUOI ELEMENTI COSTITUTIVI(2) L’assetto morfologico del territorio della Provincia di Palermo è determinato principalmente dal suo complesso assetto geologico - strutturale, dalle differenti caratteristiche litotecniche delle varie unità affioranti, dalla morfometria dei versanti e, non da ultimo, dal sempre più ricorrente uso improprio del territorio da parte dell’uomo. In particolare, notevole è l’influenza della litologia sull’evoluzione morfologica di questa porzione del paesaggio siciliano a causa soprattutto della differente risposta che i vari tipi litologici in affioramento offrono all’azione di modellamento svolta dagli agenti esogeni; quindi, morfologie aspre, tipiche di rilievi evolutisi in rocce lapidee, contrastano con le morfologie più dolci degli affioramenti plastici; le prime sono diffuse nei gruppi montuosi delle Madonie, dei Monti di Termini Imerese — Trabia, dei Monti di Palermo e dei Monti Sicani, 4 tutti costituiti prevalentemente da rocce calcaree e/o calcareo - dolomitiche, mentre le seconde caratterizzano le aree collinari interne e quelle pedemontane. Alle caratteristiche litologiche, che esercitano un ruolo predisponente alla notevole diffusione dei dissesti, si aggiungono gli effetti dovuti all’evoluzione tettonica verificatasi a partire dal Miocene. Questa ha portato, prima, alla costruzione di edifici strutturali a falde di ricoprimento, determinando il contatto tettonico tra terreni dotati di differenti caratteristiche geolitologiche e poi, dal Pliocene, alla dislocazione di tali edifici a mezzo di movimenti differenziali che hanno dato forma ad un assetto orografìco particolarmente tormentato e caratterizzato da versanti di faglia in equilibrio precario e quindi in rapida evoluzione. In tale contesto appare chiaro come vi sia una naturale propensione del territorio palermitano al dissesto idrogeologico. Il territorio della Provincia di Palermo presenta, sotto l'aspetto orografico, notevoli diversità. Infatti è possibile ritrovare zone costiere e pianeggianti, aree collinari ed altre tipicamente montuose. La ripartizione percentuale della superficie territoriale in funzione della quota e la seguente: 14% pianura, 49 % collina e 37 % montagna. Il sistema montuoso è costituito dai monti di Palermo e di Trabia, dai Sicani e dal complesso delle Madonie. I monti di Palermo e di Trabia, a differenza di altre sezioni della catena montuosa settentrionale dell'isola, presentano rilievi non regolarmente allineati, a breve distanza dalla linea di costa. Essi iniziano con il M. San Calogero (m 1.325), che si innalza bruscamente rispetto alla valle del fiume Torto e dal mare (in relazione alla presenza di faglie di notevole rigetto), continuano in un irregolare sistema di vette e dorsali che diventa più regolare nell'agro palermitano, con i monti che fanno da corona alla Conca d'Oro. Qui prevalgono le cime di M. Castellaccio (m 890) e M. Cuccio (m 1.050), che con M. Pellegrino e M. Gallo si spingono fino a mare. Questo anfiteatro montuoso continua verso ovest con una piccola dorsale che culmina con M. Pecoraio (m 910), a sud-ovest con M. Gilbimesi (m 1.152), M. Pizzuta (m 1.333) nella zona di Piana degli Albanesi, M . Gradara (m 1.194), a sud con Pizzo Cervo (m 945) e M. Leardo (m 1.016). In questo vasto ed articolato sistema montuoso si hanno localmente dislivelli assai bruschi, con picchi e pareti verticali dovuti alle discontinuità tettoniche che delimitano i vari blocchi cartonatici (in gran parte alloctoni). Al di sotto di questi si trovano formazioni argillose con morfologie più dolci, e limitati pianori attorno alle vette. A sud dei Monti di Palermo, la catena montuosa settentrionale isolana, mostra una certa continuità fisica col gruppo dei rilievi rappresentati dai Monti Sicani, che giungono fin quasi alla costa meridionale dell'isola. Attraverso la Rocca Busambra (m 1.613) e il Monte Barraci 5 (m 1.420), si passa infatti a M. Rose (m 1.436), Serra del Leone (m 1.316) e M. Cammarata (m 1.580), che costituiscono le cime più elevate di questo gruppo montuoso. La morfologia è qui moderatamente aspra, le valli presentano fianchi meno acclivi dei Monti di Palermo, pur conservando una accentuata pendenza,che conferisce a taluni corsi d'acqua caratteristiche eminentemente torrentizie. Infine il gruppo montuoso delle Madonie, il cui nucleo centrale, di costituzione essenzialmente carbonatica, presenta alla sua sommità un altopiano carsico di considerevole estensione, posto generalmente a quote superioriai 1.600 m e le cui cime principali sono costituite da Pizzo Carbonara (m 1.979), (rilievo più alto delle intere Madonie), Pizzo Antenna (m 1.917)e M. Ferro (m 1.906). Da questo nucleo centrale si diparte un settore meridionale, costituito dai rilievi di M. San Salvatore (m 1.912) e M. Quacella (m 1.869),ed un settore occidentale che si sviluppa attorno ai rilievi di M. dei Cervi (m l.794), M. Castellano (m 1.656) e M. Fanusi (m 1.472). Questo gruppo montuoso presenta un paesaggio con frequenti pareti verticali, nel complesso meno scosceso rispetto a quello dei Monti di Palermo e dei Sicani. I corsi d'acqua che incidono i fianchi di questo gruppo montuoso presentano un andamento all'incirca radiale, con direzione verso la costa o verso le valli dei fiumi Pollina ed Imera Settentrionale,situate rispettivamente ad est e ad ovest del gruppo montuoso; verso sud i corsi d'acqua vanno a costituire il tratto montano del F. Imera Meridionale (Salso). La rete idrografica del territorio della provincia è costituita da numerosi corsi d'acqua a regime tendenzialmente torrentizio, in parte con foce lungo il litorale tirreno, ed in misura minore nascenti nel limite meridionale della provincia e riversantisi nel Canale di Sicilia. Sfociano nel mare Tirreno, andando da ovest verso est; lo Jato, il Nocella, il Torretta, l'Oreto, l'Eleuterio, il S. Leonardo, il Torto, l'Imera Settentrionale ed il Pollina. Nella parte meridionale della provincia si sviluppano i tratti montani di alcuni corsi d'acqua di notevole importanza, quale il Belice Destro ed il Belice Sinistro, che formano il F. Belice, il F. Sosio che dalle sorgenti di Favara di Burgio viene chiamato F. Verdura, il F. Magazzolo, il F. Platani, con il suo affluente di sinistra F. Belice, ed infine l'Imera Meridionale (Salso) ed il suo affluente di destra F. Gangi. Ricerche condotte in alcune aree in cui affiorano i terreni argillosi, quali il bacino idrografico del S. Leonardo e quello dell’Imera settentrionale, hanno messo in evidenza il carattere ciclico della franosità con rimobilizzazioni di corpi franosi in tempi successivi (Agnesi et alii, 1982). 6 Tutti questi corsi d'acqua sono stati oggetto di interventi sistematori, poco coordinati e spesso di assoluta inefficacia, che continuano allo stato attuale, sia attraverso interventi estensivi (rimboschimenti), che intensivi, con opere in alveo sia trasversali che longitudinali. Gran parte della rete idrografica principale è stata sbarrata con dighe, formando laghi artificiali quali il Poma (F. Jato), il Guadalami (F. Belice destro), Lago di Piana degli Albanesi (F. Belice destro), Lago Scanzano (F. Eleuterio), Lago Gammauta (F. Sosio - Verdura), Lago di Prizzi (F. Sosio -Verdura), Piano del Leone (F. Sosio - Verdura), Lago Fanaco (F. Platani), Diga Garcia (F. Belice sinistro), e Rosamarina (F. San Leonardo), per l'approvvigionamento idropotabile ed il consumo dei comprensori irrigui. Le litologie a comportamento rigido, soprattutto quando sono sovrapposte a rocce a comportamento duttile, sono spesso interessate da complessi fenomeni di D.G.P.V. (Deformazioni Gravitative Profonde di Versante) che raggiungono estensioni areali notevoli, costituendo un elemento peculiare della morfogenesi di interi rilievi. Fenomeni di questo tipo sono stati segnalati sulle Madonie, sui Monti di Palermo e sui Monti Sicani (Agnesi et alii, 1985). Inoltre, la grande diffusione di rocce solubili, calcaree e/o evaporitiche, ha favorito il notevole sviluppo di forme carsiche, sia superficiali che profonde, che hanno modellato il paesaggio in modo alquanto singolare, dando spesso origine a numerose cavità sotterranee, alcune delle quali hanno ospitato insediamenti preistorici. 3. ASPETTI GEOLOGICIDELLA PROVINCIA DI PALERMO (3) In questa sezione vengono riportate le caratteristiche geolitologiche e strutturali generali dell’intera provincia di Palermo. Lungo la costa settentrionale si sviluppa una catena montuosa che costituisce la prosecuzione dell’Appennino calabro, che a sua volta costituisce una porzione della cosiddetta Catena appenninico - maghrebide. La catena si può suddividere in tre settori a differente costituzione litologica (i Peloritani prevalentemente cristallini, i Nebrodi prevalentemente terrigeni e le Madonie prevalentemente calcaree) e quindi di diverso assetto morfologico. L’assetto strutturale mostra un complicato sistema a falde con vergenza africana derivante dalle deformazioni di depositi appartenenti a differenti domini paleogeografici. La porzione settentrionale è costituita prevalentemente da terreni calcarei, calcareo-dolomitici e calcareo-marnosi appartenenti ai Domini Panormide, Imerese e Trapanese di età compresa tra il Trias superiore e l’Oligocene. Nella porzione centrale affiorano prevalentemente argille, marne 7 ed arenarie di età compresa fra l’Oligocene ed il Miocene (terreni con facies di regressione e depositi evaporitici). Nel settore meridionale si riscontrano i litotipi appartenenti alle unità Sicane. Ad ovest delle Madonie, la continuità della catena costiera viene interrotta dal basso morfologico rappresentato dalla Valle del Fiume Torto, con caratteristiche litologiche prevalentemente argillose. Ancora ad ovest il sistema si frammenta in una serie di dorsali quanto mai articolate e complesse. Si distinguono, lungo la costa, i Monti di Trabia - Termini Imerese, i Monti di Palermo ed i Monti di Trapani e, verso l'interno, nella porzione centro-occidentale, i Monti Sicani e, più a Sud, i Monti di Sciacca. Si tratta di rilievi di natura prevalentemente calcarea che si ergono dai terreni argillosi circostanti e che sono interessati da sistemi idrografici quanto mai complessi. Verranno di seguito descritti le strutture montuose facenti parte della provincia di Palermo, e successivamente le loro unità stratigrafico-strutturali (domini paleogeografici) di appartenenza, rispettando l’ordine di sovrapposizione tettonica, da quelle tettonicamente inferiori e, presumibilmente, relative ai domini più esterni, a quelle più alte, e quindi originariamente in posizione più interne. 4. STRUTTURE MONTUOSE (3) 4.1 Madonie Questo corpo strutturale continua ad ovest fin nei Monti di Palermo e, ad est, è sepolto in profondità progressivamente maggiori nell'area dei Nebrodi. Il territorio delle Madonie è costituito in gran parte di rocce sedimentarie che si sono formate nel Triassico (circa 250 milioni di anni fa) e di pochissime ma significative rocce vulcaniche, probabilmente vestigia di antichi apparati vulcanici sottomarini affioranti oggi tra le rocce sedimentarie. La gran parte delle rocce sedimentarie sono di natura carbonatica (rocce calcaree) o di natura silicea (rocce quarzose argillose e micacee). Le prime costituiscono da sole sia i grandi massicci carbonatici orientali del Carbonara, del Dipilo, della Mufara e della Rocca di Cefalù, sia i massicci occidentali del Monte dei Cervi. Le rocce silico - clastiche costituiscono invece tutti i rilievi che circondano il cuore delle Madonie. Dalle montagne di Cefalù e Pollina fino all'area delle Petralie dove coesistono anche terreni gessosi e saliferi. 8

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Servizio Geologico e Geofisico via Ugo La Malfa,101 - 90146 Palermo .. Il termine più antico affiorante della successione sicana è quello della Fm.
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